Città di Torino

Il Carnevale è una festa di origini antichissime, di chiara matrice contadina: essa celebra la fine dell'inverno, il risveglio della natura e la ripresa del ciclo produttivo con riti propiziatori dell'abbondanza spesso comici e licenziosi e con un rovesciamento dei ruoli definiti nella società. Banchetti, danze, lazzi faceti e travestimenti e in generale un clima di trasgressione generavano inevitabilmente problemi di ordine pubblico che furono all'origine di numerosi provvedimenti repressivi assunti dalle autorità per impedire comportamenti giudicati pericolosi o criminali. Di conseguenza, come spesso accade quando si indaga sulla vita quotidiana del passato, sono queste le uniche testimonianze sopravvissute dei carnevali più lontani nel tempo, in quanto le uniche affidate alla scrittura. In particolare i provvedimenti vietavano i travestimenti e punivano con pene severissime chi si aggirava per la città dopo il tramonto a volto coperto e senza lume.

Se per secoli le notizie sono sporadiche e frammentarie, la situazione muta radicalmente a partire dal 1857, quando a cortei mascherati improvvisati si sostituiscono eventi spettacolari accuratamente organizzati a cura di commissioni formate da uomini di cultura, artisti e commercianti di cui rimangono preziose testimonianze iconografiche e documentarie.

Felice Cerruti
La mascherata de' Pierrots, nell'ultima domenica di Carnovale 1857.
Bozzetto preparatorio e litografia a colori, stampata dai Fratelli Doyen, 1857.
(Collezione Simeom, D 1931, 1932)

Felice Cerruti
I Beduini ed i Pierrots, nell'ultimo giorno di Carnovale 1857.
Bozzetto preparatorio e litografia a colori, stampata dai Fratelli Doyen, 1857.
(Collezione Simeom, D 1933, 1934)