Sistema Musica - Dicembre 2014 - page 24

martedì 2 dicembre
Conservatorio
ore 21
Gli Archi dell’Orchestra
Filarmonica di Torino
Sergio Lamberto
maestro concertatore
Suyoen Kim
violino
OCCHI BAROCCHI
Albinoni
Sinfonia per 2 violini,
viola e continuo
Pachelbel
Canone e Giga per 3
violini e continuo
Bach
Concerto per violino,
archi e continuo
BWV 1041
Purcell
Suite per archi da
The fairy Queen
Vivaldi
Concerto per violino,
archi e continuo op. 8 n. 1
RV 269 (
La primavera)
S
alita alla ribalta delle cronache nel 2003, a
soli sedici anni, Suyoen Kim veniva allora definita
da un autorevole giornale danese «una star inter-
nazionale nuova di zecca» e la sua interpretazione
del
Concerto funebre
di Karl Amadeus Hartmann,
incisa con la Bayerische Kammerphilharmonie
diretta da Pietari Inkinen, era segnalata dal terzo
canale della BBC come la migliore disponibile sul
mercato. Ora che di anni ne ha ventisette, la vio-
linista di origini coreane – ma nata in Germania
– percorre il mondo sull’onda di una solida car-
riera internazionale, con un repertorio che spazia
senza paura attraverso la storia della musica degli
ultimi secoli e con alle spalle alcune registrazioni
d’eccellenza per la Deutsche Grammophon. Di-
retta come solista da musicisti del calibro di Kurt
Masur, Eliahu Inbal, Myung-Whun Chung, Steven
Sloane, Jan Latham-Koenig, Peter Ruzicka e Wal-
ter Weller, Suyoen Kim ha suonato con prestigio-
se orchestre tedesche, russe e coreane. Per farla
conoscere meglio al pubblico torinese, che avrà
l’opportunità di ascoltarla con il suo Stradivari
«exCroall» del 1684 in un concerto tutto dedica-
to alla musica barocca, le abbiamo rivolto alcune
domande.
Lei è nata in Germania da una famiglia coreana e
ha studiato in Europa: che cosa ha ereditato dalle
tradizioni di questi due continenti così diversi?
«Ho lottato parecchi anni per sentirmi a mio agio
con le due diverse mentalità e tradizioni, quella
tedesca e quella coreana. I miei genitori mi han-
no cresciuta perfettamente bilingue, quindi non
ho alcuna difficoltà a esprimermi anche in Corea
e questo mi ha molto aiutato a capirne la cultu-
ra, specialmente durante gli ultimi anni. Penso
di essere davvero fortunata perché essendo una
musicista sono più libera di esprimermi e non ho
bisogno di identificarmi come coreana o tedesca.
Quando si può comunicare attraverso la musica e
attraverso la padronanza della lingua, penso che il
mondo diventi molto più aperto».
Il suo repertorio spazia dalla musica barocca a
quella contemporanea: con quali autori sente di
avere maggiore affinità?
«Non ho autori preferiti, ma devo ammettere che
negli ultimi anni mi sono concentrata sul reperto-
rio classico austro-tedesco. Sento di essere ancora
in un periodo molto importante di formazione e
non voglio precludermi quegli autori che non co-
nosco ancora e che mi spaventano. In ogni caso
Bach, Beethoven, Mozart e Schubert faranno sem-
pre parte del mio sviluppo musicale e continuerò
sempre a studiarli e a eseguirli in concerto».
Il concerto che eseguirà a Torino è focalizzato
sulla musica barocca: qual è il suo autore pre-
ferito tra quelli in programma e quale quello più
vicino alla sensibilità contemporanea?
«Bach e Vivaldi sono compositori molto vicini alla
nostra sensibilità. Vivaldi aveva un eccezionale
senso del virtuosismo e un innato umorismo che
traspare nella sua musica. Penso sia assolutamen-
te comprensibile il fatto che le sue composizioni
siano tra le più popolari, non solo nella musica
classica ma anche in quella che incrocia più ge-
neri, la cosiddetta
crossover
. Anche se tutti hanno
ascoltato le
Stagioni
da qualche parte, magari al
supermercato, per strada o anche in una sala da
concerto, è sempre una grandissima gioia suonare
e ascoltare questa musica. È più difficile spiegare
perché Bach sia vicino alla nostra sensibilità ma
in definitiva penso che le sue composizioni non
andranno mai fuori moda: la sua musica è senza
tempo. Ogni volta che ascolti Bach puoi scoprire
qualcosa di nuovo e riscoprire qualcosa che ma-
gari avevi dimenticato».
È già stata in Italia? Cosa la affascina del nostro
Paese?
«Penso che qualsiasi persona che conosco ami l’I-
talia! Il vostro Paese offre così tante cose che in
Germania non abbiamo…Visto che adoro il buon
cibo, cucinare e provare nuovi sapori, penso che
in Italia ogni cibo abbia un gusto… più autenti-
co! Alcuni dicono che la Corea è l’Italia dell’A-
sia, perché anche noi amiamo il cibo e la buona
compagnia e siamo un po’ disordinati e pieni di
temperamento».
intervista
Suyoen Kim
«Amo la libertà di esprimermi
attraverso la musica»
di Daniela Gangale
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