La collezione di 1021 “frutti artificiali plastici” opera di Francesco Garnier Valletti viene acquisita dalla Regia Stazione di Chimica Agraria nel 1927 ad opera del suo direttore, Francesco Scurti, che per questo si è fatto assegnare dal Ministero per l’Agricoltura uno stanziamento speciale di 22.000 lire, prezzo richiesto dal suo proprietario, il prof. Natale Riva, assistenza alla Cattedra Ambulante di Agricoltura di Alessandria.
Per accoglierla degnamente, Scurti fa costruire cinque armadi vetrati, gli stessi in cui oggi i frutti si trovano esposti e in cui vengono collocati gli esemplari di 39 varietà di albicocche, 9 di fichi, 286 di mele (di cui 2 incomplete), 490 di pere (di cui 4 incomplete), 67 di pesche, 6 di pesche noci, 20 di prugne, 44 di uva, 50 di patate e un esemplare ciascuno di rapa, di barbabietola, di carota, di pastinaca, di melograno e di mela cotogna.
Negli anni seguenti la collezione pomologica è accresciuta con altri frutti e ortaggi, determinando la necessità di procedere all’acquisto di ulteriori armadi vetrati. Tra il 1932 e il 1935 la Stazione acquisisce, dunque, altri 323 modelli di frutti e ortaggi: altre mele, pere, pesche, uva, susine, fragole, ciliegie, arance, mandarini e limoni, barbabietole da foraggio, funghi e modelli “di putrefazione” di mele.
Ad oggi essa comprende nel suo complesso 1381 modelli di varietà di frutti e ortaggi, di cui 1100 sono esposti, mentre gli esemplari di minor qualità e interesse, sia dal punto di vista scientifico sia da quello estetico, sono conservati nel deposito appositamente creato all’interno del Palazzo e consultabili su richiesta.
Complessivamente la collezione originaria del 1927 è pervenuta a noi nella sua quasi interezza a dimostrazione non solo della validità della formula del loro autore, ma anche della cura con cui essi sono stati conservati nel tempo.
Fanno eccezione le uve, la cui fattura è di grande qualità estetica, ma non di pari resistenza, tanto che non sono più di 24 i grappoli ancora esistenti.
I nuclei più consistenti di frutti esposti sono costituiti dalle pere (501 varietà, di cui 494 opera di Garnier Valletti), dalle mele (295, 286 delle quali della collezione originaria), dalle pesche (98, di cui 67 di Garnier Valletti), dalle susine (70, ma solo 20 fanno parte del nucleo acquisito nel 1927), dalle albicocche (56, 44 delle quali rientrano fra quelle di Garnier Valletti), dalle patate (50) e un esemplare per qualità di rapa, di barbabietola, di carota, di pastinaca, di melograno, e di mela cotogna. Le collezioni di funghi e di ciliegie non sono opera di Garnier Valletti, ma provengono dal laboratorio Ravagli di Torino.
Il Museo espone, dunque, nella sua interezza la collezione dei modelli opera di Francesco Garnier Valletti, affiancandoli a una selezione fra i migliori esemplari acquisiti successivamente e a una parte degli eleganti vasi in vetro contenenti “marciumi” di frutti, in una ricostruzione che si ispira all’allestimento storico della collezione, noto attraverso le immagini fotografiche dell’epoca.