S
ul percorso de
La via della Musica,
nel quale si è incamminato da tempo con i film-opera in diretta su
Tosca
,
La traviata
e
Rigoletto
, Andrea Andermann approda al quarto appuntamento, quello con
Cenerento-
la, una favola in diretta
, che il 3 e 4 giugno prossimi sarà trasmessa da Torino su Rai1 e in mondovisione.
Un viaggio che prosegue e si arricchisce di un nuovo capitolo? O piuttosto la realizzazione di un sogno?
«Direi piuttosto un modo per proseguire nel nostro desiderio di giocare a “far televisione”, mettendoci e
mettendo a rischio i risultati acquisiti con le precedenti esperienze, per sperimentare ancora di più, cercare
di andare un po’ oltre il
déjà vu
, per fare della televisione al limite anche un po’ circense, come se tutti − gli
artisti e i tecnici − agissero su una corda tesa molto in alto, consapevoli del pericolo del vuoto sottostante,
tutti disponibili nel voler percorrere zone un po’ inesplorate».
Un modo per unire le diverse arti dello spettacolo?
«Certamente: musica, teatro, cinema e televisione, rimescolate per dar vita a un modo nuovo di esprimersi,
quello del “film in diretta”, al servizio del contemporaneo
Homo Audiovidens
. Ma anche un modo per
esaltare la televisione stessa, che in questo caso si fa autentico strumento tecnico e creativo, capace di
scomporre e ricomporre l’opera di Rossini. Perché tutto avviene in luoghi diversi: l’orchestra e il suo diretto-
re da una parte, i cantanti da un’altra, cioè sul set. Tutti collegati da un circuito televisivo attraverso il quale
riescono a vedersi, a cantare e suonare assieme. Il tutto in diretta tv. Il risultato finale non toglie nulla alla sa-
cralità del testo e, pur dandogli una forma più popolare, cioè quella televisiva, lo rispetta filologicamente».
Una sorta di liturgia globale trasmessa in mondovisione come sempre in collaborazione con la Rai.
«E con il suo apporto professionale fuoriserie, che
permette di “trasmettere” quelle passioni proprie
al melodramma da luoghi di straordinaria bellez-
za, veri coprotagonisti dell’operazione, per rac-
contare al mondo intero quella quintessenza della
civiltà italiana che proprio in questi aspetti ha al-
cune delle sue eccellenze».
In questo caso si tratta di eccellenze torinesi. Per-
ché le ha scelte?
«La magia della corona di delizie torinesi mi ha
conquistato dal primo impatto, convincendomi
che Torino fosse la città adatta a essere il luogo “da
favola” dove ambientare la nostra
Cenerentola
.
Questa scoperta è via via cresciuta, grazie anche
ai contatti diretti con chi ha cura di questi luoghi,
la cui disponibilità da subito manifestata faciliterà
la messa in scena di un’operazione complessa e
insolita come quella di questa “favola in musica”».
Protagonista è ancora una volta l’Orchestra Sinfo-
nica Nazionale della Rai.
«Naturalmente. L’Orchestra Rai ha rappresentato
una colonna portante di quest’esperienza audiovi-
siva, con una fedeltà che supera quella avuta con
direttori e registi, e che ci ha accompagnato nel
percorso ormai ventennale della
Via della Musica
attraverso le sue tappe, in Italia con
Tosca
e
Rigo-
letto
, e a Parigi con
La traviata
».
(c.f.)
intervista
Andrea Andermann
«La magia di Torino
per la
Cenerentola
in mondovisione»
sistemamusica
orchestrasinfonicanazionaledellarai
22