Sistema Musica - Settembre 2012 - page 15

C
on il fatto che Debussy se la prendeva alquanto con chi gli dava
dell’impressionista, si tende a usare questo termine nei suoi riguardi con
una certa cautela. Invece è una definizione che dice molto bene quale sia
il posto di questo compositore nella storia della musica. L’altra etichetta
cui spesso si ricorre infatti, quella di simbolista, sembra voler nobilitare
con un po’ di metafisica l’edonismo di un’arte già di per sé raffinatissi-
ma, sottolineandone gli aspetti più decadenti, medievaleggianti e arca-
ni, la sua «bruma celtica» come la chiamava Montale. Sotto questo velo
romantico-letterario, che è comunque una parte importante della poetica
debussiana, c’è un atteggiamento radicale e innovativo a cui si deve por-
gere attenzione per capire come mai, per molti, Debussy sia il padre della
musica moderna. E a spiegare questo, l’etichetta di impressionista può
riuscire utile, a patto però che non la si usi nel senso che offendeva il com-
positore, cioè come un sinonimo di approssimativo, vago e indefinito.
In realtà, per Impressionismo musicale si deve intendere un approccio
alla composizione che, pur anticipato in alcuni aspetti da altri artisti, si
manifesta per la prima volta in tutta la sua evidenza e consapevolezza
proprio nelle opere che Debussy compose negli ultimissimi anni dell’Ot-
tocento e agli inizi del secolo successivo. Nelle
Estampes
per pianoforte,
nei
Notturni
e
La mer
per orchestra, nel
Pelléas et Melisande
, un nuovo
mondo sonoro ci si presenta davanti, dove la scansione del tempo interio-
re, e cioè musicale, avviene con modalità fino ad allora sconosciute. Inve-
ce di costituirsi secondo la logica narrativa della musica romantica, in cui
l’alternanza di tensioni e distensioni mima l’agitarsi delle passioni umane,
la musica del Debussy maturo si offre come una successione di sensa-
zioni e non di sentimenti, di impressioni, appunto, che non si coagulano
mai in gesti che tradiscono una volontà soggettiva. Anche in quei casi in
cui si profilano parvenze antropomorfe, queste si rifanno a personaggi
di fantasia, maschere, bambini, o adulti che agiscono in modo irriflesso,
e presentano cioè stati di coscienza tutt’altro che coerenti e individuali.
I mezzi tecnici con cui Debussy riesce a rendere tutto ciò sono mol-
teplici e costituiscono il frutto di un ripensamento quasi integrale del
linguaggio musicale da lui ereditato. Il primo e più evidente è l’annul-
lamento delle tensioni tonali attraverso l’utilizzo di scale in cui la rela-
zione di tonica e dominante – ossia la relazione più importante nella
musica occidentale – non ha più ragione di essere. Questo non ha solo
il risultato di spersonalizzare la musica, privandola di attese e risolu-
zioni, ma anche quello di rendere meno stringenti i rapporti tra le sue
varie parti, lasciando che gli accordi si concatenino con estrema libertà,
come se a un organismo fossero stati allentati nervi e tendini. In questo
tempo dilatato dall’inazione, i sensi hanno modo di amplificarsi e al
timbro viene così accordato uno dei posti più alti nella gerarchia dei
valori musicali. Parimenti, lo sviluppo tematico, questa grande scoperta
ottocentesca che attraverso la trasformazione dei temi rendeva possibile
esprimere in suoni un’evoluzione psicologica, sparisce dalla musica de-
bussiana, in cui i temi, come se fossero oggetti, ritornano sempre uguali
a loro stessi, al più illuminati da una luce diversa. Poi il contrappunto,
che Debussy aveva pur studiato in Conservatorio: ora non è più l’arte di
intrecciare in modo organico le varie voci, ma diventa lo strumento per
far convivere in un’illusione spaziale eventi musicali diversi; allo stesso
modo anche l’idea tradizionale di canto e accompagnamento si trasfor-
ma, assumendo un senso figurativo, con primi piani e sfondi, proprio
come in pittura.
mercoledì
5
settembre
Teatro Regio - ore 21
Orchestre National de France
Daniele Gatti
direttore
giovedì
6
settembre
Teatro Vittoria - ore 18
Shizuka Susanna Salvemini
pianoforte
lunedì
10
settembre
Teatro Vittoria - ore 18
Juliana Steinbach
pianoforte
martedì
11
settembre
Conservatorio - ore 21
Andrea Oliva
flauto
Salvatore Accardo
violino
Laura Gorna
violino
Francesco Fiore
viola
Rocco Filippini
violoncello
Laura Manzini
pianoforte
Elena Gorna
arpa
mercoledì
12
settembre
Teatro Vittoria - ore 18
Pietro Beltrani
pianoforte
giovedì
13
settembre
Teatro Regio - ore 21
Orchestra e Coro
del Teatro Regio
Bertrand de Billy
direttore
Claudio Fenoglio
maestro del coro
Heidi Brunner
soprano
Marina Viotti
mezzosoprano
André Gallo
pianoforte
venerdì
14
settembre
Teatro Vittoria - ore 18
Alessandro Tardino
pianoforte
lunedì
17
settembre
Teatro Vittoria - ore 18
Pietro Gatto
pianoforte
martedì
18
settembre
Conservatorio - ore 17
Monica Bacelli
mezzosoprano
Antonio Ballista
pianoforte
mercoledì
19
settembre
Teatro Vittoria - ore 18
Giovanni Doria Miglietta
pianoforte
venerdì
21
settembre
Teatro Vittoria - ore 18
Antonio Di Dedda
pianoforte
Debussy, il padre della musica moderna
di Alberto Bosco
DEBUSSY 150 ANNI
sistemamusica
mitosettembremusica
15
1...,5,6,7,8,9,10,11,12,13,14 16,17,18,19,20,21,22,23,24,25,...28
Powered by FlippingBook