domenica 20 maggio
Conservatorio - ore 17
prova generale
martedì 22 maggio
Conservatorio - ore 21
Gli Archi dell’Orchestra
Filarmonica di Torino
Sergio Lamberto
maestro concertatore
Andrea Oliva
flauto
Corelli
Concerto grosso op. 6 n. 4
Sardelli
Concerto per archi n. 17
(
à la Lambertoise
)
(commissione Oft - prima
esecuzione assoluta)
Bach
Suite n. 2 per flauto
e archi BWV 1067
Haendel
Concerto grosso op. 6 n. 5
HWV 323
Vivaldi
Concerto per flauto
e archi op. 10 n. 2 RV 439
(
La notte
)
D
er Fluyten Lust-hof
. Comincia dal giardino l’avventura del flauto barocco. Amsterdam 1644: Paulus Matthysz
pubblica la prima edizione di quello che due anni dopo sarebbe stato re-intitolato
Il giardino delle delizie del flauto
.
Una stravagante miscellanea per flauto diritto solo: 148 brani di schizofrenica provenienza, intonazioni calviniste
di salmi, danze, canti sordidi da osteria e da bordello,
hits
alla moda… L’autore? Un nobile cieco proveniente
dalla provincia del Noord-Brabant apprezzatissimo come
carillonneur
del Duomo di Utrecht, geniale campanaro
capace di stupire con effetti acustici straordinari René Descartes.
Dal giardino alla corte dei re il passo fu veloce. Mercé il talento di virtuosi, compositori e costruttori di flauti come
Jacques Martin Hotteterre “Le Romain”, dal 1717
Jouëur de Fluste de la musique de la Chambre du Roy
, inventore
d’un modello nuovo di flauto traverso, maestro di flauto ricercatissimo dalla nobiltà, autore del fondamentale tratta-
to
L’Art de préluder sur la flûte traversière
(1719). Oppure come Johann Joachim Quantz, anche lui eccellente flau-
tista, inventore d’un proprio modello di flauto, autore d’un fondamentale trattato (1752), compositore di oltre tre-
cento Concerti, maestro personale niente meno che di Federico II di Prussia, con il quale duettava ogni giorno. Non
stupisce, quindi, come il flauto in tutto il XVIII secolo fosse divenuto un ospite irrinunciabile nelle sontuose “mense
sonore” che la nobiltà di tutta Europa amava imbandi-
re per allietare la propria quotidianità, come dimostra-
no sia Telemann, con la doviziosa
Tafelmusik,
sia Bach
con tre dei
Brandeburghesi
(i numeri 2, 4 e soprattutto
il 5) e con la
Seconda suite BWV 1067
, con la celeber-
rima
Badinerie
. Uno strumento, insomma, sul quale
valeva senza dubbio investire in termini editoriali: fin
dai tempi del grande successo riscosso da
Der Fluyten
Lust-hof
editori e compositori sapevano bene che un
volume di Sonate o Concerti per flauto era un prodotto
che si vendeva senza problemi. Per questo motivo nel
1729, sempre ad Amsterdam, Michel-Charles Le Cène
non esitò a dare alle stampe come
op. 10
sei
Concerti
per flauto
di quel Vivaldi veneziano che quattro anni
prima aveva fatto uno strepitoso
exploit
con
Il cimento
dell’armonia e dell’inventione op. 8
. Formidabile e in-
fallibile “macchina da scrivere” musicale, da Venezia
il Prete rosso ricambiò la fiducia dell’editore olandese
sciorinandogli tre straordinari capolavori: i Concerti
La tempesta di mare
RV 433
,
Il gardellino
RV 428
,
La notte
RV 439
. Un tripudio di estro, di effetti tim-
brici stravaganti. «Chi non sa far stupir, vada alla stri-
glia», aveva sentenziato uno
sprezzante Giambattista
Marino nel 1608 a Torino
ai danni del collega ge-
novese Gaspare Murtola,
segretario del duca Carlo
Emanuele. Si può esserne
certi: in nessun modo il flautista
barocco avrebbe rischiato un
simile infamante de-
mansionamento.
Le delizie del flauto barocco
per l’Orchestra Filarmonica di Torino
«Andrea Oliva è uno
dei migliori flautisti
della sua generazione,
una stella brillante nel
mondo del flauto»,
così sir James Galway
definisce
Andrea Oli-
va
, modenese, classe
1977, dal 2003 primo
flauto solista dell’Orchestra dell’Accade-
mia Nazionale di Santa Cecilia. A soli ventitré anni
è stato invitato dai Berliner Philharmoniker come
primo flauto sotto la direzione di Abbado, Maazel,
Gergiev, Oramo, Jansons e Haitink. Già membro
effettivo dell’Orchestra Giovanile Gustav Mahler, è
stato invitato personalmente da Claudio Abbado a
suonare con l’Orchestra Mozart di Bologna e colla-
bora stabilmente con numerose orchestre: Scala di
Milano, Bayerische Rundfunk, Orchestra da Camera
di Monaco, Bamberg Symphoniker, ORT di Firenze
e Mahler Chamber Orchestra. Come solista ha ese-
guito il
Concerto
di Nielsen diretto da Antonio Pap-
pano; collabora inoltre con artisti quali Alexander
Lonquich, Enrico Pace, Angela Hewitt, Ingrid Fliter e
sir James Galway. Vincitore di importanti riconosci-
menti nazionali e internazionali, svolge un’intensa
attività didattica con corsi di alto perfezionamento
presso l’Accademia di Santa Cecilia e masterclass in
tutto il mondo.
(g.g.)
di Angelo Chiarle
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