Sistema Musica - Settembre 2014 - page 15

giovedì 11 settembre
Piccolo Regio - ore 17
Quartetto Energie Nove
Janá¶ek
Quartetto n. 1
(
Sonata a Kreutzer
)
Quartetto n. 2
(
Lettere intime
)
lunedì 15 settembre
Piccolo Regio - ore 17
Veronika Hajnová
contralto
Richard Samek
tenore
Soliste del Coro
Filarmonico di Praga
Ivo Kahánek
pianoforte
Janá¶ek
Diario di uno scomparso
mercoledì 17 settembre
Piccolo Regio - ore 17
Ivo Kahánek
pianoforte
Janá¶ek
Su un sentiero di rovi
Nella nebbia
Nella strada 1.X.1905
giovedì 18 settembre
Auditorium del Lingotto
ore 21
Orchestra Filarmonica
Ceca
Jiªí Bélohlávek
direttore
Janá¶ek
Sinfonietta
Smetana
La Moldava
, poema
sinfonico
Dvoªák
Sinfonia n. 9 op. 95
(
Dal nuovo mondo
)
«M
ia cara Kamila, rego-
larmente si affacciano alle mia
mente alcuni motivi per quelle
bellissime brevi poesie sull’a-
more per la zingara. Pur avanti
negli anni, ho l’impressione che
una nuova vena si apra nel mio
lavoro». Quando conobbe Ka-
mila Stösslová, nel 1917, Leoš
Janá¶ek aveva sessantatre anni,
una onorabile ma non memo-
rabile carriera di musicista alle
spalle e le sue opere avevano
da poco cominciato a mietere
successi al di là dei confini di
Brno, la città in cui risiedeva
da decenni. Kamila Stösslová
ne aveva solo venticinque, era
anch’essa sposata ed era una
ragazza semplice e cordiale,
dal fascino vagamente zinga-
resco, con scuri capelli ricci e
carnagione olivastra. Nelle nu-
merosissime lettere che Janá¶ek
cominciò a inviarle sin da quel
1917, Kamila appare come
l’oggetto di una passione amo-
rosa ma anche come musa ispi-
ratrice, e una parte consistente
delle ultime opere di Janá¶ek le
sono in un modo o in un altro
legate.
Il
Diario di uno scomparso
, che
scrisse subito dopo aver cono-
sciuto la Stösslová, ha come te-
sto una serie di poesiole – pub-
blicate nel 1916 su un giornale
locale col titolo
Dalla penna di
un autodidatta
– che raccontano
in prima persona (ma fu proba-
bilmente un falso, prodotto da
un collaboratore della testata)
la storia di un giovane di cam-
pagna che si innamora di una
giovane zingara, con cui ha un
figlio, e per la quale abbandona
la famiglia e il paese. «E quel-
la zingara nera nel mio
Diario
di uno scomparso
eravate vera-
mente Voi. Per questo tanto fuo-
co sentimentale in questo lavo-
ro». Di un’efficacia drammatica
degna delle più potenti opere
liriche di Janá¶ek, il
Diario
è un
ciclo liederistico di cui è prota-
gonista un tenore, a cui si affian-
cano tre voci femminili; ma nel
momento in cui l’atto d’amore è
consumato è il pianoforte solo a
tradurne in suoni l’irruenza e la
passione.
Janá¶ek si dedicò solo mar-
ginalmente al pianoforte, ma
sempre con un’incontestabile
originalità di concezione. Ne
danno prova i due movimenti
superstiti della
Sonata
1 ottobre
1905
(ispirata dalla morte, av-
venuta in quella data, del gio-
vane operaio František Pavlík
durante una manifestazione) e i
due cicli,
Su un sentiero di rovi
(1911) e
Nella nebbia
(1912), di
quindici e quattro pezzi rispet-
tivamente, in cui nella dimen-
sione raccolta di un pianismo
dal sapore vagamente schu-
manniano, Janá¶ek alterna due
suoi cospicui talenti: la capaci-
tà di dipingere mondi, che sia-
no paesaggi umani o di natura,
e i sentimenti.
Il primo di questi talenti si ritro-
va, con tutta la ricchezza di un
fantasioso e sempre originale
suono orchestrale, in un’altra
tarda composizione di Janá¶ek,
Sinfonietta
, anch’essa legata
alla Stösslová: i due assistettero
assieme, in un parco, all’esi-
bizione di una banda militare,
resa particolarmente vivida an-
che da una sorta di pantomima
messa in atto dai musicisti. Fu
l’impulso da cui nacque la pa-
gina orchestrale che conduce
l’ascoltatore a «vedere con le
orecchie», dopo una
Fanfara
in-
troduttiva,
Il Castello
,
Il mona-
stero della regina, La strada
e
Il
municipio.
La composizione in cui il le-
game con la Stösslová è più
centrale è, però, un quartetto
d’archi. Al genere Janá¶ek ave-
va riservato scarsa attenzione,
qualche abbozzo giovanile
neppure conservato, ma vi si
rivolse nel 1923 a seguito di un
duplice stimolo, la conoscenza
del Quartetto boemo e la
So-
nata a Kreutzer
di Tolstoj. Sul-
la torbida vicenda di adulterio,
gelosia e morte, provocati dalla
potenza della musica narrata
dallo scrittore russo, Janá¶ek
porta uno sguardo partecipe:
«Avevo in mente – scrive alla
Stösslová – una povera donna,
tormentata, battuta e ammaz-
zata». Nel 1928, poco prima
di morire, Janá¶ek compose un
secondo quartetto che intitolò
Lettere intime
. «Oggi – scriveva
durante la composizione alla
donna oggetto di un amore for-
se mai neppure consumato, ma
che certo nutrì nei suoi ultimi
dieci anni di vita il suo animo
e soprattutto la sua creatività –
ho messo in musica la mia più
dolce nostalgia. Lotto con lei.
Ma lei vince. La musica suona
così come tu sei, sorridente e in
lacrime».
Leoš Janá¶ek,
un compositore
di sentimenti e passioni
di Gaia Varon
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