Sistema Musica - Dicembre 2012 - page 13

I
n occasione dell’uscita del suo ultimo lavoro discografico, Rachel Kolly d’Alba ha volu-
to girare perfino un videoclip. Sulle note di
Summertime
– nell’arrangiamento violinistico di
Alexander Courage – la violinista svizzera ammicca e danza giocosamente con il direttore
d’orchestra John Axelrod in una NewYork anni Trenta. È sufficiente aspettare poche decine di
secondi perché un vibrato d’incredibile intensità dia senso a tutta la messinscena: è il frutto di
un’evoluzione tecnica da lei stessa inventata e diffusa sulla scena internazionale. Rachel Kolly
d’Alba, un tempo
enfant prodige
e fiore all’occhiello della cultura elvetica, è cresciuta e mostra
due facce. Nella cornice di un’immagine innegabilmente “pop”, emerge un’artista matura ed
estremamente colta, che affianca all’esecuzione violinistica un lavoro letterario e approfonditi
studi d’orchestrazione e composizione. Ma non è l’unico contrasto della sua vita. Pur con-
ducendo una fittissima attività concertistica, che tocca ogni parte del mondo, la musicista è
riuscita a ritagliarsi un’esistenza assolutamente appartata, nei boschi sopra il lago di Ginevra.
«Non riesco a dare meno di ottanta concerti all’anno, ma suonare è un impegno che non mi fa
mancare la bellezza e l’armonia... ci sono momenti, mentre suono, in cui mi sento totalmente
realizzata».
Il suo repertorio è frutto di scelte molto accurate, che mostrano una predilezione
per i compositori francesi fra Ottocento e Novecento. La libertà e la disinvoltura con cui af-
fronta Ysaÿe o Debussy farebbero saltare sulla sedia qualunque filologo, eppure nessuno può
ignorare la stupefacente forza espressiva delle sue esecuzioni. La pienezza del suono, il cari-
sma magnetico e la lunghissima cascata di capelli rossi sono buoni motivi per andarla a sentire.
N
on si tratta di modestia, né tantomeno di pudore. La scelta di Aleksandar Madžar di ringraziare il pubblico
accanto oppure, come accade anche più spesso, dietro il suo strumento racchiude l’intera poetica di un piani-
sta unico nel panorama internazionale. Non è un caso infatti che Ravel e Debussy costituiscano il terreno più
familiare e fertile per le sue interpretazioni, dove i turbamenti e le agitazioni personali lasciano il passo a una
sovrannaturale, trasognata chiarezza. Nato a Belgrado e formatosi a Mosca – a garanzia di un bagaglio tecnico
inossidabile – Aleksandar Madžar si è subito affermato per l’attenzione non comune al minimo dettaglio, al
fraseggio più nascosto. All’indomani del Concorso di Leeds del 1996, il “Times”
lo ha definito «il musicista più fantasioso di questa edizione» e unanimi consensi
ha riscosso sui più importanti palcoscenici europei.
L’originalità del suo tocco emerge in modo evidente nelle brevi pagine roman-
tiche, dove l’emozione è più concentrata e, naturalmente, nei capolavori della
maturità di Beethoven. Le
Bagatelle op. 126
, ideale testamento di sconcertante
concisione ed economia espressiva, sembrano sposarsi perfettamente con la
raccolta sensibilità del pianista serbo.
La naturale inclinazione all’espressione cameristica lo ha portato a collaborare con
interpreti dall’espressività particolarmente accesa, come i violinisti Ilya Gringolts e
Anthony Marwood e la violoncellista Louise Hopkins, con cui ha eseguito l’inte-
grale delle
Sonate
di Beethoven. Si può quindi confidare nel giudizio del “Guar-
dian”, a suggello di un suo concerto: «la fantasia che scaturisce dal suo modo di
suonare è confermata dal suo fermo controllo, segni che suggeriscono un artista
dagli orizzonti più ampi del consueto... e quindi da conservare con cura».
(a.t.)
Il fascino magnetico
di Rachel Kolly d’Alba
di Alessio Tonietti
domenica 2 dicembre
Teatro Vittoria - ore 16.30
serie didomenica
Rachel Kolly d’Alba
violino
Christian Chamorel
pianoforte
Debussy
Sonata in la maggiore
Chausson
Poème
op. 25
Franck
Sonata
Ravel
Tzigane, rapsodie
de concert
Aleksandar Madžar
Un pianista sensibile e fantasioso
mercoledì 12 dicembre
Conservatorio - ore 21
serie pari
Aleksandar Madžar
pianoforte
Schumann
Novelletten
op. 21
Beethoven
6 Bagatelle op. 126
Ravel
Menuet sur le nom
de Haydn
Gaspard de la nuit
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