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È
appena ventenne Arianna Dotto, violinista italoamericana
fresca di diploma, vincitrice di numerosi concorsi (tra cui il «Luigi
Nono» nel 2007) e ora studentessa a Berlino. Arianna ha formato
neanche due anni fa il suo personale quartetto, il Lyskamm, e nel
concerto del 18 maggio per la rassegna
Giovani Talenti
suonerà
nella prima parte da sola e nella seconda insieme con il pianista
Luca Marcossi, suo compagno an-
che nella vita.
Ha scelto lei il programma?
«Per i pezzi da solista certamente
sì. C’è una relazione molto stretta
tra la
Seconda partita
di Bach e la
Ballata
di Ysaÿe. La tonalità è la
stessa e in più la composizione
di Ysaÿe è chiaramente ispirata
a quella bachiana. La
Sonata
di
Brahms è la mia preferita: è un
pezzo perfetto, né troppo roman-
tico né troppo poco; allo stesso
modo adoro quella di Debussy
per la sua brevità e ironia».
Ysaÿe è un autore molto amato
dai giovani violinisti. Sa spiegare
il perché di questa predilezione?
«La caratteristica di Ysaÿe che
apprezzo – e credo apprezzino
anche altri violinisti − è che gli
elementi virtuosistici sono certa-
mente preminenti, ma non sono
mai esagerati, esplicitamente fri-
voli; hanno un carattere e un per-
ché. Il fatto poi che i pezzi siano
stati scritti nel Novecento ci rende
più facile lo studio, li sentiamo
più vicini. Paganini per esempio
lo sentiamo più lontano nel tem-
po e i suoi virtuosismi ci sembra-
no ormai puro circo. In quelli di
Ysaÿe riconosco invece un valore
musicale più profondo. I
Capricci
sono “scomodi”, hanno un ca-
rattere settecentesco lontano dai
miei tempi. E poi in ogni Capric-
cio di Paganini ci sono un paio di
tecniche di studio, nelle Sonate di
Ysaÿe c’è un po’ di tutto».
intervista
Arianna Dotto
«La
Sonata
di Brahms
è la mia preferita»
martedì 18 maggio
Politecnico - Aula Magna
ore 21
Arianna Dotto
violino
Luca Marcossi
pianoforte
GIOVANI TALENTI II
Bach
II Partita per violino solo
BWV 1004
Ysaÿe
Sonata n. 3 per
violino solo
(Ballade)
Brahms
Sonata n. 1 op. 78
(
Regensonate
)
Debussy
Sonata
Saint-Saëns-Ysaÿe
Caprice d’après l’Étude
en forme de Valse
U
nica nel suo genere, l’Accademia Corale «Stefano Tempia» è
da più di un secolo un importante riferimento italiano per la forma-
zione corale e vocale. «Nasce nel 1875 – racconta Guido Maria
Guida, che ne è direttore artistico dal 2008 – dall’opera del compo-
sitore e violinista piemontese Stefano Tempia. È la prima istituzione
corale organizzata italiana e può vantare momenti importanti, come
la prima esecuzione in Italia del
Judas Maccabeus
di Haendel nel
1885 e della
Nona sinfonia
di Beethoven a Torino nel 1888».
Fin dalla sua fondazione l’Accademia «Stefano Tempia» è sem-
pre stata un importante punto di riferimento per la didattica del
canto corale. Centinaia di amatori si sono formati al suo interno,
alimentando la grande utopia sociale che vede nella vita di un
coro un modello di solidarietà di gruppo, rispetto reciproco e va-
lorizzazione del singolo, ma anche la nobile utopia estetica che
elegge la musica quale educatrice morale e spirituale degli uomi-
ni. Oggi la Scuola dell’Accademia ha preso il nome di Corsi di
Orientamento Musicale a Indirizzo Corale ma gli intenti di fondo
non sono cambiati: divulgare la conoscenza e la pratica del canto
corale attraverso un solido percorso di studio. «Lettura musicale,
vocalità e pratica corale sono i terreni di un esercizio costante per
comprendere la teoria ed esercitare la tecnica, maturare abilità
fisiche e iniziarsi alle sottigliezze dello stile – continua Guido Ma-
ria Guida. Facciamo continuamente selezioni (il nome del bando
è
Unisciti al coro
). Sono richiesti determinati requisiti tecnici e vo-
cali per entrare: chi non ne fosse
in possesso può passare un pe-
riodo di formazione presso la no-
stra scuola. Ogni anno gli allievi
dei Corsi diventano i protagoni-
sti di un concerto che riassume
il percorso svolto in otto mesi di
impegnativo tirocinio: due sere
alla settimana (circa centocin-
quanta ore di lezione da ottobre
a maggio) dedicate alle diverse
materie in cui si articola lo stu-
dio. Quest’anno il concerto pro-
pone due parti in netto chiaro-
scuro, la prima seria, la seconda
ludica, l’una confinata in pagine
sacre rinascimentali e barocche,
l’altra aperta a diverse sperimen-
tazioni vocali, soprattutto con-
temporanee. L’intento è quello
dichiarato nel titolo: portare un
po’ a spasso gli ascoltatori, ma
con la voce».
(f.c.)
Scuola di
canto corale
Un fiore all’occhiello
dell’Accademia
lunedì 24 maggio
Tempio Valdese
ore 21
Scuola di canto corale
dell’Accademia
«Stefano Tempia»
Coro degli allievi dei Corsi
di Formazione Corale
Pietro Mussino
direttore
Lino Mei
direttore, organo,
pianoforte
Julia Kunyavskaya
mezzosoprano
A SPASSO CON LA
VOCE: TRADIZIONE E
INNOVAZIONE
di Federico Capitoni