U
ltimo titolo in ordine cronologico della trilogia popolare,
La tra-
viata
segna per Verdi un preciso approdo stilistico: la capacità di scol-
pire i personaggi, di sbalzarne la psicologia in senso tridimensionale,
di reinventare gli affetti dell’opera barocca e classica in senso piena-
mente romantico, come emozioni in cui identificarsi. Emblematica
in tal senso è Violetta Valéry, una parte per cui Aleksandra Kurzak,
cantante polacca figlia d’arte – la madre Jolanta Z° murko, soprano di
brillante carriera, è stata una delle sue insegnanti – ha tutte le carte
in regola. Di impostazione belcantistica, timbro fascinoso e omoge-
neo, dal 2001 al 2007 è nella compagnia di canto della Staatsoper
di Amburgo, dove ha esplorato il repertorio da Mozart fino a Thomas
Ades; poi nel 2005 ha debuttato al Metropolitan e successivamente
al Covent Garden, al
Festival di Salisburgo
e a Monaco, imponendosi
così sui palcoscenici internazionali. L’anno scorso è stata applaudita
alla Scala come Gilda e a Varsavia ha debuttato con successo proprio
nel ruolo di Violetta.
Oltre a essere conosciuto e apprezzato dal pubblico del Teatro Re-
gio, Stefano Secco è oramai uno dei tenori italiani dalla carriera so-
lidissima, grazie alla bella voce, alla sicurezza interpretativa e alla
disinvoltura scenica. Con Alfredo, ruolo problematico perché irrisolto
come la natura del personaggio, ha un rapporto di intimità per averlo
interpretato molte volte, anche alla Scala con Riccardo Muti.
Fabio Maria Capitanucci è invece uno dei più interessanti baritoni
italiani della sua generazione, uscito da quella fucina di voci che è il
Lirico Sperimentale di Spoleto, e da lì volato nei maggiori palcosceni-
ci mondiali grazie a una voce sontuosa, calibrata in tutti i registri e a
una spiccata musicalità. Se il suo repertorio va da Mozart a Puccini,
in realtà proprio il teatro di Verdi è per lui un territorio ancora da
esplorare, così con Giorgio Germont avrà modo di mettere alla prova
le sue indubbie capacità in un ruolo che dagli accenti paterni si squa-
derna alla cattiveria perbenista piccolo borghese.
Nel ruolo di Flora Bervoix troviamo infine Chiara Fracasso, mezzoso-
prano dal bel timbro brunito e dalla notevole incisività di fraseggio.
Ha collaborato con varie formazioni orchestrali affrontando un vasto
repertorio sinfonico e operistico. In quest’ambito, in particolare, è sta-
ta Maddalena in
Rigoletto
(al Comunale di Bologna diretta da Daniele
Gatti), Amneris in Aida, Suzuki in
Madama Butterfly
e Teresa nella
Sonnambula
.
(l.d.f.)
N
essun dubbio che Franco Vassallo debba provare una parti-
colare emozione a interpretare
Rigoletto
: infatti, come ha dichia-
rato in un’intervista, dopo aver ascoltato a undici anni un disco
di quest’opera, prese la decisione, possiamo ben dire irremovi-
bile, di diventare cantante. E naturalmente la parte del buffone
della corte mantovana è una di quelle decisive nel teatro musi-
cale dell’Ottocento, poiché impone una notevole varietà espres-
siva, dallo stile discorsivo a quello più aulico, dall’espressività
grottesca alla furia e alla disperazione. Vassallo tuttavia ha dalla
sua una bella voce, una tecnica sicura e interpretativamente è
uno dei pochi cantanti italiani ad aver studiato il metodo Stani-
slavskij, come il pubblico del Regio avrà potuto apprezzare nella
recente produzione dei
Vespri siciliani.
Accanto a lui, Gilda sarà Irina Lungu, soprano lirico moldavo
che ha esordito nei primi anni 2000, si è costruita un repertorio
che ai classici affianca anche titoli non scontati –
Il corsaro
,
Ugo
conte di Parigi
– e da qualche anno si sta imponendo nei ruoli di
protagonista: la sua Violetta è stata applaudita l’anno scorso al
San Carlo di Napoli.
Il ruolo del Duca di Mantova invece sarà di Gianluca Terrano-
va, tenore con un cospicuo repertorio nell’opera pre-romantica
italiana, dove spicca il suo ruolo di Arnold nel
Guglielmo Tell
di
Rossini, una voce fluente, energica ed espressiva. Il Duca lo ha
interpretato varie volte, non solo all’Arena – dove ha dovuto con-
cedere il bis – ma anche lo scorso gennaio alla Scala, puntando
su una chiave di giovanile baldanza e virilità d’accento.
Nella perfetta macchina
teatrale costruita da
Verdi con
Rigo-
letto
, seppur se-
condari restano
fondamentali i
ruoli di Sparafu-
cile, interpretato
dal bravo Andrea
Papi, e Maddale-
na, Laura Brioli,
voce di soprano
dal fascino antico.
La traviata
:
i protagonisti
Rigoletto
:
i protagonisti
di Luca Del Fra
figurino di
Valentina Caspani
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