«Siede la città di Torino sulle sponde del
Po non lungi dal luogo dove la Dora Riparia reca a questo fiume
il tributo delle sue acque. A levante ha la collina ingemmata
di ville, ammantata di fiori e popolata di piante, ed ha a mezzogiorno,
a ponente ed a settentrione le alpi lontane che incoronano il
Piemonte.[…]
Il suolo su cui giace Torino è un terreno di alluvione,
composto di vari strati alternati di sabbia, di ghiaia, di ciottoli
e di argilla.
Il clima è alquanto rigido nell'inverno; non è
soverchiamente caldo nella state. Il massimo freddo che segna
il termometro nell'inverno è di 12° e talvolta di
15° R., e ciò per pochi giorni, e il massimo calore
è di 26°.
Torino non va soggetta a venti gagliardi, né a repentine
mutazioni di temperatura. Il vento dominante nell'inverno è
del S.O.: nella state a ciel sereno l'atmosfera è tranquilla:
quando l'orizzonte s'intorbida soffia il vento di N.E. […]
Rarissimi sono i tremuoti, e quando succedono sono innocui. Lo
stemperamento di atmosfera più funesto è quello
della gragnuola, che cade alcune volte nella state con grande
violenza accompagnata dal mugghiare del tuono e dallo spesseggiare
del lampo, e stritola le biade, flagella i vigneti, e sfronda
gli alberi delle circostanti campagne.
Avvenne tal fiata, che la grandine spezzò i vetri delle
finestre, e ruppe in alcune parti della città più
esposte a tramentana le tegole delle case.
Le brine della primavera cagionate dai venti che spirano per
mezzo le gole dei monti riescono spesso fatali agli alberi fruttiferi
che precocemente si sono vestiti di fiori in sul cominciare d'aprile.
Piove d'ordinario in primavera ed in autunno in larga copia e
per più giorni: la neve in inverno cade qualche anno abbondantissima,
e quando subito dopo la nevicata il cielo si rasserena, la medesima
si congela e sciogliesi poi lentamente, e ne rimangon vestigia
sino al sopravvenire di primavera.
Sebbene posta tra due fiumi a levante ed a settentrione, Torino
va affatto libera da qualunque pericolo d'inondazione, perché
l'alveo del Po si trova a metri 24,56 sotto il piano della piazza
castello, e quello della Dora giace metri 16,58 sotto il piano
della piazza Milano.[…]
Il vestire dei cittadini è in generale studiato anzichenò,
e secondo le leggi che impone la Francia, maestre delle mode.
Le donne del ceto medio vestono come le marchesane, e le crestaie
e le modiste fanno sfoggio di abiti come le figlie dei banchieri
e degli abbienti.
Durante il giorno tutti attendono alle loro occupazioni, e verso
sera escono a passeggio per respirare aura più libera
e salutare, o sotto i portici, o nei giardini, o sui corsi».
(Torino descritta da Pietro Baricco, Torino, G. B. Paravia,
1869).
Turin. Incisione in rame di GIORGIO
FOSSATI con coloritura d'epoca, circa
1740.
Veduta prospettica presa dalla sponda destra del Po. La stampa
è corredata da una dettagliata descrizione della città
e del Piemonte.
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