Mediate dal sapere individuale, modellate sulle personali esperienze, oppure filtrate dalla fragilità del ricordo, le descrizioni dei visitatori stranieri deformavano tuttavia inevitabilmente l’immagine della città, che attraverso una sorta di cannocchiale appariva al lettore ora seducente e superba, ora angusta e meschina. Assai più fedeli al vero apparivano le tavole incise, moltiplicate e diffuse nelle varie botteghe di stampatori e librai soprattutto stranieri, che, reiterando prospettive, spazi urbani e architetture, propalavano interi repertori di suadenti «luoghi comuni». |
Veduta di Torino in Giovanni Gaspare Craveri, Guida de’ forestieri per la Real Città di Torino, Torino, Rameletti, 1753. |
Frontespizio della Guida de’ forestieri (...), Torino, Rameletti, 1753. (Collezione Simeom, G 2) |
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