Sistema Musica - Maggio 2012 - page 21

L
a
Sinfonia
Lobgesang
nac-
que per un’occasione particola-
re. Nel 1840 ricorrevano i quat-
trocento anni dall’invenzione
della stampa a caratteri mobili.
Johannes Gutenberg era il festeg-
giato di turno. Lipsia, da sempre
la città più all’avanguardia nel
settore dell’editoria, era l’epicen-
tro del terremoto celebrativo: la
Bibbia di Gutenberg (primo volu-
me stampato in caratteri mobili)
divenne un oggetto di culto; una
statua del padre di tutti i tipografi
venne eretta nel centro della cit-
tà; un servizio liturgico fu apposi-
delle riprese tv di quell’evento, il lavoro di Studio Azzurro si presenta
come una sorta di meditazione al quadrato sui rapporti tra musica e
film: sequenze di una normale ripresa tv di un concerto, con tanto
di panoramiche, zoom, dettagli sugli strumenti, si alternano allora a
momenti del film, talvolta liberamente rimontati, con fermo-immagini
e altri effetti. Bellissima, ad esempio, la sovrapposizione del primo
piano di Lucia Valentini Terrani che
intona
«Il campo della morte»
sulle
immagini desolate del paesaggio
dopo la battaglia tra russi e teuto-
ni. Se la distanza storica consente
persino una decantazione e neutra-
lizzazione dell’inevitabile retorica
edificante presente a tratti nel film,
il video di Studio Azzurro suggeri-
sce inedite prospettive, restituendo
nel contempo tutto il pathos e la
perfezione formale del capolavoro
di Ejzenstejn e Prokof’ev.
Ed è ancora sotto il segno di
Prokof’ev, naturalmente, che si
completa il pomeriggio concerti-
stico con l’Orchestra Rai affidata,
per l’occasione, alla direzione
di Gabriele Bonolis. Si comincia
con la
Suite sinfonica
Lieutenant
Kijé
, rielaborazione da concerto
della colonna sonora del film sa-
tirico del 1934 di Aleksandr Faint-
simmer (e dunque si riaffaccia la
tematica della musica da film),
per passare a una selezione della
suite di
Romeo e Giulietta
e della
Suite Scita op. 20
.
sabato 5 maggio
Auditorium Rai
Arturo Toscanini
ore 17
I Sabati dell’Auditorium
Proiezione
ALEKSANDR NEVSKIJ
VIDEO
Programma dedicato ai
film di
Sergej Ejzenstejn
Direttore
Claudio Abbado
Regia di
Daniele Abbado
e
Leonardo Sangiorgi
Orchestra Sinfonica
Nazionale della Rai
Gabriele Bonolis
direttore
Prokof’ev
Lieutenant Kijé
,
suite sinfonica op. 60
Romeo e Giulietta
,
brani dalle suite op. 64
Il dio nemico e danza
degli spiriti neri
dalla
Suite Scita op. 20
giovedì 10 maggio
Auditorium Rai
Arturo Toscanini
ore 20.30
turno rosso
Orchestra Sinfonica
Nazionale della Rai
Voxonus Choir
Christopher Hogwood
direttore
Alessandro Toffolo
maestro del coro
Valentina Farcas
soprano
Rebecca Bottone
soprano
Dominik Wortig
tenore
Mendelssohn
Sinfonia n. 2 op. 52
(Lobgesang)
Mendelssohn e la
Sinfonia Lobgesang
La forza dell’identità culturale tedesca
tamente organizzato per ricorda-
re Gutenberg come «il Giovanni
Battista della Riforma». Il grande
Mendelssohn non poteva certo
essere lasciato fuori dalle ceri-
monie: fu lui difatti a occuparsi
della colonna sonora. Nacquero
così un
Festgesang
per coro ma-
schile e doppio gruppo di ottoni
e la
Sinfonia Lobgesang
(
Canto
di lode
); quest’ultima eseguita al
culmine del
Gutenberg Festival
(25 giugno), nella storica sede
della Thomaskirche, la “casa”
spirituale di Johann Sebastian
Bach.
I testi ovviamente venivano quasi
tutti dal libro dei
Salmi
: niente di
meglio per elevare una lode al
messia tecnologico della rifor-
ma luterana. Mendelssohn, Gu-
tenberg e Lutero: un terzetto che
non solo celebrava la forza di un
credo spirituale, ma anche l’identi-
tà culturale della nazione tedesca.
Tutti al servizio del Creatore, come
dimostra anche il motto − di Lu-
tero naturalmente − pubblicato
in esergo alla partitura: «Ma io
vorrei vedere tutte le arti, in par-
ticolare la musica, al servizio di
colui che le ha donate e create».
C’è però un altro nome da citare:
Beethoven. Difficile non vedere
in questa sinfonia corale qualche
influenza della
Nona sinfonia
.
Per i primi ascoltatori fu proprio
questo il punto debole: Adolf
Bernhard Mark nel 1847 definì
la composizione un’«imitazione
malata» della
Nona
, e gli fecero
eco il critico musicale france-
se Fétis, Wagner e addirittura il
“mendelssohniano” Schumann.
Per loro era inevitabile il con-
fronto con quel modello: erano
passati troppi pochi anni dal
brano che aveva creato lo spino-
so problema del “dopo-Beetho-
ven”. Ma oggi noi abbiamo la
possibilità di osservare la parti-
tura da un’altra angolazione,
vedendovi non necessa-
riamente la copia di
un modello in-
gombrante, ma
una versione
moderna di una
Cantata ba-
chiana: con
lo sguardo
rivolto a
Dio, pri-
ma an-
cora che
a l l ’ u o -
mo.
(a.m.)
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