In questo periodo i pasti devono essere frequenti e ben distribuiti nell’arco della giornata.
Le esigenze cambiano dopo il primo anno di vita: dai pasti del lattante con frequenza di 5/6 volte al giorno si passa ai definitivi quattro pasti generalmente già intorno all’ottavo mese.
Con il divezzamento si introducono gradualmente tutti i cibi, per ultimi quelli più allergizzanti (pesce, uova) e via via dall’anno in poi le preparazioni alimentari si avvicinano sempre di più ad un pasto “da grande”, con l’accortezza di utilizzare metodi di cottura che rendano più facilmente digeribili i cibi senza complicarne la digestione o alterarne troppo le caratteristiche nutrizionali.
Evitare quindi le fritture che comportano l’assunzione di oli/grassi cotti che possono anche essere dannosi.
Preferire semplici passati/minestre di verdura o legumi con cereali (pasta, riso, orzo), la pasta con pomodoro o altri ortaggi, la carne e il pesce cotti magari al forno o insaporiti con il pomodoro.
E’ buona abitudine preparare gli alimenti al naturale, piuttosto che consumare troppo spesso i prodotti industriali: è meglio una torta di mele casalinga che una qualsiasi merendina confezionata.
Inoltre è bene variare con regolarità la dieta alternando le scelte dei piatti: tutti i cibi sono buoni, se usati con moderazione, ma tutti possono diventare “cattivi” se il loro consumo diventa eccessivo sia in quantità sia in frequenza.
E’ importante anche proporre al bambino i cibi più consistenti dapprima frullati o tritati e successivamente a pezzi un po’ più grossi in modo che si attivino tutti i meccanismi “sani” legati all’alimentazione.
Un bambino abituato a mangiare sempre tutto frullato non riuscirà a distinguere né ad apprezzare al meglio
i sapori dei vari cibi, oltre ad ingerirne quantità talvolta superiori al suo reale fabbisogno,
perché “ingurgita” velocemente il pasto senza accorgersi di essere sazio, innescando
così una serie di fattori che possono avviare ad una seria malnutrizione.