Le lotterie e le tombole erano già in voga presso gli antichi romani: durante le feste saturnali vari biglietti numerati venivano distribuiti ai partecipanti che potevano aggiudicarsi oggetti di medio-basso costo. La formula fu perfezionata da Augusto, che decretò la nascita di vere e proprie lotterie di stato, e da Nerone, che istituì premi di ingente valore. Lo schema di svolgimento delle lotterie - che garantisce un'entrata certa per chi le organizza, in quanto l'ammontare del montepremi risulta inferiore al valore ricavato dalla vendita dei biglietti - ha dunque sempre rappresentato un ingente introito per le finanze pubbliche. Le lotterie, intese come estrazioni a sorte di biglietti numerati progressivamente e finalizzate alla distribuzione di cospicui premi in denaro, ebbero un forte impulso in Piemonte sul finire del XVII secolo. A partire dalla seconda metà del Seicento le tradizionali entrate fiscali del ducato di Savoia non garantivano più adeguati finanziamenti in grado di sorreggere le ingenti spese militari. Oltre all'"erezione del Monte di San Giovanni Battista di Torino", si andavano profilando altri sistemi di reperimento dei fondi per sopperire alle necessità del Ducato. In particolare, il 1693 fu un anno tragico: gli sconvolgimenti della guerra sommati a pessimi fattori climatici, provocarono una serie di cattivi raccolti che si tradussero in generalizzati aumenti dei prezzi dei beni di prima necessità. Vittorio Amedeo II operò ogni sorta di tentativo per fronteggiare la situazione; il sovrano chiese alla Città un "donativo" di 100.000 lire, ma l'amministrazione comunale rispose domandando a sua volta il permesso di bandire una lotteria simile a quelle in voga a Venezia e Parigi. Da allora seguirono molte altre riffe: l'estrazione dei numeri da parte di alcuni bambini bendati e con le mani "inguantate", avveniva tramite la ruota dei quattro globi. Il vicario leggeva le cifre impresse sulla pallina estratta a sorte che poi passava di mano in mano: dai sindaci ai decurioni, dai testimoni - alcune persone scelte a caso fra il pubblico -, fino ai due banditori preposti a urlare alla folla i numeri sortiti, in lingua italiana e in dialetto piemontese. Questo consolidato modello di gioco rimase a lungo inalterato; per oltre un secolo il momento dell'assegnazione dei premi costituì un'occasione di festa per tutta la città: alla solennità delle operazioni di sorteggio, effettuate sul balcone del Palazzo civico, faceva da contraltare il folkloristico palcoscenico offerto dalla piazza sottostante ricolma di gente che affollava il variopinto e animato mercato, il cui brusio era improvvisamente interrotto dagli squilli di tromba che cadenzavano i rituali passaggi delle estrazioni. |
La macchina per l'estrazione dei numeri della lotteria composta
da quattro globi rispettivamente per le migliaia, centinaia,
decine e unità e il cartello da compilare man mano che
i numeri venivano estratti. Biglietto della lotteria. Dichiarazioni di nascita dei bambini addetti alle estrazioni
rilasciate dalle parrocchie. Torino, 24 settembre 1743 e 10 dicembre
1746. |
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