Quali le cose notevoli da mostrare al visitatore che approda a Torino, su che cosa richiamare lo sguardo distratto e disincantato del residente? E ancora, in che modo segnalare a cittadini e forestieri curiosità e mirabilia dell’austero capoluogo subalpino: con l’immediatezza della raffigurazione o con l’intermediazione del racconto? La risposta a tali quesiti è in parte contenuta in una larga produzione di singolarissime guide per immagini, realizzate con tecnica e abilità diverse per mano di vedutisti italiani e stranieri nel corso di alcuni secoli: tra queste, tralasciando il superbo Theatrum Sabaudiae, metafora della potenza e dello splendore del ducato, l’elegante Venaria di Castellamonte, le Regiae Villae dell’Audiberti o le tavole celebrative di Juvarra, possiamo enumerare le vues d’optique dei Remondini di Bassano, i disegni del Werner intagliati ad Augusta, le incisioni di Sclopis e di Bagetti, le raccolte figurate dei Reycend e dei Maggi, le vedute di Chapuy, di Gonin, di Bossoli, le più recenti vignette di Grosso e le acqueforti di Mennyey, ma anche le fotografie di Brogi, di Alinari, di Pia, di Gabinio, e il genere ben più modesto e anonimo delle cartoline, delle serie celebrative illustrate, degli album-ricordo. Ma accanto alla città rappresentata, disegnata, fotografata, il mercato librario dell’Otto e Novecento offre in mille versioni diverse la città descritta, indagata, scrutata. |
Modeste Paroletti, Turin a la portée de l’étranger ou description des palais, édifices et monuments de science et d’art […], Turin, Frères Reycend et Comp., 1826, il Reale Castello del Valentino, la Chiesa dei Cappuccini del Monte, il Regio Parco, piazza Susina, frontespizio. La piazza del Duomo. Litografia a colori di Demetrio Festa su disegno di Enrico Gonin in Monumenti e siti pittoreschi della Città e contorni di Torino, Torino, Marietti, 1836. Piazza Susina (ora piazza Savoia). Incisione a colori all’acquatinta di Angelo Biasioli in Raccolta di dodici principali vedute di Torino, Torino, Reycend, 1817. |
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