Sistema Musica - Marzo 2010 - page 16

sistemamusica
orchestrasinfonicanazionaledellarai
16
giovedì 4 marzo
ore 20.30 - turno rosso
venerdì 5 marzo
ore 21 - turno blu
Auditorium Rai
Arturo Toscanini
Orchestra Sinfonica
Nazionale della Rai
Voxonus Choir
Jeffrey Tate
direttore
Alessandro Toffolo
maestro del coro
Annette Dasch
Brigitte Jäger
Stefanie Irányi
Silvia Beltrami
Anthony Dean Griffey
Sune Rémi Hjerrild
Christof Fischesser
Daniel Borowski
solisti
CONCERTO DEDICATO
ALLA MEMORIA
DI SERGIO SABLICH
Mendelssohn
Elias
, oratorio op. 70
L
’attacco è folgorante, inatteso, lontano da ogni schema, regola e canone:
Elias
, contro ogni aspettativa,
inizia con un breve, incalzante recitativo che dà subito voce, prima che a chiunque altro, al profeta e alle sue
parole:
«Non ci sarà rugiada, né pioggia quest’anno».
È l’annuncio della piaga divina della siccità, il castigo
del cielo al quale è legato, indissolubilmente, il nome di Elia. Solo quando l’ultima frase si è spenta
(«E così,
secondo le mie parole»)
inizia, repentinamente, l’
ouverture
: una vera e propria fuga in stile florido, il cui
soggetto racchiude, quasi come una serpe in seno, l’intervallo dissonante di tritono. Questo capovolgimento
“teatrale” tra recitativo e
ouverture
, questa plateale inversione di ruolo tra voce e strumenti è forse il segno
più limpido e, al tempo stesso, l’invaso del groviglio di contraddizioni dal quale prende vita il primo grande
Oratorio mendelssohniano.
Composto nel 1846 e presentato ufficialmente in pubblico il 26 agosto dello stesso anno al Festival di Bir-
mingham, in Gran Bretagna,
Elias
è opera tarda, estrema del genius di Mendelssohn e forse proprio per questo
rivela, dietro la trama superficiale della forma e del suono, l’ordito delle figure fondamentali del suo stile
compositivo.
Il pilastro più solido che sostiene l’intero edificio dell’
Oratorio
è rappresentato in primis dalla fiducia cieca,
da parte di Mendelssohn, nei valori fondanti e nella pratica musicale dell’antico contrappunto tedesco di
matrice barocca. Come nel movimento conclusivo del
Lobgesang
lo strato più profondo del minerale stilistico
è costituito dalla
lectio
irriducibile del pensiero compositivo di Johann Sebastian Bach: una vera e propria
fibra vitale che si invera in alcune esplicite e plateali citazioni, come ad esempio la grande aria di Elia della
seconda parte,
«Es ist genug, so nimm nun, Herr, meine Seele»,
calco palese, come molti hanno
notato, dell’aria
«Es ist vollbracht»
della
Johannes Passion
.
Ma lungo i quarantaquattro numeri di
Elias,
che seguono la canonica alternanza tra recitativi,
arie, concertati e cori, non scorre soltanto lo spirito dell’
ars vetus
tedesca, ossia della tradizio-
ne, a lungo rimossa e appena riscoperta, del glorioso contrappunto barocco. In ogni luogo
dell’
Oratorio
Mendelssohn intarsia nel mosaico di una fuga, di un’aria “bachiana” o di una figu-
razione retorica di sapore seicentesco la tessera luminosa di una
ars nova
consapevolmente intrisa
di una già matura
romantik
. Come ha genialmente intuito Carl Dahlhaus, infatti, anche Mendelssohn,
insieme ai compositori che appartengono alla
koinè
settentrionale e luterana della civiltà
musicale tedesca, congiunge direttamente lo
stylus
barocco allo
stylus
romantico,
senza attraversare il ponte “meridionale” del classicismo viennese. Ed
Elias
è la
dimostrazione più persuasiva di questo scarto violento e a volte sorprendente.
La severità del contrappunto e l’effusività lirica del canto convivono infatti,
fianco a fianco, con disarmante naturalezza. Nella prima parte, ad esempio,
l’aria in stile “patetico” di Abdias
(«So ihr mich von genzem Herzen suchet»)
si salda senza soluzione di continuità con il corale animato e impulsivo
intonato dal Popolo
(«Aber der Herr sieht es nicht»).
Oppure, in maniera
ancora più diretta, l’aria del soprano che apre la seconda parte
(«Hoere,
Israel, hoere des Hern Stimme»)
si lascia quasi penetrare, grazie a una
inattesa modulazione bifocale da si minore a si maggiore, da un coro
martellante e gioioso in ritmo di marcia
(«Furchte dich nicht, spricht
unser Gott»).
Il racconto della vita del profeta Elia e dei suoi prodigi (la resurre-
zione del figlio della vedova, la lotta contro gli adoratori di Baal e
la sconfitta della siccità), oggetto pochi anni dopo la prima esecuzio-
ne del vergognoso attacco antisemita di Richard Wagner, è dunque
il terreno di elezione, per Mendelssohn, sul quale portare a termine il
disegno della saldatura storica tra le radici del Barocco tedesco e i frutti già
maturi della
romantik
europea.
L’
Elias
di Mendelssohn
Un perfetto connubio di barocco
e romantico
di Guido Barbieri
Christof Fischesser
1...,6,7,8,9,10,11,12,13,14,15 17,18,19,20,21,22,23,24,25,26,...28
Powered by FlippingBook