«O
gni uomo è figlio del suo ambiente» diceva il didatta Shiniki
Suzuki e l’esperienza di Philippe Jordan ne è una perfetta dimostra-
zione.
Fin da bambino infatti era immerso nella musica: studiava violino e
pianoforte, cantava nel Sängerknaben di Zurigo e suo
padre, il direttore Armin Jordan, lo portava con sé alle
prove. Philippe si sentiva a casa sua nei teatri d’ope-
ra (a nove anni costruisce un modellino per le scene
dell’
Oro del Reno
!) e alla fine è stato naturale per lui
interessarsi alla direzione d’orchestra.
Sul suo percorso ha dichiarato: «Ci sono vari modi per
diventare un direttore. Un violinista ha il suo violino
da suonare, ma fare pratica con un’orchestra è un’op-
portunità molto rara. È difficile dire come si impara a
dirigere. Il mio modo è stato l’apprendimento attraver-
so l’esperienza». E che esperienza! Ancora studente
diventa assistente di Tate per la
Tetralogia
wagneriana
allo Châtelet di Parigi e poi, dal 1998 al 2001, di Ba-
renboim alla Deutsche Staatsoper di Berlino.
Da qui la sua carriera decolla: nominato direttore prin-
cipale dell’Opera e della Filarmonica di Graz, debutta
al Metropolitan, alla Royal Opera House e al Covent
Garden, alla Bayerische e alla Wiener Staatsoper, al
Teatro alla Scala e nei festival europei più prestigiosi.
Non ha neppure trent’anni quando sale sul podio dei
Berliner e dei Wiener Philharmoniker, e poi lo chia-
mano la Philharmonique de Radio France, l’Accade-
mia Nazionale di Santa Cecilia, la Chamber Orchestra
of Europe, la Mahler Chamber Orchestra e la Gustav
Mahler Jungendorchester, senza dimenticare le princi-
pali compagini del Nord America. Dal 2006 al 2010
è stato primo direttore ospite della Staatsoper Unter
den Linden di Berlino e oggi, a soli trentasei anni, gli è
stato affidato il ruolo di direttore musicale dell’Opera
National de Paris.
A chi gli chiede ragione della sua rapida ascesa Jor-
dan ricorda: «Bruno Walter ha diretto la sua prima
Sinfonia di Bruckner a diciotto anni, e Karajan dirige-
va ad Aachen quando ne aveva venticinque! Non è
questione di maturità, ma di esperienza».
Philippe Jordan
Imparare
dall’esperienza
di Laura Brucalassi
Thomas Hampson
Una vita coniugata
al futuro
T
homas Hampson, professione baritono, cinquantasei anni il
prossimo giugno, ha alle spalle una storia da “leggenda vivente”,
costellata di tappe memorabili: gli studi con Horst Günter ed Elisa-
beth Schwarzkopf, l’incontro con Leonard Bernstein agli inizi della
carriera, un repertorio sterminato, centocinquanta album alcuni dei
quali premiati con il Grammy Award, l’Edison Prizes e il Grand Prix
du Disque, le collaborazioni con gli enti più prestigiosi – l’ultimo
dei quali è la New York Philharmonic dove è il primo artista in
residence.
Ma la storia si costruisce di giorno in giorno, e Hampson continua
a stupire. Seguirlo su Facebook e Twitter (strumenti con i quali è a
suo agio) o sul suo sito, aggiornato quasi in tempo reale, permette di
constatare la vitalità di un artista proiettato in avanti, guidato dalle
proprie passioni. Tra queste anche la divulgazione e la creazione di
reti per la condivisione delle conoscenze, attraverso
un agile impiego delle tecnologie informatiche. Per
esempio, con il progetto
Song of America
, realizza-
to dalla sua Fondazione Hamsong (sic), promuove
l’esplorazione storica e l’ampliamento del patrimo-
nio vocale americano non solo con concerti, lezioni
e incisioni, ma anche con risorse interattive online.
Ciò che rende speciale Hampson è la profonda co-
noscenza della cultura del suo paese così come di
quella europea, assorbita sin dalla formazione. Ecco
perché oggi è al contempo ambasciatore della musi-
ca vocale americana e autorevole interprete del
Lied
tedesco, e di Mahler in particolare.
È naturale dunque che in occasione del biennio
2010-11 – a centocinquant’anni dalla nascita e cento
dalla morte del grande com-
positore austriaco – de-
dichi tanta parte della
sua attività all’au-
tore di
Des Kna-
ben Wunderhorn
:
oltre cinquanta
concerti in tutto
il mondo insieme
a sette compagini
come l’Orchestra del
Royal Concertgebouw,
la New York Philhar-
monic, la Ndr Sin-
fonieorchester e la
Gustav Mahler Jugen-
dorchester. Proprio
con quest’ultima lo
ascolteremo per la
prima volta a Tori-
no.
(l.b.)
martedì 19 aprile
Auditorium del Lingotto
ore 20.30
Gustav Mahler
Jugendorchester
Philippe Jordan
direttore
Thomas Hampson
baritono
Mahler
Lieder da
Des Knaben
Wunderhorn
Sinfonia n. 1 (
Titano
)
mercoledì 20 aprile
Auditorium del Lingotto
ore 20.30
concerto fuori
abbonamento
Gustav Mahler
Jugendorchester
Philippe Jordan
direttore
Burkhard Fritz
tenore
Thomas Hampson
baritono
Mahler
Sinfonia n. 10
Das Lied von der Erde
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