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a tentazione, ancora una volta, è di partire dai
numeri. Perché se è vero che misurare la qualità di
una proposta culturale sulla consistenza delle cifre
può risultare alquanto prosaico, è altrettanto vero
che quelli esibiti dal Regio sono numeri assai elo-
quenti. Undici titoli d’opera più tredici appuntamenti
con il Béjart Ballet Lausanne in cartellone sono un
lusso, e non solo per i tempi che corrono. Quando
poi capita – come capita – che tutte le proposte tro-
vino ad accoglierle un pubblico puntuale e puntual-
mente gratificante, beh, allora significa che lussi di
questo tipo il Regio non solo possa, ma quasi debba
permettersene.
Ottimizzare, basta guardarsi intorno, è diventata una
parola d’ordine. Si ottimizzano le risorse, le colla-
borazioni, i crediti d’immagine maturati in anni di
attività ad alti livelli, le competenze. Si investe sul-
la fantasia e sull’entusiasmo o, qualche volta, sulla
semplicità e l’immediatezza del progetto.
La Stagione 2012-2013 del Regio, appunto, è strut-
turata quasi come un manuale dell’opera, in capi-
toli. Scorriamo l’indice: alla voce Settecento com-
pare Mozart col
Don Giovanni
, alla voce Verismo
c’è
Andrea Chénier
, alla voce Belcanto trova spazio
Donizetti con
L’elisir d’amore
. Senza dimenticare il
capitolo cospicuo degli Anniversari: ce ne sono due,
imprescindibili, Wagner eVerdi. A un certo pubblico
radical chic
, tutto questo sembrerà troppo facile e,
forse,
déjà-vu
. Come se di
Traviata
o di
Bohème
esi-
stesse una dose massima consigliata…
Quella che il sovrintendente e il direttore musicale
definiscono “la via italiana all’opera di repertorio” è
una strategia culturale che solo alle nostre latitudini
può suonare coraggiosa. Altrove, in Europa, è infatti
prassi consueta che concilia la già citata esigenza di
ottimizzazione delle risorse con una volontà precisa
e, per certi versi, orgogliosa di dare forma a un’iden-
tità percepibile. Lo slogan “L’Opera non ha confini”,
scelto per promuovere la Stagione prossima, sottin-
tende anche questo: il Regio si proietta una volta di
più in una dimensione europea, moderna e, soprat-
tutto, civile nella misura in cui acquisisce come prio-
ritaria la funzione divulgativa del teatro.
Qualcuno, a guardare il cartellone nel dettaglio,
potrà lamentare l’assenza dell’”evento”, quello in
grado di oscurare gli altri: è una scelta, che eleva lo
standard oltre la media. Che poi un vero appassio-
nato d’opera sappia ricavare gioia dallo straordinario
Olandese volante
secondo Willy Decker, oltre che
dalla passerella di ugole da copertina, è fatto grati-
ficante, tale da inibire l’uso del termine “evento” o
da dargli, finalmente, la giusta accezione culturale
e non mondana. Al piacere dell’occhio è preposta
anche la
Carmen
sensuale e trasgressiva firmata dal
regista catalano Calixto Bieito: i due titoli – di Bizet
e Wagner – aprono la Stagione portando sul podio
direttori di primissima fascia come Yutaka Sado (
Car-
men
) e Gianandrea Noseda (
Olandese
), entrambi
chiamati a rinsaldare un legame col pubblico già feli-
cemente plasmato. Noseda, in particolare, onorerà il
proprio ruolo di padrone di casa comparendo in altre
due produzioni (
Onegin
e
Don Carlo
), a prosegui-
re un discorso di crescita che va coinvolgendo, con
esiti importanti, le masse artistiche del Regio. Tra i
direttori annunciati spicca il nome di un barocchista
come Christopher Hogwood: il suo Mozart trova fan
devoti, nel mondo, e spesso sorprende; qui ritrova
Don Giovanni
, l’opera con cui debuttò trent’anni fa.
Si dovrebbe dire, ancora, dei giovani leoni del podio
come Daniele Rustioni e Francesco Pasqualetti, della
doppia presenza di un direttore esperto come Renato
Palumbo, dei molti cast straordinari (
Elisir
,
Olandese
,
Don Carlo
,
Don Giovanni
, con massiccia presenza
delle già citate “ugole da copertina”) o, ancora, della
nuova messa in scena di un capolavoro come
Evgenij
Onegin
. E che l’Opera non abbia confini, il Regio lo
dimostra lanciandosi in una serie di progetti di co-
produzione internazionale (con Parigi, Londra, Bar-
cellona e Monte-Carlo), perseguendo su una strada
virtuosa per fortuna, oggi, un po’ meno negletta.
La Stagione del Teatro Regio:
un manuale d’opera in capitoli
di Stefano Valanzuolo
INCONTRI
CON L’OPERA
E IL BALLETTO
LE CONFERENZE DEL
REGIO 2012-2013
Piccolo Regio Puccini
ore 17.30
ingresso libero
mercoledì 10 ottobre
DER FLIEGENDE HOLLÄNDER
a cura di
Giorgio Pestelli
mercoledì 7 novembre
CARMEN
a cura di
Alberto Mattioli
mercoledì 28 novembre
BÉJART BALLET LAUSANNE
a cura di
Elisa Guzzo
Vaccarino
mercoledì 9 gennaio
ANDREA CHÉNIER
a cura di
Giovanni Gavazzeni
mercoledì 16 gennaio
LA BOHÈME
a cura di
Carla Moreni
mercoledì 6 febbraio
DON GIOVANNI
a cura di
Vittorio Sabadin
mercoledì 27 febbraio
LA TRAVIATA
a cura di
Corrado Rollin
mercoledì 13 marzo
IL MATRIMONIO SEGRETO
a cura di
Paolo Gallarati
mercoledì 3 aprile
DON CARLO
a cura di
Carlo Majer
mercoledì 15 maggio
EVGENIJ ONEGIN
a cura di
Susanna Franchi
mercoledì 5 giugno
L’ITALIANA IN ALGERI
a cura di
Andrea Malvano
mercoledì 19 giugno
L’ELISIR D’AMORE
a cura di
Alberto Bosco
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