Sistema Musica - Settembre 2014 - page 22

S
i sente dire
spesso, oggi, che
la musica debba
liberarsi dalle eti-
chette, accedendo
a generi e pubblici
anche molto diver-
si. Sembrerebbe una
conquista, ma talvol-
ta serve a sdoganare
prodotti inconsistenti
sotto un’aura di pre-
sunta originalità. Suc-
cede, specialmente in
quella terra di nessuno
tra classica, pop e jazz.
Nulla a che vedere con
il concetto di “libertà”, ben più
nobile e stimolante, cui fa rife-
rimento la Stagione d’Opera del
Regio, ai nastri di partenza. Non
vincolata semplicemente al col-
laudato repertorio italiano, am-
bito di elezione comunque non
esaustivo, la sontuosa proposta
del Teatro si concede incursioni
tra titoli meno esplorati, conci-
liando la vocazione ad accudire
la migliore tradizione nazionale
con una funzione divulgativa al-
trettanto imprescindibile. È quan-
to dovrebbe fare qualsiasi gran-
de Teatro europeo: non sempre,
però, funziona così.
Di confini, anche in senso geo-
grafico, il cartellone 2014-2015
si può dire davvero che non ne
abbia, a giudicare dalla sequenza
di autori stranieri presi in consi-
derazione: Händel, Granados,
Mozart, Humperdinck, Gounod,
in ordine di apparizione. Senza
sottovalutare il generoso interesse
nei confronti della grande danza
con étoile di primo piano.
I numeri, per quanto asettici, dan-
no la dimensione dello sforzo
importante prodotto dal Regio:
diciassette i titoli (tredici le opere,
tre i balletti, oltre alla
Messa da
Requiem
verdiana di apertura) con
sette nuovi allestimenti. Il che, in
un’epoca di vacche snelle, rappre-
senta un’eccezione notevole alla
regola. La dimensione internazio-
nale della Stagione, al di là della
selezione delle opere e delle gran-
di presenze d’artista, è sottolineata
dalle molte collaborazioni perse-
guite con partner illustri, dal Festi-
val di Aix-en-Provence, all’Opéra
de Dijon, alla Israeli Opera di Tel
Aviv.
L’apertura, come si diceva, è con-
sacrata aVerdi. Non solo la
Messa
da Requiem
, che Noseda rilegge-
rà supportando un cast di belle
voci (Hui He, Daniela Barcellona,
Jorge de Léon, Michele Pertusi),
ma – a seguire, e sempre nel se-
gno di Noseda – un nuovo
Otello
,
con Gregory Kunde nei panni del
Moro, Ambrogio Maestri in quelli
di Jago ed Erika Grimaldi come
Desdemona: i motivi di interesse
vengono, per esempio, dalla pre-
senza di Kunde, capace di scivo-
lare dall’Otello rossiniano a quel-
lo verdiano, e dalla regia di Wal-
ter Sutcliffe, shakespeariano doc.
Significativamente, il direttore
musicale del Teatro Regio sarà sul
podio anche per
Faust
di Gounod,
trionfo di espressione romantica
affidato alla regia di un artista
visionario come Stefano Poda e
a un cast solido in cui spicca il
nome di Ildar Abdrazakov.
A proposito di direttori d’orche-
stra, il cartellone punta su figure
di straordinaria affidabilità, sia
che si rivolga a giovani (come
Michele Mariotti e Daniele Ru-
stioni), sia che lasci spazio a mu-
sicisti più maturi (come Donato
Renzetti e l’inossidabile Pinchas
Steinberg), sia, infine, che chiami
in causa Yutaka Sado, tra le bac-
chette più interessanti in assolu-
to della propria generazione. A
Sado il Regio consegna il nuovo
allestimento de
Le nozze di Figa-
ro
, altro momento clou della Sta-
gione, cui contribuiscono le pre-
senze di Ildebrando D’Arcangelo
e Carmela Remigio.
Sorprendente e inedito il dittico
formato da
Goyescas
di Granados
e
Suor Angelica
di Puccini: è in-
teressante che a tenere uniti due
prodotti teatrali e musicali appa-
rentemente distanti sia la visione
di un regista giovane e intelligente
come Andrea De Rosa. Un even-
to, addirittura, la prima del
Giulio
Cesare
di Händel, se si pensa che
mai, in quasi tre secoli di vita,
l’opera è stata eseguita a Torino.
L’atteso debutto barocco pas-
sa per le mani di Alessandro De
Marchi, specialista riconosciuto
del settore, e viene suggellato dal-
la presenza di tre cantanti di ran-
go: Sonia Prina, Sara Mingardo,
Jessica Pratt.
La Stagione composta da Walter
Vergnano e Gianandrea Noseda
sintetizza, una volta di più, la
capacità di dosare i grandi clas-
sici italiani con pagine non del
tutto assodate. Il cartellone, per
una volta, trascura Wagner, ma
la scelta di
Hänsel e Gretel
di
Humperdinck, intrigante fiaba
per adulti, sembra esaudire l’an-
sia di ricerca intorno a un filone
musicale mitteleuropeo destinato
a produrre esiti eccellenti tra Otto
e Novecento: il tono magico del
racconto è sottolineato dallo sto-
rico allestimento di Lele Luzzati,
con la regia di Vittorio Borrelli,
mentre la presenza sul podio di
Steinberg garantisce la cura del
dettaglio. Restano due autori ita-
liani: sono Bellini (
I puritani
) e
Rossini; quest’ultimo con
Il turco
Il Regio 2014-2015:
una stagione libera
di Stefano Valanzuolo
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