Sistema Musica - Maggio 2012 - page 20

I
nterprete eccezionale, autore di libri, direttore arti-
stico, protagonista di eventi musicali di grande impatto
sul pubblico: questo e molto altro ancora è il vulcanico
violinista britannico Daniel Hope. Gli abbiamo rivolto
alcune domande in occasione del concerto torinese con
l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai.
La rivista “String” l’ha inserita recentemente tra i ven-
ticinque musicisti che plasmeranno il futuro degli stru-
menti ad arco, mettendola in relazione a Yehudi Me-
nuhin. Si sente vicino a questo grande musicista?
«Ho avuto il privilegio di lavorare con molti grandi inter-
preti come Menuhin e Menahem Pressler, dai quali ho
imparato tantissimo; d’altronde come musicista sento di
dover tenere le orecchie ben aperte per assorbire ogni
stimolo. Studiare intensamente con artisti indiani come
Zakir Hussain mi ha incoraggiato, ad esempio, a ripen-
sare la mia concezione del suono, mentre alcune delle
più spontanee e ispirate sessioni di
registrazione le ho avute con Sting,
musicista di grande esperienza e
di straordinaria intelligenza, che
proviene da un genere totalmente
differente dal mio. Anche ascolta-
re un grande attore che recita può
insegnarci moltissimo in termini di
fraseggio. Tutti questi ingredienti si
amalgamano nella mia musica, alla
costante ricerca di ispirazione».
Sta per uscire un suo nuovo cd, de-
dicato a Joseph Joachim, il grande
violinista romantico. In che misura
si identifica con lui? Che cosa può
insegnarci oggi?
«Joachim ha avuto una grandissima
influenza su tutti i compositori suoi
contemporanei; l’ho capito davvero
quando ho cominciato a leggere le
sue lettere. A soli dodici anni aveva
riscoperto il
Concerto per violi-
no
di Beethoven, inoltre riuscì
a trovare il tempo di formare
oltre quattrocento violinisti,
fondando l’Accademia Musi-
cale di Berlino. Mi affascina la
sua versatilità. Le composizioni
di Joachim per violino sono di
grande difficoltà tecnica ma
sempre di profonda intel-
ligenza: non si trova mai
virtuosismo fine a se stes-
so, la sua attenzione va ai
valori musicali profondi
e all’espressività. Questo elemento è evidente sia nelle
testimonianze dei contemporanei, sia nelle poche regi-
strazioni realizzate negli ultimi anni di vita. Che fosse un
grande musicista traspare sempre, anche attraverso i suoi
ingegnosi programmi: reintrodusse i solo nelle
Sonate
di
Bach, mescolò un quartetto di Beethoven con
Lieder
di
Schumann o coraggiosamente commissionò nuovi lavo-
ri a compositori poco conosciuti. Penso che oggi lo de-
finiremmo un uomo all’avanguardia, anche se è vissuto
alla metà del XIX secolo».
Il
Concerto per violino
di Bruch, che eseguirà a Torino,
è una composizione molto impegnativa. Quali sono le
qualità necessarie per suonarlo?
«Quello di Bruch è uno dei più grandi concerti per vio-
lino di tutti i tempi, pieno di straordinarie melodie, di
grandi emozioni e di fuochi d’artificio. Per suonarlo bi-
sogna amare profondamente la musica!»
C
on
I Sabati dell’Auditorium
, l’Orchestra Sinfonica Nazionale della
Rai ha proposto in questa stagione l’accostamento di videoproiezioni
ed esecuzioni dal vivo, stimolando ogni volta, secondo prospettive di-
verse che il pubblico ha mostrato di gradire, riflessioni sul tema quanto
mai intrigante dei rapporti tra suono e immagine.
Il quarto e ultimo incontro del ciclo parte da quello che in materia è for-
se il classico dei classici, l’
Aleksandr Nevskij
di Ejzenstejn e Prokof’ev.
Ma lo fa, anche qui, in modo originale, perché l’oggetto della proie-
zione non sarà il film vero e proprio del 1938 bensì il video-program-
ma che Studio Azzurro, con la regia di Daniele Abbado e Leonardo
Sangiorgi, ha realizzato partendo dallo storico concerto del 1988 al
Konzerthaus di Vienna, quando i giovani della Gustav Mahler Jugend
Orchester suonarono diretti da Claudio Abbado e alle loro spalle scor-
revano le immagini del film. Partendo dunque dalla rielaborazione
intervista
Daniel Hope, violinista vulcanico
di Daniela Gangale
giovedì 3 maggio
turno rosso
venerdì 4 maggio
turno blu
Auditorium Rai
Arturo Toscanini
ore 20.30
Orchestra Sinfonica
Nazionale della Rai
John Axelrod
direttore
Daniel Hope
violino
Bruch
Concerto n. 1 per violino
e orchestra op. 26
Schumann
Sinfonia n. 4 op. 120
Ejzenstejn e Prokof’ev
Video e musica alla Rai
di Nicola Pedone
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