Nel 1853, Auguste Burdin, vivaista savoiardo, propose a Garnier Valletti di dar vita ad una una Società del Museo Pomologico.
I Burdin, nel 1822, per primi, si erano insediati in San Salvario con i loro vivai, nei pressi della Chiesa e del Convento di San Solutore, in una zona allora boscosa e appartata.
Auguste Burdin aveva individuato nella frutta riprodotta e modellata da Garnier Valletti una strategia pubblicitaria innovativa e, insieme, una soluzione al problema che da sempre aveva tormentato l’attività dei grandi vivaisti: far conoscere le varie specie di frutti tanto quelli locali quanto quelli naturalizzati e individuare in modo preciso, con l’esatto nome scientifico, le varietà poste in vendita.
Il tutto poteva essere messo in mostra in un museo annesso allo stesso vivaio e richiamare così pubblico ed acquirenti. La società si costituì formalmente nel 1857 e Garnier Valletti ne diventò il modellatore ufficiale, iniziando a creare così una numerosa collezione di frutti. Quella fu l’occasione per sperimentare un nuovo e più efficace metodo per riprodurli, con un impasto basato sull’utilizzo di nuovi materiali. Raccontò, in seguito, che la nuova formula, gli era stata ispirata in sogno, il 5 marzo 1858.
La sua incessante attività lo portò a disegnare e riprodurre 1200 varietà di frutti e 600 di uve, annotandone nomi, qualità, stagione di produzione, come testimoniano i suoi album di disegni e appunti, conservati dall’Accademia di Agricoltura di Torino.
Nel 1878 venne nominato Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia e, nello stesso anno, la collezione del Museo Pomologico fu offerta al Municipio di Torino dai curatori fallimentari dello Stabilimento Burdin, a condizione di essere esposta al pubblico.
Inserita tra le raccolte del Museo Merceologico Arnaudon, vi restò fino al 1899, quando venne affidata all’Accademia d’Agricoltura.
Nel 1886, Francesco Garnier Valletti accettò la proposta di tenere lezioni pratiche di preparazione di frutti artificiali presso il Comizio Agrario di Torino, ma il corso fu interrotto per il suo ostinato rifiuto a divulgare la formula del materiale usato per la modellazione.
Ottenne infine, nel 1889, per diretto interessamento del Senatore Arnaudon e del Ministro alla Pubblica Istruzione Boselli, una cattedra all’Istituto Sommeiller di Torino.
L’8 ottobre dello stesso anno morì di polmonite, all’età di 81 anni, nella sua abitazione di via Doragrossa 1, a Torino, lasciando in eredità alla figlia Paolina un’enorme quantità di frutti modellati, durante tutta la vita.
I frutti furono conservati dalla figlia, in parte presso l’abitazione e in parte presso lo Stabilimento Cirio di via Nizza, a Torino.