SAPER ASCOLTARE
Quattro esercizi d’ascolto
musicale proposti
da
Paolo Gallarati
Auditorium Rai
Arturo Toscanini
ore 10.30
domenica 24 novembre
seguire un discorso musicale
domenica 1 dicembre
l
’
ascolto
del
ritmo
domenica 8 dicembre
l
’
ascolto
del
timbro
domenica 15 dicembre
il
tempo
della musica
In collaborazione con
Università degli Studi
di Torino
ingresso libero
CONCERTI FUORI SEDE
sabato 14 dicembre
Assisi
Basilica Superiore
di San Francesco
XXVIII Concerto di Natale
Orchestra Sinfonica
Nazionale della Rai
Trasmissione televisiva in
eurovisione-mondovisione
su Rai 1, la mattina
del 25 dicembre
C
on quello sguardo da ragazzo timido, quel vol-
to angelico dai tratti ancora adolescenziali, Daniil
Trifonov mostra anche meno dei suoi ventidue anni.
Ma se lo si ascolta al pianoforte – ed è sufficiente un
giro su Youtube, provare per credere – è impossibile
non ricavarne l’impressione, oltre che di un grande
talento, di una maturità talvolta sconosciuta ai “feno-
meni” della sua generazione. Di lui Martha Argerich,
dopo averlo ascoltato nel 2011, ha affermato che
«ciò che Trifonov fa con le sue mani è tecnicamente
incredibile. Il suo tocco ha tenerezza ma contiene
anche un elemento demoniaco. Non ho mai senti-
to nulla di simile». Alle parole della grande pianista,
concerto dopo concerto, hanno fatto eco i critici di
tutto il mondo: «esperienza viscerale» e «un pianista
per il resto della nostra vita» secondo il
“
Washington
Post”, mentre la “Süddeutsche Zeitung” ha descritto
il suo debutto lo scorso anno al Festival Verbier come
«un vero e proprio shock culturale».
Nato a Nižnij Novgorod il 5 marzo 1991, dunque
nel pieno del processo di dissoluzione dell’Unione
Sovietica, Trifonov viene subito avviato dai genitori,
entrambi musicisti, allo studio del pianoforte pres-
so la prestigiosa scuola musicale Gnessin di Mosca
nella classe di Tatiana Zelikman, già insegnante dei
nuovi astri del pianismo russo come Aleksej Volodin
e Aleksandr Kobrin. Le doti fuori dal comune di Da-
niil non tardano a emergere e già a otto anni ecco il
primo concerto pubblico con orchestra; evento che
il pianista ha ricordato con particolare tenerezza in
una recente intervista poiché in quell’occasione,
proprio durante l’esecuzione, gli capitò di perdere
un dente da latte. Ben più grave la frattura del brac-
cio sinistro occorsa all’età di tredici anni che, in pie-
no sviluppo artistico e personale, lo costringe a un
drammatico stop, ma rinforza in lui la convinzione
che la musica – il pianoforte, ma anche la compo-
sizione – sono la sua vita. Poi lo studio riprende a
pieno ritmo e arrivano le affermazioni nelle grandi
competizioni internazionali, passaggio pressoché
obbligato per il lancio su scala mondiale. La stagio-
ne 2010-11 è quella della consacrazione definitiva.
Trifonov conquista nell’ordine la medaglia di bron-
zo allo «Chopin» di Varsavia, dove però vince il
premio per la migliore esecuzione di una mazurka;
il primo premio al «Rubinstein» di Tel Aviv e infi-
ne la medaglia d’oro e il
grand prix
al «µajkovskij»
di Mosca. Nonostante un’agenda piena di impegni
concertistici e cameristici, Trifonov trova comunque
il tempo per proseguire i suoi studi di composizione
presso il Cleveland Institute of Music, perché com-
porre, come ha dichiarato recentemente, «influenza
il modo di suonare il pianoforte».
A Torino, per il suo debutto con l’Orchestra Sinfo-
nica Nazionale della Rai, Trifonov è atteso con il
Primo concerto per pianoforte, tromba e archi
di
Šostakovi¶, a suo tempo anch’egli giovane piani-
sta di talento. Finora si è potuto ascoltare Trifonov
perlopiù a confronto con i giganti della letteratura
pianistica romantica e tardoromantica, da Chopin a
µajkovskij, da Skrjabin a Rachmaninov. Sarà dun-
que particolarmente interessante ascoltare la lettura
di questo piccolo capolavoro novecentesco, pieno
di citazioni e autocitazioni, ammiccamenti e paro-
die. «Voglio difendere il diritto di ridere all’interno
della cosiddetta musica seria – scrive Šostakovi¶ nel
1934 – e quando gli ascoltatori ridono a un concerto
con musiche sinfoniche mie, non sono turbato ma, al
contrario, me ne compiaccio». Erano gli anni Trenta
nell’Unione Sovietica ed è lecito chiedersi se Šos-
takovi¶ stesse semplicemente tessendo un sapiente
divertissement
, musica per la musica insomma, o
volesse dirci qualcos’altro. A questo giovane russo di
oggi l’onere e l’onore dell’interpretazione.
Daniil Trifonov, un pianista
da “shock culturale”
di Nicola Pedone
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