Sistema Musica - Settembre 2012 - page 28

“F
estival per spettatore curioso”: il sottotitolo di
Torinodanza 2012
rimanda a una di-
mensione naturalmente propria di ogni pubblico. In questo periodo, però, viviamo con
tanta fatica il quotidiano da credere con fatica alla possibilità di sorprenderci. Ecco l’impor-
tanza di programmare pensando a questa specifica potenzialità della creazione scenica: la
capacità di evocare spazi lontani. È un gioco che alla danza riesce bene, perché il corpo è
un vettore immediato di culture e fantasie originali. Ma stavolta si è trattato di un esercizio
consapevolmente svolto nell’elaborazione del cartellone, che dipana i fili di danze genera-
zionalmente e geograficamente in genere poco visibili.
Il primo viaggio è nel tempo, con una compagnia di ventenni che riprende brani del reper-
torio di Philippe Decouflé, gran mago dell’immagine corporea, da lui deformata ed esaltata
in tutte le dimensioni. Invenzioni che oggi paiono
low-tech
, altre invece difficili da deci-
frare: troviamo un po’ di tutto, tanto per dare spessore al tempo che passa accompagnan-
do modulazioni diverse della nostra fantasia. Inaugurazione abbastanza straordinaria, ma
aspettiamo con altrettanta impazienza il celebrato Cedar Lake Contemporary Ballet, con
quattro coreografi ancora sconosciuti a Torino, lanciati nell’esplorazione delle potenzialità
innovative della musica, della luce, del gesto; o un gruppo di sconosciutissimi
hip-hoppers
“made in Japan”, tanto bravi quanto insoliti.
Recupero del passato, fiducia negli emergenti, apertura a dimensioni culturalmente off…
forse è difficile orientarsi in quest’avvio di
Torinodanza
. Le prospettive si mescolano velo-
cemente anche nella rapida sequenza che mette a confronto tra l’11 e il 14 ottobre un’alge-
rina che mantiene vive – nella sua
seconda
vita europea – le radici dello spiritualismo sufi,
un portoghese fuoriuscito dal vivaio de les ballets C de la B, e una giapponese, anche lei in
bilico tra la sua cultura e la nostra. Forse tutto ciò serve soltanto a mostrarci dei giovani di
talento fuori dal comune, ma non per questo abbastanza conosciuti. O forse serve anche a
ricordarci l’importanza di un esercizio continuo di confronto tra coppie di opposti: cono-
sciuto-sconosciuto, vicino-lontano, tradizione-innovazione. Una dinamica che è fondante,
nell’universo cosmopolita della creazione internazionale, con un valore emblematico in-
torno al quale bisognerebbe riflettere più sovente anche sul piano sociale.
In un percorso ideale dello spettatore curioso, non possono mancare incursioni nella sma-
gliante danza del coreografo israeliano Ohad Naharin, un simbolo per un paese divenuto
terra d’elezione della danza contemporanea; o nelle nanodanze, geniali e sorprendenti,
di Michèle Anne De Mey, che per una volta ha fatto ballare soltanto… le dita, mettendoci
davanti il meccanismo creativo e la sua proiezione contemporanea su grande schermo. O
anche i sacchetti di plastica che danzano in maniera inverosimile con Phia Menard, artista
geniale che in una vita
precedente
si chiamava Philippe, e faceva il giocoliere di stampo
più circense. Le vite degli artisti – anche di quelli giovani – sono lunghe e articolate, viste
con l’occhio cristallizzato e conservativo della nostra vecchia Europa.
Infine, inizia nel 2012 il progetto forse più singolare fra tutti: coreografia contemporanea
per interpreti bambini. ÈVirgilio Sieni che ha portato la danza
di
bambini fuori dall’ambito
del laboratorio, della pantomima, dell’animazione. E sarà veramente sorprendente vedere
il rigore geometrico e potente della sua coreografia trasmesso a bimbe tra i nove e i tredici
anni, in diversi pezzi, alcuni dei quali creati a Torino con allieve delle scuole di Susanna
Egri e Loredana Furno.
Se spesso
Torinodanza
ha guardato al passato, per recuperare capolavori o per illuminare
la personalità di artisti che ci hanno accompagnato nelle varie edizioni del festival, stavolta
lo sguardo è veramente puntato sul domani: di questi artisti-bambini, di molti giovani artisti
ancora sconosciuti, e dei piccoli spettatori che impareranno ad amare la grande danza.
Gigi Cristoforetti
direttore artistico di Torinodanza Festival
Torinodanza Festival 2012
Uno sguardo sul domani
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