Tra fine Ottocento e Novecento, il quartiere era già il principale polo della sperimentazione agraria e della ricerca botanica e scientifica torinese.
Agli inizi del Settecento, presso il Castello del Valentino, era stato creato l’Orto Botanico, primo centro scientifico del quartiere. Nel corso del secolo successivo, si aggiunsero altri orti e giardini, legati alla sperimentazione, alla produzione vivaistica e allo svago.
I primi ad insediarsi in San Salvario furono, nel 1822, i Vivai Burdin, nei pressi della Chiesa e del Convento di San Solutore.
La zona era allora boscosa e appartata, tanto che vi si erano dati convegno i partecipanti ai moti rivoluzionari del 1821, oggi ricordati da una stele commemorativa (largo Guglielmo Marconi).
Negli anni Ottanta e Novanta dell’Ottocento furono trasferite nel quartiere, anche la Stazione Sperimentale Agraria, in via Ormea 47 e l’Accademia di Agricoltura, con i suoi orti sperimentali, in via Valperga Caluso XX.
Nello stesso isolato, nell’antica area della cascina del Pallamaglio, nel 1870 nacquero le Serre municipali. Si andava formando, così, una straordinaria concentrazione di orti e giardini, a vocazione scientifica e commerciale.