Gergiev, il Mariinskij
e il repertorio russo
Un trionfo di colori, forza e passione
di Gaia Varon
L’
attacco della
Patetica
di
µajkovskij, la sua sesta e ultima
Sinfonia, va a toccare qualcosa
di profondo nell’animo, o forse
semplicemente nel corpo di chi
l’ascolta. Quell’attacco è profon-
do in senso stretto, grave, scuro
e cupo, con un breve motivo an-
gosciato disegnato da un fagotto
solo sopra un lugubre sfondo di
note tenute dai contrabbassi; ed è
soprattutto il primo gesto sonoro
di una pagina in cui si percepi-
sce a ogni istante quel pathos che
richiama il titolo assegnato alla
composizione dal fratello dell’au-
tore. µajkovskij stesso diresse la
prima esecuzione (con scarso suc-
cesso) il 16 ottobre del 1893 a San
Pietroburgo e morì nove giorni
più tardi, di una morte repentina
attribuita ufficialmente al colera,
ma da altri vista come un suicidio,
forse cercato – e addirittura, se-
condo una bizzarra teoria, impo-
sto – per evitare uno scandalo do-
vuto a una relazione omosessuale.
Certamente questa contiguità con
la scomparsa del suo autore ha
contribuito a far percepire il bra-
no come un’oscura premonizio-
ne di morte, o quanto meno una
confessione criptica: µajkovskij,
durante la composizione, scrisse
a un nipote di una nuova Sinfo-
nia con un programma «profon-
damente soggettivo», che sarebbe
però rimasto celato. La
Patetica
,
come del resto tanta musica di
µajkovskij, è molto amata per la
sua potenza espressiva o guardata
con sufficienza come sdolcinata
e morbosa. Giocano in questo il
gusto o la propensione del sin-
golo ascoltatore, ma ovviamente
è molto rilevante anche la lettura
interpretativa del brano.
Da oltre un quarto di secolo alla
guida dell’Orchestra dello storico
Teatro Mariinskij di San Pietro-
burgo (nome originario che l’isti-
tuzione ha riacquistato nel 1992,
dopo diversi cambiamenti e dopo
essere stato celebre per gran par-
te dell’era sovietica come Kirov),
Valery Gergiev è oggi considerato
il grande erede, nonché uno dei
massimi esponenti di uno specifi-
co carattere russo nell’interpreta-
zione; ovviamente, tanto la
Pate-
tica
di µajkovskij quanto i
Quadri
da un’esposizione
di Musorgskij,
sono parte integrante del reperto-
rio, quasi del dna, di Orchestra e
direttore.
Gergiev ha tuttavia uno stile ese-
cutivo estremamente personale,
appassionato, veemente, con
scelte di colori e di tempi spesso
inconsuete. Tende per esempio
ad accelerare nei momenti culmi-
nanti e a rallentare nelle code, a
giocare all’interno delle frasi più
intense con una sorta di rubato
imperioso e tesissimo, a privile-
giare gli ottoni sugli archi. Dirige
senza bacchetta, con un gioco
sottile delle mani, le dita che sem-
brano quasi costantemente vibra-
re, talvolta a occhi chiusi, trasci-
nando l’orchestra con impeto, ora
sospendendo il gesto e restando
immobile, come se ascoltasse
non solo i musicisti davanti a lui
ma anche qualcosa che giunge
da un altrove indefinibile. A tratti
affonda, facendo scaturire dalla
sua russissima Orchestra masse
di colore caldo e scuro, arrivando
a volte a picchi di drammaticità
quasi intollerabili, poi improv-
visamente stacca un andamento
austero e una sonorità disadorna
e quasi glaciale.
Nella
Patetica
secondo Gergiev
c’è dolore vivo più che lirismo,
potenza più che sottigliezza e
quasi ferocia più che grazia: im-
possibile sapere se una lettura così
sarebbe piaciuta all’autore, ma
forse avrebbe aiutato Musorgskij e
gli altri compositori del cosiddet-
to Gruppo dei cinque a trovare in
µajkovskij almeno un po’ di quel
carattere russo per loro indispen-
sabile e di cui certamente sono
ricchi i
Quadri da un’esposizione
.
Tramite una tavolozza cromatica
ricchissima di sfumature, l’orche-
strazione del 1922 di Maurice
Ravel sovrappone all’originaria
composizione pianistica, di quasi
mezzo secolo prima, una patina
di eleganza dall’aroma indubi-
tabilmente francese che il russo
Gergiev forza, scavandoci in cer-
ca di sapori forti e terrigni, di colo-
ri intensi e scuri, di slanci irruenti,
quasi che nel vecchio castello, nel
mercato o nella Cattedrale entras-
se d’imperio, anziché contemplar-
ne l’immagine dipinta.
martedì 9 dicembre
Auditorium del Lingotto
ore 20.30
I Concerti del Lingotto
Mariinskij Orchestra
Valery Gergiev
direttore
Musorgskij
Quadri da un’esposizione
(orchestrazione
di Maurice Ravel)
µajkovskij
Sinfonia n. 6 op. 74
(
Patetica
)
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