mercoledì 11 dicembre
Conservatorio
ore 21
serie pari
Gidon Kremer
violino
Giedre Dirvanauskaite
violoncello
Khatia Buniatishvili
pianoforte
Rachmaninov
Trio élégiaque
in sol minore
Weinberg
Trio op. 24
Rachmaninov
Trio
élégiaque
in re minore op. 9
Kremer, Dirvanauskaite
e Buniatishvili
Un trio d’eccellenza che arriva dall’Est
di Daniela Gangale
V
engono tutti dall’Est i tre musicisti d’eccellenza che animeranno il concerto dell’11 dicembre all’Unio-
ne Musicale: lettone è Gidon Kremer, lituana Giedre Dirvanauskaite e georgiana Khatia Buniatishvili. Non è
un mistero che Kremer sia uno dei più grandi violinisti viventi e in quanto tale non ha bisogno di presenta-
zioni; ripercorrere però alcuni tratti della sua biografia artistica ci aiuta senz’altro ad assaporare in anticipo il
concerto torinese. Iniziati gli studi musicali nella prima infanzia, grazie a una famiglia di violinisti (lo erano
già il padre e il nonno), la sua carriera è stata un rapido crescendo anche se Kremer non ha mai amato essere
definito
enfant prodige
. A sedici anni risultava vincitore del Premio della Repubblica Lettone e due anni più
tardi si trovava al Conservatorio di Mosca, allievo di David Oistrakh, lanciato così in una carriera tutta in
discesa. Erano gli anni dell’Unione Sovietica e la vita di un musicista spesso veniva limitata nei viaggi e nelle
opportunità dalla cortina di ferro; Kremer aveva già avuto l’occasione di suonare varie volte in Occidente
ma, a un certo punto, le restrizioni arrivano anche per lui e nel 1980, passati i trent’anni da poco, decide di
allontanarsi dalla Russia per continuare a coltivare ed eseguire il suo repertorio in tutto il mondo. Repertorio
per altro sconfinato: abbraccia infatti sia il Barocco sia i romantici, così come la musica contemporanea, pas-
sando anche per Piazzolla a cui, tanto per essere precisi, ha dedicato numerose registrazioni recentemente
raccolte in un cofanetto di ben 8 cd. Molti compositori importanti hanno scritto per lui: da Sofia Gubaiduli-
na, che gli ha dedicato
Offertorium
nel 1980, a Luigi Nono, che proprio per lui ha composto
La lontananza
nostalgica utopica futura
, un complesso brano per violino solo e 8 nastri magnetici del 1988. Il segreto del
suo suono personalissimo e magnetico sta, forse, oltre che nel bellissimo «Amati» del 1641, che ha il merita-
to privilegio di suonare, nella sua salda visione dell’interpretazione, che ha molto a vedere con il concetto di
“intensità”. Come ebbe modo di dichiarare in una bellissima intervista rilasciata a Sergio Sablich, «intensità
significa anzitutto capacità di comunicare qualcosa che esiste, nel caso di un interprete portare alla luce ed
esprimere il pensiero e lo spirito che stanno dietro le note. In altri termini, non nascondersi dietro le note, ma
compiere un atto di liberazione totale. Mi sembra che talvolta sotto stile e tradizione si intenda qualcosa di
estraneo, che impedisce questa rivelazione. Essa deve
avvenire nel momento in cui si suona, dimenticando
tutto ciò che si è assimilato e accumulato in preceden-
za. […] il lato poetico dell’interpretazione […] per me
è quello che conta di più nella musica di tutti i tempi.
Dunque non neutralizzazione, ma potenziamento delle
forze espressive e direi quasi affermative della creazio-
ne musicale».
Tra le attività di Kremer, oltre quella di interprete, spic-
ca anche quella di organizzatore e senza dubbio il Fe-
stival Kremerata Musica, nato nel 1992 e da cui è poi
scaturita l’Orchestra Kremerata Baltica nel 1997, è sta-
to uno dei vivai più fertili di giovani musicisti. Proprio
qui si sono poste in evidenza le due musiciste che ac-
compagneranno Kremer in trio: Giedre Dirvanauskaite
e Khatia Buniatishvili. La prima, violoncellista, parteci-
pa al Festival dal 1997 e ha fatto parte anche del Quar-
tetto Kremeratini; la seconda, una delle giovanissime
pianiste emergenti sulla scena internazionale, ad appe-
na ventisei anni conta già un curriculum d’eccellenza,
che la vede diretta da Vladimir Jurowski, Paavo Järvi,
Gianandrea Noseda e Andrey Boreyko, acclamata dal-
la critica come una solista il cui tocco malinconico e
assorto ricorda le atmosfere di certo folklore georgiano.
SCHUBERTIADE
LA MUSICA DA CAMERA
sabato 14 dicembre
Teatro Vittoria - ore 20
(con aperitivo alle 19.30)
Wen Kaiwen
mezzosoprano
Sandro Zanchi
pianoforte
Stefano Musso
pianoforte
Trio Debussy
Schubert
3 Lieder
Improvvisi nn. 1 e 2
op. 142 D. 935
Trio op. 100 D. 929
guida
all
’
ascolto
(ingresso libero)
Il concerto sarà preceduto,
alle ore 18.30, da una
presentazione a cura di
Alberto Bosco
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