TEATRO REGIO TORINO
ROSSINI TOUR
3-9
dicembre
2014
Chicago - Toronto
New York - Ann Arbor
Gianandrea Noseda
direttore
Claudio Fenoglio
maestro del coro
Orchestra e Coro
del Teatro Regio
Guglielmo Tell
di Gioachino Rossini
mercoledì
3
dicembre
Chicago, Harris Theater
ore 19
venerdì
5
dicembre
Toronto, Roy Thomson Hall
ore 19
domenica
7
dicembre
New York, Carnegie Hall
ore 14
martedì
9
dicembre
Ann Arbor, Hill Auditorium
ore 19.30
ALTRI APPUNTAMENTI
domenica
7
dicembre
Eataly - New York
ore 22
lunedì
8
dicembre
Palazzo delle Nazioni
Unite - New York
ore 19
Il Teatro Regio sbarca in America, un
Rossini Tour
che proporrà quattro recite dell’opera
Guglielmo Tell
in forma di concerto a Chicago, Toronto, New York
e Ann Arbor; inoltre due concerti a New York, nella
sede di Eataly e all’Onu.
L’opera lirica a New York arrivò proprio nel nome
di Rossini: fu la compagnia di Manuel García (il pa-
dre di Maria Malibran e Pauline Viardot), arrivata da
Londra, a mettere in scena il
Barbiere di Siviglia
il 29
novembre 1825 al Park Theatre di New York, realiz-
zando così il sogno di Lorenzo Da Ponte che, dal
1819, viveva a NewYork insegnando italiano. In sala
c’erano James Fenimore Cooper (l’autore dell’
Ultimo
dei Mohicani
) e Giuseppe Bonaparte, l’ex re di Spa-
gna, fratello di Napoleone; il posto più economico
era in galleria: 25 centesimi. Il giorno dopo il “New
York Evening Post” scrisse: «Ieri sera è stata presenta-
ta al nostro Park Theatre, per la prima volta di fronte
a un pubblico americano, questa elegante e affasci-
nante sorella dell’opera teatrale. Il Teatro ha aperto le
porte alle sette e mezza e, prima delle otto in punto,
ora prevista per l’inizio, era tutto tranquillamente e
interamente pieno». La compagnia spagnola rimase
a New York nove mesi, presentando settantanove
rappresentazioni di nove opere diverse (all’
Otello
di
Rossini assistette anche Edmund Kean, l’attore sha-
kespeariano, che lodò l’interpretazione di Manuel
García, mentre in platea per il
Don Giovanni
c’era,
ovviamente, il librettista Da Ponte). Così ancora il
“NewYork Evening Post” salutava la fine del tour: «Il
fatto che il gusto americano possa apprezzare l’ope-
ra italiana crediamo sia ormai assodato. Prevediamo
che d’ora in avanti non potrà più farne a meno».
E in effetti no, l’America non dimenticò più
l’opera lirica: nel 1854 a New York ven-
ne inaugurata l’Academy of Music, dove
debuttò Adelina Patti, dove andava Walt
Whitman, dove Edith Wharton ambientò
l’apertura del suo
L’età dell’innocenza
(ri-
cordate la scena del
Faust
di Gounod nel
film di Scorsese?) Nel 1883 aprì il Metro-
politan. E da allora l’opera fa parte della
cultura americana, grandi folle riempiono i
concerti di Central Park, i divi del Met sono
applauditi come pop star, radio, tv e cinema
trasmettono il melodramma.
E adesso l’opera made in Regio – dopo Tok-
yo, San Pietroburgo, Edimburgo, Parigi (solo
per citare alcune tappe) – va alla conquista
dell’America con il
Guglielmo Tell
di Ros-
sini diretto da Gianandrea Noseda e con le voci di
Dalibor Jenis (Guglielmo Tell), John Osborn / Enea
Scala (Arnoldo), Angela Meade (Matilde), Marina
Bucciarelli (Jemmy), Anna Maria Chiuri (Edwige),
Gabriele Sagona (Gessler), Marco Spotti (Gualtiero
Farst), Fabrizio Beggi (Melcthal padre), Mikeldi Atxa-
landabaso (Ruodi), Saverio Fiore (Rodolfo), Paolo
Maria Orecchia (Leutoldo), mentre il maestro del
Coro è Claudio Fenoglio. L’opera viene presentata
in forma di concerto e in lingua italiana. Prima tap-
pa Chicago, all’Harris Theater il 3 dicembre, poi tra-
sferta in Canada, a Toronto, alla Roy Thomson Hall
(in quella recita il ruolo di Arnoldo sarà affidato a
Enea Scala). A New York l’appuntamento è per il 7
dicembre alla Carnegie Hall (la sala da concerto sul-
la 7th Avenue inaugurata nel 1890), all’Isaac Sterne
Auditorium (2804 posti). Ultima tappa il 9 dicembre
nel Michigan, ad Ann Arbor, all’Hill Auditorium (sala
che ha ospitato Caruso e i Wiener Philharmoniker).
Ma a New York i complessi del Regio sono attesi da
due importanti appuntamenti che non hanno solo un
valore musicale ma anche simbolico: il 7 dicembre,
dalle 22, suoneranno nella sede di Eataly, una notte
all’opera per raccontare che la cultura italiana signi-
fica musica ma anche cibo; l’8 dicembre, alle 19,
saranno nella sede dell’Onu, il Palazzo di Vetro, per
una serata in occasione della conclusione del Seme-
stre di Presidenza Italiana dell’Unione Europea.
Facile immaginare che un progetto come questo ab-
bia bisogno di partner che lo sostengano e il Regio
li ha trovati in Barilla, Eataly, Eni e Lavazza. Ora non
resta che partire, alla conquista dell’America.
Il Teatro Regio
alla conquista dell’America
di Susanna Franchi
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