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ERASMO
DA ROTTERDAM, Elogio della follia
L'elogio
della Follia di Erasmo da Rotterdam (1508) è uno di quei libri
che faremmo bene a tenere sempre sul comodino, per una sorta di "pronto
soccorso" spirituale. Il grande umanista che tanto amava l'Italia,
dove era diventato amico del sommo editore Aldo Manuzio, fa parlare nientemeno
che la Follia, e attraverso la sua voce ci fornisce un catalogo di tutte
le infinite debolezze umane, del nostro essere un impasto di Bene e di
Male, di luce e di ombra, generosità e grettezza. Eppure proprio
in questo impasto paradossale sta la grandezza dell'uomo, cui un pizzico
di divina follia consente di innalzarsi sopra le sue stesse bassezze,
di reinventare se stesso e il mondo. La rappresentazione di tutte le nostre
debolezze trova un riscatto finale in quella sublime pazzia che è
il Cristianesimo, il suo predicare l'amore, l'essere per gli altri.
La satira del malcostume dei potenti e degli ecclesiastici, l'ironica
rappresentazione delle risibili manie degli uomini restano pungenti ma
sempre sorridenti, esatte ma in fondo indulgenti. E soprattutto rivelano
un grande scrittore, un caricaturista nato che procede per scorci, e con
pochissimi segni sa schizzare tipi, personaggi, caratteri, situazioni.
Nelle pagine di questo "assaggio" Erasmo parla della donna,
dei piaceri della gola, dell'amicizia, del matrimonio. L'edizione dell'Elogio
che consiglio è quella curata da Eugenio Garin per gli Oscar Mondadori.
Ernesto
Ferrero.
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