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oche settimane dopo lo scoppio della Grande
Guerra, nell’ottobre 1914, Debussy scriveva all’ami-
co e collega André Caplet, appena arruolato: «Con
o senza patriottismo, la guerra è disordine accumu-
lato. Ho orrore del disordine, dunque non amo la
guerra». Il primo conflitto mondiale pose i compo-
sitori di fronte a un’alternativa estetica e morale:
scegliere tra la “musica pura” e una musica politica,
nella quale trasferire una forma di lotta per alcuni in-
dispensabile a colmare la loro assenza dal campo di
battaglia vero e proprio. Debussy fu, suo malgrado,
tra questi ultimi. Nel 1915, alla vigilia dell’operazio-
ne chirurgica contro il tumore che l’avrebbe ucciso
tre anni dopo, “Claude de France” – come si firmò in
quegli anni – scrisse musica e parole di una melodia
con pianoforte attraverso la quale i bambini francesi
pregano Babbo Natale di non portare doni ai bimbi
tedeschi.
Noël des enfants qui n’ont plus de maisons,
per voce e pianoforte, è una di quelle tessere – mi-
nime ma preziose – che compongono un mosaico
in quattro concerti che
MITO
dedica all’anniversario
del primo centenario della Grande Guerra, contem-
poraneamente celebrato da molti convegni e rasse-
gne in tutta Europa.
Il concerto con l’Orchestra e il Coro Sinfonico di
Milano Giuseppe Verdi racconta la guerra per me-
tafore: la retorica del patriottismo della cantata
Aleksandr Nevskij
di Prokof’ev, la necessità del si-
lenzio dinanzi all’assordante paesaggio sonoro del
primo conflitto a dimensione industriale nelle
Pau-
se del silenzio
(prima serie) di Malipiero, e il senso
di disgregazione sociale magicamente evocato da
Ravel ne
La Valse
. Il compositore francese conob-
be la guerra per esperienza diretta: per alcuni mesi
raggiunse l’artiglieria come autista di camion e am-
bulanze, e poi per problemi di salute tornò presto
a casa, irrimediabilmente scosso, come rivelano le
dediche della celebre suite per pianoforte
Le Tom-
beau de Couperin
agli amici scomparsi.
Anche l’inglese Frederick Delius rese omaggio agli
artisti morti in guerra. Alla loro memoria dedicò un
Requiem
, presente, in un estratto, col
Tombeau
di Ra-
vel, nell’articolato programma della serata a cui par-
tecipano il soprano Lorna Windsor e i pianisti Bruno
Canino e Antonio Ballista. La scaletta del concerto
è fortemente evocativa, divisa tra brani per metà in-
glesi (oltre Delius ci sono Ivor Gurney e George But-
terworth, quest’ultimo ucciso dall’esplosione di una
mina nella battaglia della Somme, a Pozières dov’è
sepolto), per metà francesi. In Francia infatti la guerra
spopolò il Conservatorio. Per molti musicisti la pos-
sibilità di ritrovarsi si rivelò una fortuna: approfittare
dei riposi per fare musica divenne una ragione forte
di sopravvivenza. Al fronte, Caplet formò persino un
quartetto d’archi, ma nel 1925 scontò con la morte
l’avvelenamento da gas patito in trincea.
Per quanto estesa su vasta scala, la guerra non fu vis-
suta ovunque allo stesso modo. In Italia per esempio
la situazione fu radicalmente diversa dalla Francia.
Da noi la guerra fu combattuta sui rilievi montuosi
del nord, come testimoniano gli altri due concer-
ti del
Festival MITO
, il primo con la Fanfara della
Brigata Alpina, il secondo col coro della Società
Alpinisti Tridentini (S.A.T.). La Fanfara esegue arran-
giamenti strumentali di musiche di guerra di Fulvio
Creux e Marco Calandri (autore anche delle versioni
per orchestra di fiati di due brani tratti dalla colonna
sonora de
La grande guerra
di Nino Rota), il Coro
propone canti popolari riscritti da celebri nomi della
musica del secolo scorso per questa storica forma-
zione di voci maschili. Impossibile non notare quel-
lo del pianista Arturo Benedetti Michelangeli.
Un mosaico di concerti
per il centenario
della Prima Guerra Mondiale
di Fiorella Sassanelli
domenica 7 settembre
Piccolo Regio - ore 17
Fanfara della Brigata
Alpina Taurinense
Marco Calandri
direttore
Luca Occelli
voce recitante
TA-PUM,
SUONI E PAROLE DELLA
GRANDE GUERRA
lunedì 8 settembre
Teatro Carignano - ore 21
Lorna Windsor
soprano
Bruno Canino
,
Antonio Ballista
pianoforte
Musiche di Casella,
Butterworth, Ravel,
Caplet, Debussy, Kálmán,
Stravinskij, Gurney, Delius
giovedì 11 settembre
Auditorium Rai - ore 21
Orchestra e Coro
Sinfonico di Milano
Giuseppe Verdi
Zhang Xian
direttore
Erina Gambarini
maestro del coro
Hsiao Pei Ku
soprano
Annely Peebo
mezzosoprano
Prokof’ev
Aleksandr Nevskij
Malipiero
Pause del silenzio
Ravel
Trois Chansons,
La Valse
sabato 13 settembre
Auditorium Rai - ore 17
Coro della S.A.T.
Società degli
Alpinisti Tridentini
Mauro Pedrotti
direttore
I CANTI DELLA
GRANDE GUERRA
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