C
eleberrima tra le dieci opere di Vincenzo Bellini,
Norma
deve gran parte del suo successo alla
presenza di parti vocali di grande bellezza, funzionali a disegnare personaggi innovativi per il teatro
musicale dell’epoca. Spicca naturalmente la protagonista del titolo, la druidessa del tempio di Irminsul,
ruolo definito “enciclopedico” dallo stesso autore e considerato uno dei più ostici e complessi della sto-
ria del melodramma. Non è un caso che Bellini l’avesse scritto per Giuditta Pasta, un soprano che aveva
iniziato la sua carriera da contralto, approdando a una voce chilometrica quanto a
estensione, di pregevolissima tecnica e forza espressiva. Senza dimenticare gli altri
due ruoli principali, scritti niente meno che per il soprano Giulia Grisi e il tenore
Domenico Donzelli.
Dimitra Theodossiou si è rivelata nel 1999 come Odabella in
Attila
: da allora ha
costruito la sua carriera vestendo i panni delle maggiori eroine di Giuseppe Verdi
ma anche esplorando il teatro preromantico di Donizetti –
Anna Bolena
,
Lucia di
Lammermoor
e
Lucrezia Borgia
, come il pubblico del Teatro Regio ha avuto modo
di apprezzare nel 2008, – e di Bellini – Giulietta ne
I Capuleti e i Montecchi
,
Bianca
e Ferrando
e naturalmente
Norma
– per approdare anche alle prospettive classiciste
di Cherubini con
Medea
. Tutti ruoli che hanno proiettato l’artista sui palcoscenici
di mezzo mondo, accanto a direttori come Riccardo Muti, Claudio Abbado, Vale-
rij Gergiev e Riccardo Chailly. Voce ampia e sonora, suono rotondo e omogeneo,
tecnica consolidata, Dimitra Theodossiou affronta
Norma
con sicurezza e, grazie al
suo bagaglio tecnico, ha due possibilità di lettura: quella “sublime e tragica”, come
la descriveva Bellini, scolpita dalla prima interprete Giuditta Pasta nel 1831, e quella
più romantica della “varietà delle passioni”, iniziata con Maria Malibran quando
riportò in scena l’opera a Milano nel 1834. Antidiva nella vita, Dimitra Theodossiou
sul palcoscenico si trasforma in primadonna, donando ai suoi personaggi quello
spessore tragico che probabilmente le arriva dalla sua terra d’origine, la Grecia.
Marco Berti a Torino sarà Pollione: ciò che rende ideale la sua voce per i ruoli eroici preromantici e ro-
mantici è la morbidezza e la bellezza del timbro oltre al fraseggio controllato ma intenso ed espressivo.
Sicuro interprete di ruoli da lirico, lirico spinto, come Pinkerton, Don Carlos e Riccardo in
Un ballo in
maschera
, Berti col tempo è giunto a parti più drammatiche come Don José, interpretato anche a Tori-
no, e più di recente Otello. Nei panni del proconsole romano nelle Gallie avrà modo di squadernare
queste sue capacità in una parte dagli accenti ora concitati, ora allegorici da melodramma classicista,
ora perfino paludati.
Rivelatasi in Italia nell’
Aida
tascabile messa in scena a Busseto da Franco Zeffirelli, Kate Aldrich si è
costruita una brillante carriera internazionale, e il pubblico del Regio conosce le capacità del mez-
zosoprano statunitense grazie alla sua interpretazione di Maffio Orsini in
Lucrezia Borgia
del 2008. Il
suo sterminato repertorio, da Claudio Monteverdi a Richard Strauss, testimonia la
grande versatilità di una voce nitida e potente, forgiata su una tecnica invidiabile. Il
ruolo di Adalgisa, che le è valso notevoli successi in giro per il mondo e lo scorso
anno anche a Bologna, sembra ideale per il suo timbro che dai colori bruniti sa
illuminarsi nel registro acuto.
Nel ruolo di Oroveso troviamo il basso Giacomo Prestia, uno degli interpreti più
interessanti in questo registro grave del teatro di Verdi, Bellini e Donizetti, e nel
repertorio francese –
Les Huguenots
di Meyerbeer,
Faust
di Gounod e
La Damna-
tion de Faust
di Berlioz. Con il suo timbro caldo ed esteso, capace di tessere una
linea di canto nobilissima, Prestia incarna alla perfezione la voce del basso cantante
dell’Ottocento.
Giovane mezzosoprano statunitense, che ha già debuttato al Festival di Tanglewo-
od e si sta facendo le ossa in vari teatri come la Deutsche Oper di Berlino, Rachel
Hauge vestirà i panni di Clotilde, la confidente di Norma, cui fa da specchio Flavio,
l’amico di Pollione, interpretato da Gianluca Floris, tenore lirico con l’indomita
passione della scrittura.
Gli innovativi
personaggi di Bellini
di Luca Del Fra
Dimitra Theodossiou
Marco Berti
Kate Aldrich
Giacomo Prestia
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