giovedì 12 dicembre
turno rosso
venerdì 13 dicembre
turno blu
Auditorium Rai
Arturo Toscanini
ore 20.30
Orchestra Sinfonica
Nazionale della Rai
Coro Maghini
Ivor Bolton
direttore
Claudio Chiavazza
maestro del coro
Sylvia Schwartz
soprano
Olivia Vote
mezzosoprano
Jeremy Ovenden
,
Hjerrild Sune
tenori
Umberto Chiummo
basso
Mozart
Sinfonia K. 385
(Haffner)
Schubert
Messa D. 950
venerdì 20 dicembre
Auditorium Rai
Arturo Toscanini
ore 20.30
Concerto fuori
abbonamento
Orchestra Sinfonica
Nazionale della Rai
Juraj Va¶uha
direttore
CONCERTO DI NATALE
LES VALSES
Musiche di Weber,
µajkovskij, Glazunov,
Ravel, R. Strauss,
Waldteufel, J. Strauss
Ivor Bolton:
la varietà elastica
di un direttore in carne
di Oreste Bossini
I valzer più eleganti
per il Natale di Val¶uha
con la Rai
I
vor Bolton appartiene a quel genere di uomini in carne ma d’insospettabile agilità, di cui John Belu-
shi rappresenta l’indiscusso campione. Del resto è un’ottima forchetta e a Salisburgo lo potete incontrare
facilmente al Purzelbaum, un ristorante di stile Art Nouveau famoso per gli scampi
gürstl
e l’agnello in
salsa di vino. Bolton passa parecchio tempo a Salisburgo, perché dal 2004 è diventato
Chiefdirigent
del
Mozarteumorchester, l’orchestra sinfonica cittadina. Non è una formazione qualunque, perché il nucleo
originario fu fondato nel 1841 con l’aiuto e la benedizione di Constanze, la tanto deprecata e vilipesa ve-
dova di Mozart. Così come siede a tavola con gran gusto, Bolton ama la varietà anche per quanto riguarda
la musica. All’università aveva cominciato con la matematica, ma ben presto si rese conto che la sua strada
era la musica. Il Clare College di Cambridge è uno degli istituti più musicali, grazie soprattutto al famoso
coro a cappella. È stato anche uno dei primi college maschili ad accettare le ragazze, negli anni Settanta, e
al Clare Bolton ha incontrato la sua futura moglie, Tess Knighton, importante studiosa della musica urbana
spagnola e catalana del Cinquecento. A Cambridge, Bolton ha studiato musica antica e poi ha cominciato
la carriera come clavicembalista e direttore di coro, secondo un copione seguito da tanti meravigliosi in-
terpreti anglosassoni come William Christie, Trevor Pinnock, Christopher Hogwood. Nel tempo, il suo stile
elastico e dinamico di far musica lo ha fatto amare in teatro, specie quando si trattava di allestire opere rare
o poco rappresentate. Il Barocco e il primo Classicismo rimangono i punti forti del suo repertorio, tanto che
Bolton si occupa da trent’anni a Londra del
Lufthansa Baroque Festival
, una rassegna dedicata al Settecento.
Ma Bolton, a dispetto della figura da orso, passa agilmente dalla
confiserie
del teatro barocco ai sapori più
aspri e dissonanti della musica del Novecento e ai piatti sostanziosi del grande Ottocento, interpretando
con successo sia il Mozart giovane della
Finta giardiniera
che il teatro di Janá¶ek, sia i lavori di Haydn che
le
Sinfonie
di Bruckner.
L
a grande differenza, quella che tramuta il movimento in poesia, la fa il passo strisciato. Il fondamentale
contributo della cultura francese all’avvenire del valzer risiede proprio nella scarpa che carezza il pavi-
mento. Un tocco lieve che supera gli allegri saltelli degli austriaci e, soprattutto, i loro rustici ed espliciti
rituali amorosi. La musica stessa trasforma il suo carattere, il tempo si allarga e si stempera in sognante
malinconia. L’Orchestra della Rai dedica il Concerto di Natale – che riscuote puntualmente un’affluenza
eccezionale – alle “Valses”, ovvero alle peregrinazioni nel tempo e nello spazio della danza tradizionale
austriaca. La bacchetta del giovane direttore Juraj Va¶uha accompagna il pubblico e l’Orchestra nelle abba-
glianti sale parigine in cui – quasi due secoli fa – risuonavano le note di Emile Waldteufel, il cui successo ne
fece l’unico vero antagonista francese della dinastia degli Strauss. Le stesse sale che ospitarono l’
Invito alla
danza
di Weber, nella fantasiosa e innovativa orchestrazione di Berlioz. La malinconia di
Valse de concert
di Glazunov diventa nostalgia senza speranza nei valzer del
Rosenkavalier
di Richard Strauss, ma anche
commosso e sfrontato addio alla vita ne
La valse
di Maurice Ravel, che ne racconta di suo pugno l’ispira-
zione: «Attraverso dense nuvole di vapore, si distinguono a tratti coppie che danzano. Mentre la nebbia si
dissolve, la scena s’illumina mostrando un’immensa folla che danza vorticosamente».
(a.t.)
sistemamusica
orchestrasinfonicanazionaledellarai
20