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N
onostante abbia riscosso consensi anche nell’af-
frontare il repertorio del secolo scorso, il nome di Chri-
stopher Hogwood è inevitabilmente legato ai grandi
compositori dell’epoca barocca, in particolare quelli
che, di nascita o di adozione, possono definirsi suoi con-
terranei: Purcell e Haendel. Ma, oltre al Bach “obbliga-
torio”, è impossibile − soprattutto per chi è specializzato
nelle grandi opere vocali settecentesche − prescindere
da Mozart e dal suo
Requiem
. I punti di contatto tra il
capolavoro ultimo mozartiano e Haendel sono, come
sappiamo, molteplici e Hogwood, che è un estremo
conoscitore del caro Sassone, sa come esplorare il
Requiem
alla luce della sua esperienza haendeliana.
Assieme a Trevor Pinnock, Hogwood, a 69 anni, è il più
eminente difensore britannico di una tradizione clavi-
cembalistica importante e soprattutto di una cultura filo-
logica che periodicamente torna a farsi discutere: «esse-
re filologici – ha dichiarato – significa conoscere la mu-
sica». Solo collocando storicamente autore e composi-
zione, dunque, si riesce a leggere nella maniera corretta
la musica. Poi, come affermano altri accaniti sostenitori
dell’aderenza ai testi e ai modi originari, interpretare in
chiave moderna è lecito, purché non si pretenda di sdo-
ganarlo come l’unico modo possibile e accettabile oggi.
Punti di vista. Una cosa però è certa: grazie a musicisti
come Hogwood noi oggi possiamo fare esperienza di
quella leggerezza (che non vuol dire superficialità) delle
grandi composizioni del periodo barocco e classico che
molte interpretazioni moderne hanno spesso caricato di
una
gravitas
del tutto fuori luogo. E il
Requiem
di Mo-
zart, che sì parla della morte, non può essere comunque
vissuto come opera mortifera.
(f.c.)
mercoledì 31 marzo
ore 21 - turno blu
giovedì 1 aprile
ore 20.30 - turno rosso
Auditorium Rai
Arturo Toscanini
Orchestra Sinfonica
Nazionale della Rai
Coro Filarmonico
«Ruggero Maghini»
di Torino
Christopher Hogwood
direttore
Claudio Chiavazza
maestro del coro
Rachel Harnisch, Rosa
Bove, Jörg Schneider,
Christof Fischesser
solisti
Haydn
Sinfonia Hob. I n. 104
Mozart
Requiem
K. 626
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oto in Italia soprattutto per la sua direzione, tra il 1989
e il 1995, del Cantiere Internazionale d’Arte di Montepul-
ciano, Markus Stenz è campione soprattutto nel repertorio
musicale tedesco (è, per fare un esempio, tra i più affidabili
interpreti della musica di Hans Werner Henze). E si destreg-
gia bene anche con repertori piuttosto diversi, come in que-
sto programma torinese dove spicca, tra la
Sinfonia
n. 3
di Schumann e i frammenti sinfonici da
Daphnis et Chloé
di Ravel, il
Preludio
all’ope-
ra
Die Gezeichneten
di Franz Schreker.
Maestro Stenz, quali sono i punti di contat-
to tra le musiche in programma?
«Tutto il concerto è una celebrazione della
luce. La
Sinfonia
di Schumann emana luce
in particolare nei movimenti estremi, il primo
e il quinto. Schreker trova la luce attraverso la
brillante orchestrazione. E Ravel illumina
dopo l’“alba” iniziale».
In passato Schumann era consi-
derato un orchestratore non ec-
celso; oggi per fortuna in pochi
credono che sia così…
«Le Sinfonie di Schumann
sono orchestrate magnificamente, sono piene di fantasia;
tuttavia è necessaria una certa cura. Io cerco di rivedere
molte dinamiche per far brillare la musica. La bellezza di
Schumann sta nel bilanciamento del suono orchestrale».
Schreker non è un compositore molto eseguito. Per-
ché il suo nome è caduto così presto nell’oblio?
«L’accoglienza nei confronti di Schreker va e viene. Ci
sono momenti in cui la sua opera
Die Gezeichneten
vie-
ne rappresentata in molti teatri simultaneamente e altri in
cui l’attenzione per la sua gloriosa musica “iper-romanti-
ca” è minima. Trovo personalmente che il puro e raffinato
entusiasmo del suo vasto
Vorspiel zu einem Drama
sia
semplicemente mozzafiato».
Quali sono i suoi prossimi appuntamenti?
«Ho diversi impegni, a Colonia in particolare. Ho una
produzione di Eötvös,
Love and other Demons,
e un
nuovo
Don Giovanni
realizzato da Uwe Erik Laufenberg;
in più, a giugno, una serie di conduzioni wagneriane
per il
Ring
di Robert Carsen. E poi per i concerti sinfo-
nici sarà preminente la musica di Mahler che io ese-
guo e incido con la Gürzenich Orchestra Cologne,
Compagine per la quale il compositore scrisse la sua
Quinta sinfonia
».
(f.c.)
giovedì 11 marzo
ore 20.30 - turno rosso
venerdì 12 marzo
ore 21 – turno blu
Auditorium Rai Arturo
Toscanini
Orchestra Sinfonica
Nazionale della Rai
Markus Stenz
direttore
Schreker
Vorspiel zu einem Drama
(Die Gezeichneten)
Schumann
Sinfonia n. 3 op. 97
(Renana)
Ravel
Daphnis et Chloé
,
frammenti sinfonici
dal balletto
Markus Stenz
Una bacchetta che fa brillare la musica
intervista
Il
Requiem
di Mozart
secondo Hogwood