Sistema Musica - Dicembre 2014 - page 25

È
una bella idea quella di proporre nella stessa
serata tre capolavori della musica vocale di Bach nati
per la liturgia del Natale. La
Cantata BWV 62
(in ita-
liano
Vieni, dunque, Salvatore dei pagani
) aprì solen-
nemente l’anno liturgico di Lipsia la prima domenica
d’Avvento del 1724. La
Cantata BWV 124
(
Non la-
scio il mio Gesù
) fu scritta per l’Epifania del 1725. La
BWV 140
, infine, (
Svegliatevi, la voce ci chiama
), tra
le più note e belle di Bach, fu eseguita il 25 novem-
bre 1731; è il tipico esempio di
Choralkantate
, ossia
di cantata costruita su melodia e testo di un antico
corale. «Questa capacità di edificare un’architettura
complessa intorno a un materiale di partenza molto
semplice – commenta il direttore Dario Tabbia – è
un po’ il tratto unificante delle Cantate di Bach».
Possiamo dare uno sguardo a questa complessità?
«Cominciamo dal canto: nel musicare il testo, tanto
nella polifonia del coro quanto nelle arie dei solisti, il
genio di Bach dispiega tutto l’armamentario delle fi-
gure retoriche del Barocco. Poi c’è l’orchestra, con le
sue soluzioni timbriche e l’uso degli strumenti con-
certanti (oboe, oboe d’amore, violino, persino corno)
che non è mai una semplice pennellata di colore,
ma svolge anzi un’importante funzione espressiva;
motivo per cui è così importante fare della buona
filologia, con strumenti originali o copie. Mi sento di
dire, nel complesso, che il Coro e l’Ensemble baroc-
co dell’Accademia Stefano Tempia
hanno raggiunto
ormai la maturità necessaria per affrontare questo
repertorio».
Al centro del concerto tutto bachiano c’è il celebre
Canone
per archi di Pachelbel.
«È forse il brano più famoso di un autore poco ese-
guito. Ho pensato che in mezzo a tanto Bach avreb-
be creato una bella alternanza timbrica ed espressi-
va. E la varietà fa sempre bene alla musica».
intervista
Dario Tabbia
«Pronti per affrontare
le Cantate di Bach»
di Nicola Pedone
lunedì 22 dicembre
Tempio Valdese - ore 21
Coro ed Ensemble barocco
dell’Accademia
Stefano Tempia
Dario Tabbia
direttore
Alena Dantcheva
soprano
Elena Carzaniga
mezzosoprano
Gianluca Ferrarini
tenore
Enrico Bava
basso
Maurizio Fornero
organo
NATALE IN CASA BACH
Musiche di Bach,
Pachelbel
UNISCITI AL CORO
La Stefano Tempia
indice audizioni per
l’inserimento
diretto nel Coro
(voci di soprano -
contralto - tenore - basso).
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(e regalati) la grande
musica: abbonamenti
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Stefano Tempia con la
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fino a 25 anni e molte
altre convenzioni).
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D
opo quasi un secolo e mezzo di attività la Ste-
fano Tempia – fondata nel 1875 – mantiene inal-
terato lo spirito originario di promuovere la cono-
scenza e l’amore per la musica classica attraverso la
pratica del canto corale. Le riflessioni che seguono,
affidate a due “veterane” dell’Accademia, ce ne of-
frono una testimonianza verace. Giovanna Rapel-
li, insegnante liceale, da «quindici entusiasmanti
anni» canta nei soprani della Stefano Tempia. «A
questi – precisa – vanno aggiunti i tre di corso pre-
liminare, perché allora avevo una grande passione,
ma non sapevo niente di musica». Anche per Maria
Paola Alì, insegnante di scuola primaria, da dodici
anni contralto all’Accademia, i tre anni propedeu-
tici sono stati preziosi per apprendere diverse me-
todologie didattiche, tornate poi utili nel lavoro a
scuola. In un’arcata di tempo così ampia è normale
che si verifichino cambiamenti. «Quando sono en-
trata – ricorda la Rapelli – c’era chi cantava da oltre
trent’anni e il “serbatoio” era formato perlopiù da
fedeli che cantavano in chiesa. Oggi ti trovi accanto
persone di ogni età ed estrazione, insegnanti, stu-
denti, professionisti, contadini: cantare in un coro
diventa inevitabilmente anche un’esperienza uma-
na. Certo, ultimamente il ricambio è più veloce, il
mondo offre più distrazioni. Ma in chi rimane, vedo
la stessa, immutabile passione». Il momento più si-
gnificativo per Paola Alì? «L’arrivo di Dario Tabbia
che ci ha permesso di realizzare al meglio i reper-
tori più complessi che stavamo affrontando già da
tempo». Sul ricordo più emozionante Giovanna Ra-
pelli non ha dubbi: «Il mio primo concerto, quindi-
ci anni fa, con la
Messa K. 427
di Mozart. Eravamo
al Regio: si figuri per me, che fino a quel momento
avevo cantato solo nella parrocchiale di Groscaval-
lo, nelle Valli di Lanzo!»
(n.p.)
Coro: che emozione!
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