martedì 16 dicembre
Sala Cinquecento
Lingotto
ore 20.30
Lingotto Giovani
Sync Brass
Marco Milani
tromba
Lorenzo Bonaudo
tromba
Florin Bodnarescul
corno
Devid Ceste
trombone
Riccardo Combetto
tuba
Musiche di Curnow,
Bozza, Bernstein, Monk,
Crespo
domenica 14 dicembre
Conservatorio - ore 20.30
Antonio Capolupo
clarinetto
Fabio Fausone
violoncello
Riccardo Freguglia
viola
Stefano Musso
pianoforte
FIABE ROMANTICHE
Schumann
Adagio e Allegro
op. 70
Phantasiestücke
op. 73
Märchenerzählungen
op. 132
Brahms
Trio op. 114
Fiabe romantiche
Un viaggio-concerto
nelle emozioni
intervista
Sync Brass,
ottoni torinesi
verso l’Europa
di Gabriele Montanaro
S
arà un vero e proprio viaggio nelle emozioni il concerto che
si potrà ascoltare al Conservatorio: in programma infatti ci sono
alcuni dei capolavori del repertorio romantico tedesco di musica
da camera, capaci davvero di immettere l’ascoltatore in un mondo
fantastico, ricco di scoperta emotività. Si tratta di composizioni
del pieno e del tardo Ottocento che rispondono particolarmente
bene al bel titolo che è stato dato alla serata,
Fiabe romantiche
:
una musica pensata soprattutto per una fruizione intima, all’in-
terno dei vivaci salotti borghesi e aristocratici, dove si suonava ad
altissimi livelli ma pur sempre per diletto e che punta a evidenziare
le emozioni degli interpreti attraverso l’utilizzo di melodie strug-
genti, tonalità “malinconiche” e la ricerca di un timbro avvolgente
e sinuoso.
Originariamente destinato al corno, l’
Adagio e Allegro op. 70
di
Schumann venne composto di
getto in un solo giorno, il 14
febbraio del 1849; la prima ese-
cuzione ebbe al pianoforte Cla-
ra Schumann, che giudicava la
composizione «superba, fresca,
appassionata». Negli stessi giorni
Schumann componeva anche i
tre
Phantasiestücke per clarinet-
to e pianoforte op. 73
, indicati
in partitura come
Delicato con
Espressione
,
Animato, Leggero
e
Rapido e con fuoco
mentre qual-
che anno più tardi, nel 1853,
videro la luce i quattro
Märche-
nerzählungen.
Il
Trio
op. 114
di
Brahms fu composto nel 1891 ed
è uno dei vertici di questo reper-
torio; articolato in quattro movi-
menti, sfrutta tutte le caratteristi-
che timbriche del clarinetto in un
gioco di sonorità suadenti.
Gli interpreti che condurranno il
pubblico attraverso questo viag-
gio fiabesco sono quattro giovani
musicisti, tutti diplomati a Tori-
no, che hanno beneficiato di una
borsa di studio dell’Associazione
De Sono per continuare gli stu-
di e perfezionarsi con i migliori
interpreti del proprio strumento:
il clarinettista Antonio Capolupo,
il violoncellista Fabio Fausone,
il violista Riccardo Freguglia e il
pianista Stefano Musso.
(d.g.)
«A
bbiamo un solo obiettivo: far fare un salto di qualità al quin-
tetto di ottoni». E se di salto si tratta, è certamente un triplo carpiato
quello che i Sync Brass propongono al pubblico per
Lingotto Gio-
vani
. Ne abbiamo parlato con Marco Milani, tromba e cofondatore
dell’ensemble torinese.
Maestro Milani, non è certo un programma nazional-popolare
quello che avete ideato per il vostro concerto.
«I Sync Brass sono nati con un obiettivo preciso: affrontare un ri-
goroso percorso di studio per alzare continuamente il livello della
proposta musicale. Lavoriamo principalmente in preparazione dei
concorsi, anche se i concerti sono un fondamentale momento di
verifica. Spesso i gruppi come il nostro si limitano a eseguire trascri-
zioni di brani famosi per strizzare l’occhio al pubblico; noi abbiamo
invece deciso di dedicarci al repertorio originale per quintetto di ot-
toni, a ciò che è stato scritto appositamente per le sonorità dei nostri
strumenti. Proponiamo ad esempio la
Suite
di Crespo o la
Sonatina
del francese Bozza – recentemente eseguita con successo al Con-
corso Tim proprio a Parigi – il cui altissimo livello tecnico esalta al
massimo le potenzialità degli strumenti. Siamo decisi a conquistare
così la nostra platea: suoniamo anche brani più conosciuti, da
West
Side Story
ad
Amazing Grace,
alla divertentissima trascrizione che
Devid Ceste ha fatto del brano
popolare
Kopanitsa
, ma il cuore
dei nostri programmi
rimane il
repertorio originale».
Progetti per il futuro?
«Studio, molto studio, e concorsi.
In Italia c’è poco che sia specifi-
co per la nostra formazione, ma
guardiamo con attenzione all’Eu-
ropa. Nel mondo dei concorsi
non si hanno mai certezze: atten-
diamo di sapere, ad esempio, se
il prossimo aprile ci sarà un’im-
portante rassegna a Nizza. Se ne
avremo la possibilità, saremo lì».
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