Cittą di Torino

Museo della Frutta

“…frutti modellati così vivamente dal vero da scambiarli coi naturali…” – Francesco Garnier Valletti

Glossario

Achenio
Un frutto secco con un pericarpo (involucro che circonda i semi) più o meno indurito, talvolta anche legnoso, che contiene un unico seme distinto dal pericarpo stesso. Il frutto è detto indeiscente in quanto, a maturazione, il seme non fuoriesce.
Allioni Carlo (Torino, 1728 – Torino, 1804)
Medico, è considerato uno dei più insigni botanici del suo tempo. Fu il primo ad indagare e censire con metodo scientifico la flora del territorio dello Stato sabaudo. I risultati delle sue ricerche, apprezzate dai colleghi di tutta Europa, gli permisero di dare una dimensione internazionale all’Orto Botanico torinese, di cui fu il direttore per moltissimi anni e al quale dedicò gran parte delle proprie energie anche sotto l’aspetto organizzativo. Come medico ebbe rinomanza per i suoi scritti su malattie allora molto diffuse, quali la febbre gialla, la lebbra e la pellagra che avevano flagellato il Piemonte nella prima metà del secolo. Figlio del Medico Consulente di Re Vittorio Amedeo II, nasce a Torino il 3 settembre 1728 e qui si laurea in Medicina nel 1747. Si dedica inizialmente all'esercizio della professione, ottenendo la carica di protomedico del re Vittorio Amedeo III di Savoia. Ben presto, però, la sua attenzione è catturata dalle scienze naturali e, in particolare, dallo studio della botanica, tanto da raggiungere fama internazionale proprio con questa disciplina, al di là dei consensi ottenuti con le sue opere mediche. Allievo di Giovanni Bartolomeo Caccia (?-1749) e collaboratore di Vitaliano Donati (1717-1762), nel 1755, a soli ventisette anni, pubblica a Parigi la sua prima opera botanica Rariorum Pedemontii stirpium. Specimen primum, risultato dei suoi studi sistematici sulla vegetazione del territorio sabaudo. Dal 1760 è professore straordinario di Botanica all'Università di Torino, proponendo, tra i primi, il sistema di nomenclatura binomia ideato da Carlo Linneo (Carl von Linné 1707-1778) in Species plantarum (1753). Sostenitore delle teorie del grande scienziato, con il quale intrattiene una fitta corrispondenza, viene soprannominato il "Linneo piemontese". Nel 1763, dopo la morte di Donati, diviene professore ordinario ed è insignito della carica di direttore dell'Orto Botanico di Torino. Durante la sua direzione, modifica le finalità della struttura, fino ad allora soltanto didattiche, dando ampio spazio alla ricerca scientifica. Nel luglio del 1785 pubblica la Flora Pedemontana, considerata – a ragione – la sua opera più importante e il coronamento del suo pluriennale impegno di ricercatore, la cui realizzazione copre un arco di trent’anni. L’opera comprende circa 2800 specie, appartenenti alla flora dello Stato sabaudo, con descrizioni, osservazioni, commenti e un apparato iconografico di 92 tavole. Nel 1789 dà alle stampe la sua ultima opera botanica, l’Auctarium ad Floram Pedemontanam. Altro significativo contributo alla ricerca botanica è il proseguimento dell’Iconographia Taurinensis la cui realizzazione è fortemente sostenuta e continuata da Allioni nel rispetto di una tradizione che aveva distinto l’Orto Botanico fin dalla sua fondazione. La fama di Allioni valica i confini dello Stato sabaudo e gli vale la nomina a socio di innumerevoli accademie in diversi paesi europei. Muore a Torino il 30 luglio 1804.
[fonte: R. Caramiello, G. Scalva, L’Orto Botanico dell’Università al Valentino, in: Daniele Jalla (a cura di), Il Museo della Frutta “Francesco Garnier Valletti”, Milano, Officina Libraria, 2007]
Arnaudon Gian Giacomo (Torino, 1829 – Vico Canavese, 1893)
Personalità di spicco nella comunità scientifica torinese, da autodidatta si forma una buona cultura chimica che ha modo di approfondire nei suoi viaggi in Francia e nel Regno Unito. La sua passione di studioso è rivolta soprattutto allo studio delle materie prime, cui dà il nome di “merceologia”. Ricopre l’incarico di commissario per il Piemonte nelle Esposizioni Universali e insegna Merceologia al Regio Istituto Tecnico di Torino. Consigliere comunale a Torino per ventotto anni, nel 1860 offre in dono al Municipio la sua raccolta di oggetti grazie alla quale viene istituito il Museo Merceologico Arnaudon.
Auzoux Louis Thomas Jerôme (St-Aubin-d’Éscrosville,1797 – 1880)
Medico e anatomista francese, nasce nel 1797 a Saint-Aubin-d’Éscrosville, un piccolo paese della Normandia. Già da studente Auzoux si accorge dei problemi relativi alla conservazione dei cadaveri, essenziali all’epoca per lo studio delle scienze mediche, uniti alle difficoltà create dal clero e dai governanti al loro utilizzo a scopo scientifico. Questo clima culturale favorisce la nascita e lo sviluppo della cosiddetta «anatomia artificiale» in tutta Europa ed è in questo contesto che s’inserisce l’opera di Auzoux che comincia a realizzare modelli scomponibili del corpo umano e parti dello stesso con la cartapesta (papier-mâché) assai più durevoli e maneggevoli dei modelli anatomici in cera. Nel 1822, nello stesso anno in cui consegue la laurea in medicina, Auzoux presenta all’Accademia di Medicina di Francia il suo primo modello umano maschile. Più tardi, comincia a modellare anche animali e piante. Realizza egli stesso il prototipo del modello scomponibile che dipinge, con una cura dei dettagli e dei particolari estremamente attenta e precisa, dal quale poi è possibile ricavare un numero illimitato di calchi. Principalmente i modelli servono per insegnare medicina e anatomia, e lui stesso li utilizza durante le sue lezioni. Vista la richiesta sempre maggiore, grazie anche al sostegno finanziario dello Stato francese e all’approvazione della comunità medico-scientifica, nel 1827 apre nella sua città natale un laboratorio per la realizzazione di modelli anatomici, veterinari e botanici. I modelli didattici della ditta Auzoux furono presentati alle principali Esposizioni europee che si svolsero nella seconda metà del XIX secolo, tra cui l’Esposizione Universale di Londra del 1851, e ricevettero apprezzamenti e premi. Nel suo atelier produsse anche numerosi modelli di anatomia comparata riproducenti invertebrati, fortemente ingranditi, organi di vertebrati e modelli di anatomia veterinaria, tra i quali fu famoso all’epoca un cavallo a grandezza naturale, scomponibile in oltre cento pezzi, conservato al Science Museum di Londra.

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