Sistema Musica - Settembre 2014 - page 12

F
abio Vacchi e Beat Furrer,
due importanti figure della mu-
sica contemporanea che non
sembrano però avere molto in
comune. Formazione diversa,
estetiche quasi opposte: «Cre-
do – dice il compositore emilia-
no – che l’idea di Restagno sia
quella di mostrare come il pre-
sente musicale sia differenzia-
to». I due sono i protagonisti dei
ritratti di questa nuova edizione
del
Festival MITO
(dopo altri
esempi eccellenti come Britten
e Benjamin l’anno scorso e Saa-
riaho e de Pablo due anni fa). Tre
concerti gratuiti – cameristico il
primo, sinfonici gli altri due –
daranno un’immagine, parzia-
le ma rappresentativa, dei due
compositori: l’austro-svizzero,
con la sua musica fatta di strappi
e contrasti esasperati e l’italiano,
le cui composizioni anelano al
più perfetto impasto timbrico.
Abbiamo chiesto a Fabio Vac-
chi di presentare, uno per uno, i
suoi brani in programma.
«
Luoghi immaginari
, composti
tra gli anni Ottanta e Novanta,
sono una tappa importante del-
la mia produzione: ci sono una
serie di scelte timbriche nuove
e molti riferimenti alla musica
etnica; con questo brano meta-
bolizzo in modo onirico i gesti
tipici delle musiche mediterra-
nee. Il titolo
Orna buio ciel
è
l’anagramma di Luciano Berio,
che ho sempre considerato una
stella solitaria in un cielo un
po’ buio, perché ha aiutato le
avanguardie a uscire dal vicolo
cieco in cui si erano cacciate
negli anni Sessanta.
Prospero,
o dell’armonia
riprende i miei
temi preferiti: tolleranza e per-
dono (concetti cardine della
S
e lo scultore batte sulla pietra, il composito-
re dà forma al tempo, lo comprime e lo manipo-
la come fosse creta, oppure cerca di estenderlo
all’infinito. Gran parte della musica di Beat Furrer
nasce proprio come prolungamento di un istante
di stupore, carico di tensione e di meraviglia. Il
suo teatro, da cui deriva la musica strumentale,
racconta avvenimenti e personaggi a partire dal
momento di massima tensione, in cui si intreccia-
no ricordi e speranze e ogni cosa può rinascere
o dissolversi. Per il dramma
Fame
il compositore
svizzero – che vive in Austria fin dall’infanzia – ha
ricevuto il
Leone d’Oro
alla Biennale di Venezia
del 2006. Per l’edizione 2014 di
MITO,
Beat Furrer
si esibirà in due occasioni anche come direttore,
con mdi ensemble e con l’Orchestra della Rai.
Maestro Furrer, in un’intervista ha detto che la
nostra lingua è il primo maestro di musica della
nostra vita. Dunque c’è un modo italiano – o tede-
sco – di sentire o scrivere la musica? Anche nella
produzione contemporanea?
«Ho sempre pensato che la nostra prima maestra
di musica non sia la scuola, ma la lingua. I suo-
ni e il ritmo di quello che sentiamo da bambini
decidono molto del nostro istinto musicale, della
bellezza e dell’armonia che inseguiremo da adulti.
Non è sorprendente che persino in un mondo glo-
intervista
Fabio Vacchi
«Il compositore deve offrire
il meglio di sé»
di Federico Capitoni
intervista
Beat Furrer
«Nella mia musica
la voce è in primo piano»
di Alessio Tonietti
sistemamusica
mitosettembremusica
12
1...,2,3,4,5,6,7,8,9,10,11 13,14,15,16,17,18,19,20,21,22,...28
Powered by FlippingBook