Sistema Musica - Dicembre 2013 - page 24

domenica 1 dicembre
Conservatorio - ore 17
prova generale
martedì 3 dicembre
Conservatorio - ore 21
Orchestra Filarmonica
di Torino
Francesco Cilluffo
direttore
Claudia Barainsky
soprano
Arttu Kataja
basso
ABISSI
Šostakovi¶
Sinfonia n. 14 op. 135
«
D
er Tod ist gross
». Questo il primo verso di
Finale
, poesia che chiude il
Libro delle immagini
, raccolta
giovanile di Rilke che Šostakovi¶ sceglie a sua volta per concludere, siamo nel 1969, la
Quattordicesi-
ma sinfonia
. La morte, dunque, per il poeta è
gross,
aggettivo davvero singolare per definirla, ma che ci
potrebbe aiutare a capire la complessità di quest’opera, fornendoci una possibile chiave di accesso. Che
la morte sia terribilmente efficiente, per cominciare, ce lo dicono tutti e undici i numeri della
Sinfonia
.
Ci dicono che questa efficienza si esercita in modo spesso arbitrario, colpendo con maggior violenza
i più deboli, magari soldati in guerra o prigionieri (nn. 5, 7 e 8); e colpisce i più sensibili, come i poeti
appunto (nn. 4, 9 e 10) e gli innamorati (nn. 1 e 6). Quindi è
gross
nel senso del potere che esercita, ma
anche grossolana nel suo agire impietoso e cieco.
Del resto, Rilke scrive dopo quel primo verso: «Noi siamo le sue facce sorridenti». Sembra di vedere un
quadro di Grosz per un verso, quello del sarcasmo, di Schiele per l’altro, quello del dolore insanabile.
Grossolana nel suo ridere di noi attraverso noi; noi che troppo spesso, come sottolineano i versi scelti da
Šostakovi¶, siamo la causa stessa della morte di altri esseri umani. Efficiente, sarcastica, impietosa. Rilke,
infatti, conclude così: «Quando ci crediamo nel mezzo della nostra vita, osa piangere in mezzo a noi».
Piange di rabbia (magari perché non è riuscita a ghermire la sua preda) o di gioia (perché, al contra-
rio, ha ottenuto il suo scopo)? Il poeta non lo dice, ma entrambe le alternative sono possibili: «Entra
ed esce dalla taverna» afferma Lorca (dei cui versi s’impossessa il compositore, assieme a quelli di
Apollinaire, Küchelbecker e del citato Rilke) nella
Malagueña
, che costituisce il secondo numero
della
Sinfonia
.
Šostakovi¶ torna dunque sul tema della morte (lo aveva fatto più volte nel corso della sua carriera), sfidan-
do gli ascoltatori: ad essi chiede di guardare la morte negli occhi, di ascoltare quella sua sardonica risata,
di osservarne il ghigno. Quella
morte che ha il volto dell’ama-
to o dell’amata, del nemico, del
carceriere, persino il nostro stes-
so. Non siamo di fronte a una
sinfonia a programma.
Šostakovi¶ sceglie una strada
diversa: quella della messa in
musica del pensiero, critico e
razionale per un verso, poetico
nella sua modalità espressiva per
l’altro. Ed è una sfida anche per
gli interpreti che, numero dopo
numero, sono chiamati a descri-
vere al pubblico una sorta di tas-
sonomia affettiva sonora, dando
suono non solo a quelle medi-
tazioni, ma anche alle emozioni
che ne costituiscono l’origine.
Questo il compito dell’Orche-
stra Filarmonica di Torino, af-
fidata a Francesco Cilluffo nel
quadro di una collaborazione
triennale, e delle voci – sopra-
no e basso – per questa esecu-
zione rispettivamente Claudia
Barainsky e Arttu Kataja.
Guardare la morte negli occhi
con la
Sinfonia n. 14
di Šostakovi¶
di Fabrizio Festa
A
ncora una volta l’Orchestra Filarmonica di Torino darà il
benvenuto al nuovo anno con un concerto speciale, nel quale le
tradizionali musiche dello Strauss più spumeggiante si alternano
a cinque brani da un minuto appositamente commissionati ad
altrettanti autori di tutto il mondo. Lo statunitense Michael Salter, di
formazione jazzistica, aprirà verso orizzonti d’oltreoceano; Patrick
Burgan con la sua
Danse Sylvestre
riporterà alla raffinatezza della
tradizione armonica francese; gli italiani Orazio Sciortino, Matteo
Manzitti e Marco Nodari mostreranno invece il ventaglio dei diversi
orientamenti estetici del presente, senza mai dimenticare, però,
la necessità per la nuova musica di far arrivare al pubblico idee,
pensieri, emozioni e gioia come è giusto che sia per un Concerto
di San Silvestro.
La bacchetta sarà affidata ad Alessandro Cadario, classe 1979,
direttore che sta richiamando una crescente attenzione per l’energia
e la particolare
verve
con le quali guida l’orchestra: gli ingredienti
per una serata da ricordare ci sono dunque proprio tutti.
(oft)
Il Concerto
di San Silvestro
martedì 31 dicembre
Conservatorio
ore 19.30
fuori abbonamento
Orchestra Filarmonica
di Torino
Alessandro Cadario
direttore
CONCERTO
DI SAN SILVESTRO
Musiche
della famiglia Strauss
e cinque brani
da un minuto
commissionati dall’Oft
a Sciortino, Salter,
Manzitti, Nodari,
Burgan
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