Sistema Musica - Settembre 2014 - page 23

martedì 30 settembre
Teatro Regio
ore 20
Orchestra e Coro
del Teatro Regio
Gianandrea Noseda
direttore
Claudio Fenoglio
maestro del coro
Hui He
soprano
Daniela Barcellona
mezzosoprano
Jorge de León
tenore
Michele Pertusi
basso
Verdi
Messa da Requiem
per soli, coro e orchestra
(repliche fino al 7 ottobre)
A
teo a qualcuno sem-
brerà eccessivo. Ma anticle-
ricale, di sicuro, Giuseppe
Verdi lo fu, dall’adolescenza
in poi. Eppure ha scritto uno
dei più affascinanti pezzi
sacri di tutta la storia della
musica. All’epoca e in segui-
to, la pagina fu tacciata di
eccessiva “teatralità” (Bülow
la definì “un’opera in abiti
ecclesiastici”), come se fos-
se un difetto. In realtà quella
che Verdi offre è una rappre-
sentazione dello sgomento
umano di fronte al mistero
della morte, tra riflessione –
prima – e affannosa ricerca
di pace – poi. Inevitabile,
conoscendo lo stile e il pen-
siero musicale dell’autore,
che tutto ciò si traducesse in
rappresentazione drammati-
ca dei sentimenti, intima e
condivisibile.
Tra il 1868 e il 1869, Verdi
si fece promotore della crea-
zione di un Requiem collettivo dedicato a Rossini, coinvolgendo
i massimi compositori italiani del periodo; a se stesso aveva riser-
vato il finale,
«Libera me Domine
». Da quella cellula, una volta
accantonato per beghe editoriali il progetto rossiniano, avrebbe
preso corpo la messa verdiana, eseguita per la prima volta nel
maggio del 1874, in occasione del primo anniversario della morte
di Manzoni. L’impianto formale e liturgico rimase lo stesso del
vagheggiato tributo a Rossini: ma non è nella struttura, pure per
certi versi anticonvenzionale, che va cercata la cifra originale del
lavoro, quanto piuttosto nella definizione di una tinta connotante
in grado di ricompattare il racconto oltre la varietà estrema delle
formule espressive. Verdi si pone di fronte all’ampia tradizione
legata al genere specifico e la rivisita profondamente: notevole,
negli esiti, è il ricorso a un fitto intreccio di motivi ricorrenti –
quello sì – sorprendentemente teatrale.
La
Messa da Requiem
di Verdi è diventata il
masterpiece
che
identifica il Regio ai più alti livelli nel panorama internazionale.
Negli ultimi anni l’Orchestra e il Coro del Teatro, con la direzio-
ne di Noseda, ha eseguito la partitura in tutto il mondo, riscuo-
tendo sempre un grande successo di pubblico e critica. Dal 30
settembre, anche il pubblico di Torino potrà quindi, finalmente,
applaudire il capolavoro interpretato dal Regio. (
s.v.
)
in Italia
, nuovo di zecca, frutto
della sinergia tra tre teatri europei,
firmato nella regia da Christopher
Alden, che fu assistente di quel
genio chiamato Ponnelle.
Gli appassionati di balletto pos-
sono compiacersi dell’annunciata
presenza del più celebre e am-
mirato danzatore italiano, ovvia-
mente Roberto Bolle, ospite di un
gala cucito su misura per le doti
sue e dei suoi “Friends”. Se par-
liamo, poi, di coreografie avvin-
centi, occorre segnalare la doppia
proposta di dicembre,
Giselle
e
Don Chisciotte
, nelle versioni sto-
riche della monumentale Alicia
Alonso con il Balletto di Cuba.
Appare chiaro come una Stagione
del genere, articolata ed elegante
nella definizione di nomi e con-
tenuti, non miri solo a premiare
la platea fidelizzata ma anche a
espandere il bacino d’utenza, non
disdegnando il concetto di turi-
smo culturale. In tale direzione si
muove decisamente la proposta
estiva (luglio 2015), con la quale
il Teatro Regio si collega all’
Expo
2015
. La programmazione è fit-
ta, accattivante, orgogliosamente
italiana nella scansione dei tito-
li –
Bohème
,
Barbiere
,
Traviata
,
Norma
– e nella composizione
dei cast, che annoverano, tra i
tanti, Carmen Giannattasio, Anto-
nino Siragusa, Désirée Rancatore,
Maria Agresta, Roberto Aronica e
i direttori Francesco Ivan Ciampa,
Roberto Abbado, Andrea Battisto-
ni e Giampaolo Bisanti.
Ecco, in breve, il racconto di una
Stagione annunciata “libera”, al
punto da scegliere, in dicembre,
di volare in America, portando
l’Orchestra, il Coro e Noseda in
tournée. C’è qualcosa che, me-
glio del viaggio, rappresenti la
rinuncia ai confini?
Il
Requiem
di Verdi,
tra riflessione
e ricerca di pace
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