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Questa definizione, di origine evangelica, è stata attribuita
ad una legge dello Stato (L. 25.6.2003, n. 155) che ha l’obiettivo di promuovere,
a scopo benefico, il recupero dei prodotti alimentari non utilizzati onde
evitarne la distruzione quando potrebbero essere ancora utilizzati. Il Servizio
di Ristorazione Scolastica, dopo una prima fase sperimentale, condividendo
lo spirito della legge, fin dal gennaio del 2005 ha introdotto in modo sistematico
la raccolta in tutte le scuole primarie del pane e della frutta non consumati
giornalmente, raccolta successivamente estesa anche alle scuole secondarie
di 1° grado. Questo significa che, tutti i giorni, il pane e la frutta non
distribuiti ai bambini perché eccedenti rispetto alla richiesta vengono portati
presso centri di raccolta e di lì, il giorno stesso, recapitati ad alcune
organizzazioni benefiche che li utilizzano per i pasti degli indigenti. Ci
si chiederà perché solo il pane e la frutta, visto che nelle mense scolastiche
inevitabilmente residuano quasi sempre anche altri alimenti. Il problema è
la conservazione dal momento che esistono norme rigorose per la garanzia assoluta
della sicurezza degli alimenti la maggior parte dei quali, per non costituire
una potenziale fonte di tossinfezione, deve essere conservata alle temperature
indicate dalla legge (+60 °C per i cibi da consumarsi caldi e + 4 °C per quelli
da consumarsi freddi).
Tuttavia sono al vaglio delle ipotesi che prevedono il ritiro di altre componenti
del pasto, in aggiunta al pane e frutta, trattate in modo da non costituire
alcun pericolo per coloro che ne fruiranno.