«P
remio e programma vanno insieme», così
chiosa il pianista Marco Scilironi allorquando gli
si chiede di raccontare qualcosa tanto del Premio
Renzo Giubergia – assegnato a lui quest’anno–
quanto del concerto che lo vedrà protagonista e
che di quel Premio è diretta conseguenza.
Cominciamo dal Premio, che la Fondazione Ren-
zo Giubergia e l’Associazione De Sono di Torino
promuovono e organizzano per valorizzare il ta-
lento di giovani musicisti...
«È stata una meravigliosa sorpresa, per cui sono
grato a Paola Giubergia, presidente della Fonda-
zione e al direttore artistico Francesca Gentile Ca-
merana. Ritengo sia stato apprezzato il mio modo
di intendere la professione musicale, lontano da
percorsi tradizionali – quelli fatti di concorsi inter-
nazionali, agenzie, eccetera – e piuttosto centrato
nell’approfondimento, nella ricerca e nella colla-
borazione con altri musicisti. Insomma, non m’in-
teressa essere l’ennesimo pianista che incide le più
celebri Sonate di Beethoven. Al contrario, miro a
condividere un percorso, a fare musica assieme,
e a riscoprire e riportare al pubblico quella parte
del repertorio che, a mio avviso, merita di essere
conosciuta e rivalutata. Dunque, utilizzerò questo
Premio per portare avanti progetti probabilmente
inusuali, rispetto al panorama musicale dei nostri
giorni, ma che rispecchiano il mio modo d’inten-
dere l’arte musicale».
Tutto questo spiega bene la particolarità del pro-
gramma che lei ha scelto per il suo concerto to-
rinese.
«È coerente con l’impostazione che ho voluto
dare al mio lavoro. È un programma che nasce da
un mio forte convincimento: esiste una quantità
enorme di musica che merita di essere suonata e
soprattutto suonata dal vivo, in concerto. Il mer-
cato discografico, infatti, ha già recepito quest’e-
sigenza, così è possibile reperire inciso un reper-
torio decisamente più vasto di quello che invece
si ascolta, di solito, in concerto. Esemplare è il
caso dei concerti per tastiera di Carl Philipp Ema-
nuel Bach. Di questi esiste l’incisione integrale, e
si rammenti che si tratta di ben 52 Concerti, ma
non è ancora completa l’edizione critica a stampa.
Cosicché, se non si ha la possibilità di accedere
ai manoscritti, si possono trovare disponibili solo
alcuni di tali Concerti. Ora il cd resta un oggetto
statico, persino museale in certo senso. Tutt’altra
cosa è l’esecuzione pubblica di un brano».
La differenza tra cd e concerti?
«L’esecuzione dal vivo è un evento, nel quale
sono coinvolti personalmente i musicisti sul palco
tra di loro e con il pubblico in platea. Ascoltare
una registrazione, invece, è un fatto privato, che
ritengo modifichi solo limitatamente nell’ascolta-
tore il suo modo di vivere la musica. Al contra-
rio, l’ascolto in concerto trasforma la natura della
fruizione musicale, la rende attuale e penetrante,
e quando si tratta di brani rari cambia significa-
tivamente la nostra maniera d’intendere e di per-
cepire il repertorio. Ci spinge a concepirlo come
qualcosa di fluido, che non resta rigidamente
strutturato nella separa-
zione tra pagine ormai
più che note e pagine in-
vece ancora da scoprire o
di rara esecuzione. Nasce
da qui la scelta di questo
programma, e in partico-
lare del
Concerto Wq 41
di C.P.E. Bach. È, infatti,
un’opera importante sia
sotto il profilo della sua
produzione, sia più in ge-
nerale nel contesto della
letteratura per tastiera e
orchestra nel secondo Set-
tecento. Il ruolo dell’or-
chestra in relazione alla
parte solistica è sviluppa-
to con particolare origina-
lità e sottigliezza; inoltre
vorrei cogliere quest’oc-
casione per sperimentare
un’idea che ho da tempo:
suonare al pianoforte la
parte del basso continuo,
oltre che quella del soli-
sta, così come appunto si
faceva all’epoca».
intervista
Marco Scilironi
Un talento alla tastiera
per il Premio Renzo Giubergia
di Fabrizio Festa
lunedì 1 dicembre
Conservatorio - ore 21
Archi De Sono
Alessandro Moccia
primo violino concertatore
Marco Scilironi
pianoforte
PREMIO
RENZO GIUBERGIA 2014
C.P.E. Bach
Fantasia Wq 117
Concerto per pianoforte
e orchestra Wq 41
Beethoven
Rondò op. 129
(
La collera per il soldino
perduto
)
Schubert
Sinfonia n. 5 D. 485
In collaborazione con
De Sono Associazione
per la Musica
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