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BACHECA N. 2: IL GIOCO DEL LOTTO

La nascita del lotto in Italia ha radici antiche: alcuni fanno risalire l'origine del gioco al XV secolo, quando a Milano una sorta di tombola, ideata da Francesco Taverna, assegnava ai fortunati vincitori sette o otto "borse di ventura" contenenti un numero decrescente di ducati, estratte a sorte fra tutti i partecipanti. Ma la comparsa del gioco del lotto simile a quello che tutt'oggi è praticato nelle ricevitorie, risale presumibilmente alla fine del XVI secolo.

L'ordinamento della Repubblica di Genova prevedeva l'elezione di cinque componenti del Serenissimo Collegio tramite estrazione a sorte dei nominativi da una rosa di 120 candidati, posti in un'urna detta "seminario". È evidente che tale sistema elettorale non poteva lasciare indifferenti gli amanti del gioco d'azzardo, i quali ben presto iniziarono a scommettere sui candidati eleggibili, prima clandestinamente e poi in modo lecito in seguito alla regolarizzazione del lotto, puntando su uno o più nominativi che, se pronosticati simultaneamente, originavano non solo semplici "estratti" ma anche "ambi" e "terni". La riduzione dei candidati da 120 a 90 e la sostituzione dei nominativi con i numeri, completarono a grandi linee il processo di evoluzione che portò gradualmente alla formula del lotto attuale.

La crescente smania da gioco d'azzardo offriva ai cittadini più fantasiosi e intraprendenti molteplici occasioni per ideare e gestire nuovi "lotti"; in questo quadro il memoriale a capi del 12 settembre 1674 introdusse anche nel Ducato di Savoia il cosiddetto "Lotto delle zitelle", presente in molte altre località italiane, i cui proventi sarebbero andati a "beneficio di venti povere figlie ogni anno". I nominativi estratti a sorte erano ricavati da una lista composta da cento ragazze nubili; le cinque fortunate estratte si aggiudicavano cento lire a testa.

Fu Vittorio Amedeo II a legalizzare "il lotto detto volgarmente giuoco di Genova" nello stato sabaudo con un memoriale a capi del 15 aprile 1696, provvedimento recepito con Lettere Patenti del successivo 28 aprile.
Nel periodo dell'annessione alla Francia (1798-1814) a Torino furono introdotte le stesse regole adottate per la "Lotteria Imperiale di Francia". Gli estratti semplici "accordavano" una vincita pari a quindici volte la posta giocata, gli ambi 270, i terni 5.550, le quaterne 75.000. Il pronostico delle "sorti determinate" prevedeva anche l'individuazione dell'esatto ordine di uscita dei numeri giocati e forniva, ovviamente, vincite maggiori.

lista degli estratti lista dei candidati

Lista dei magistrati ed elenco dei nomi estratti nel gioco del Seminario svoltosi a Genova nell'anno 1743.
(Collezione V, voll. 1009 e 1011)

regole lotteria imperiale biglietto lotteria imperiale

Avviso al pubblico contenente le regole della Lotteria Imperiale di Francia, Torino, 30 settembre 1797, e biglietto con giocate di terno e quaterna sulla ruota di Torino, 1800.
(Archivio dell'Ospedale di Carità, cat. XVI parte II, busta 19, fasc. 1, doc. 4 e Nuove acquisizioni, 1480)

almanacco torinese

La specula dei pronostici antichi e moderni, almanacco, Torino, Luigi Baratta, 1826.
(Collezione Simeom, F 518)

la stella della fortuna

Etoile du bonheur. La stella della fortuna in Nuovo almanacco della stella ossia la chiave d'oro, Torino, Appiano, 1814.
(Collezione Simeom, F 525)

tavola illustrata della cabala

Nota alfabetica dei nomi coi loro numeri e tavola illustrata della cabala in La vera ed antica borsa d'oro, almanacco, Torino, Luigi Baratta, 1824.
(Collezione Simeom, F 625)

almanacco torinese

Il passatempo ossia l'almanacco dei faceti, Torino, Francesco Binelli e Figli, 1818.
(Collezione Simeom, F 594)

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