L'ufficio minori stranieri: progetto "Ritorno al futuro"
La Città di Torino ha stipulato nel 2003 particolari accordi con le autorità del Marocco e della Romania che hanno permesso l'avvio ufficiale, a febbraio 2004, del programma di rimpatrio assistito "Ritorno al futuro" in Romania e in Marocco.
I programmi prevedono azioni finalizzate al rientro dei minori presso le famiglie d'origine, assicurando loro la necessaria protezione sociale e il reintegro nella realtà dei paesi di provenienza.
Occorre premettere che i due programmi, Romania e Marocco, hanno avuto tempi di avviamento operativo differenti: le cause sono da ricercarsi nei contesti diversi e nel livello di collaborazione da parte delle autorità locali e centrali.
Anche se l'attività è iniziata effettivamente, a causa del protrarsi delle procedure del bando e del conseguente affidamento, a partire dal mese di luglio 2004, la scelta del Comune di Torino è stata quella di integrare nel progetto tutti i minori rimpatriati a partire dal giugno 2003, data in cui sono stati siglati i protocolli di collaborazione.
Dall'inizio del programma (luglio 2003) le indagini sociali hanno riguardato complessivamente 50 minori; i provvedimenti di rimpatrio assistito in applicazione dei Protocolli d'intesa succitati sono stati 23, e hanno riguardato in prevalenza minori rumeni.
Per quanto riguarda il programma Romania i minori interessati dal rimpatrio sono stati 17.
Il progetto, denominato "KOINÈ 2", è stato avviato concretamente a luglio del 2004, e si è concluso nel settembre 2005.
È stato predisposto e attivato un lavoro di rete che ha visto in primis il coinvolgimento dei servizi sociali locali, con i quali sono state effettuate le visite ai minori e alle loro famiglie, e sono stati impostati i progetti individualizzati di reinserimento.
Sono stati raggiunti i seguenti obiettivi:
- COSTITUZIONE DI UNA RETE TERRITORIALE DI COLLABORAZIONE CON I SERVIZI SOCIALI ROMENI COMPETENTI;
la dimensione di rete contraddistingue specificamente la scelta operativa effettuata; ha preso corpo una struttura di "segretariato sociale" che organizza le risorse e le coordina, favorendo la costruzione di ponti tra realtà romene e tra realtà romene ed italiane; il progetto è stato presentato alle autorità competenti di ogni provincia di residenza dei minori ed è stato calato nella realtà locale, adattandolo alle sue specificità e accogliendo le proposte di ottimizzazione dei risultati provenienti dai "colleghi" romeni che sono stati coinvolti a pieno titolo nella proposta di soluzioni, pur mantenendo del tutto italiana la componente finanziaria.
- COSTITUZIONE DI UNA RETE TERRITORIALE DI COLLABORAZIONE CON ALTRI ENTI IMPEGNATI NEL SOSTEGNO AI MINORI;
si è provveduto a prendere contatto e ad avviare una collaborazione con altri enti presenti sul territorio quali la "Fundatia de Sprijin Comunitar" di Bacau, il "Centrul Diecezan Caritas Iasi", la "Fundatia Giovanni Bosco" (Padri Salesiani) di Constanta e di Bacau, la "Fundatia Somasca" (Somaschi) di Baia Mare, i Padri Francescani di Galati e di Roman, la Diocesi di Iasi; questa collaborazione garantisce uno scambio continuo di esperienze, di informazioni, di modelli d'intervento, attraverso il reciproco aiuto.
Alcuni minori sono stati coinvolti nelle attività di questi enti, sostenute dal progetto "Koinè 2".
- COSTITUZIONE DI UNA RETE TERRITORIALE DI COLLABORAZIONE CON GLI ISTITUTI SCOLASTICI FREQUENTATI DAI MINORI;
anche i responsabili delle scuole sono stati contattati e coinvolti come parti attive del progetto, instaurando un dialogo continuo, volto al costante monitoraggio del comportamento dei minori, alla correzione e alla proposta di soluzioni per i progetti individuali costruiti sui minori.
- STIPULAZIONE DI ACCORDI CORRIVI ALL'ATTUAZIONE DI PROGETTI DI SOSTEGNO AI MINORI INSERITI NEL NUCLEO FAMILIARE D'ORIGINE;
i progetti sui minori inseriti in famiglia sono stati definiti in modo individualizzato, così da poter identificare le esigenze, le problematiche e le risorse specifiche di ogni ragazzo e di ogni ragazza.
Compiendo questa operazione si è tenuto conto delle condizioni materiali in cui il minore vive, degli interessi e delle aspirazioni espressi dal minore, della valutazione dell'equipe degli educatori e degli assistenti sociali che hanno seguito il soggetto in Italia, della storia del minore, con le sue esperienze, i suoi traumi, le sue problematiche specifiche, del parere degli assistenti sociali della "Direzione per la Protezione dei Diritti dei Minori" competente, dei pareri dell'equipe educativa degli istituti scolastici frequentati dai minori, della disponibilità di centri di istruzione e formazione disponibili sul territorio di residenza; in tal senso, il percorso formativo del minore è stato di due tipi: percorso di scolarizzazione o percorso di formazione professionale. Il progetto "KOINÈ 2" si è articolato in maniera tale da sostenere le famiglie dei minori più disagiate ed economicamente vulnerabili, a fronte del sostegno garantito direttamente ai minori.
I microprogetti attuati sono finalizzati all'offerta di occasioni di impiego e di reddito sia per gli adulti della famiglia sia, in prospettiva evolutiva, per i minori stessi.
Le famiglie beneficiano di alcuni interventi specifici, quali il sostegno economico mensile agli studi dei minori presenti nel nucleo familiare, il sostegno economico alle esigenze di tipo sanitario della famiglia, il sostegno economico all'acquisto mensile di indumenti e prodotti alimentari necessari alla famiglia, il sostegno economico a soluzioni abitative speciali quali l'affitto di piccoli appartamenti o il pagamento di una camera in un pensionato per studenti, e la ricerca di ulteriori soluzioni specifiche atte a migliorare il reddito familiare e ad alleviare le situazioni di bisogno.
- APPROVAZIONE DI UN PROGETTO DI SERVIZIO CIVILE INTERNAZIONALE ABBINATO AL PROGETTO "KOINÈ 2";
durante il mese di settembre 2004 è stato approvato un progetto di servizio civile internazionale, che comporterà il trasferimento a Butea di due ragazze italiane con competenze pedagogiche e di animazione di minori per la durata di un anno a partire dalla fine del gennaio 2005; le due ragazze avranno lo specifico incarico di appoggiare gli educatori della comunità nelle attività rivolte ai minori.
- AVVIO DEL PROGETTO INTEGRATO DI SOLIDARIETÀ/COOPERAZIONE;
il progetto si articola su di un piano assistenziale, attraverso il sostegno economico alle attività svolte dalle Suore Missionarie della Passione, e su di un piano direttamente economico.
Quest'ultimo ruota intorno all'attività di commercializzazione di indumenti usati, alla collaborazione con il progetto agricolo APRUBU/SAPARD, promosso da SERMIG e Col diretti Provinciale di Torino in Butea, alla raccolta e commercializzazione in Italia di noci romene, all'avvio di un'azienda zootecnica nell'ex complesso zootecnico acquistato a Butea il 22 novembre 2004 dall'Associazione ENZO B, che fa parte del Consorzio ICS e svolge intensa attività di collaborazione con la cooperativa MECHOR, all'avvio di un laboratorio sartoriale con sede nel medesimo complesso.
L'attivazione delle attività descritte definisce il progetto come una realtà profondamente inserita nel contesto della cittadina di Butea e nella rete di organizzazioni e soggetti presenti sul territorio.
In tal senso il progetto si configura pienamente come "progetto integrato": accanto all'assistenza all'infanzia si sostengono altre attività di sostegno alla popolazione locale.
In particolare, durante i mesi di ottobre e novembre 2004 il consorzio IDEAMBIENTE, a sua volta consorziato con il consorzio ICS, ha importato in Italia più di 30 tonnellate di noci destinate alla grande distribuzione italiana e acquistate a Butea e nei villaggi vicini applicando un "prezzo solidale" mirante a sostenere i redditi delle famiglie più povere.
Per quanto riguarda l'attività di commercializzazione di indumenti usati, a tal fine, durante i mesi di ottobre e novembre 2004, è stato preso in affitto un negozio a Bacau ed è stato concluso un contratto di comodato relativo alla casa parrocchiale di Targu Frumos (cittadina a 10 km da Butea).
Per quanto riguarda il programma Marocco, denominato RICOMINCIARE A CRESCERE, sono stati 6 i minori rimpatriati dall'inizio del progetto, conclusosi nel dicembre 2005.
Per i 6 minori in questione che, dopo mesi di tentativi falliti di inserimento presso altre comunità o presso famiglie marocchine a loro affiliate, hanno richiesto di poter rientrare in patria, si è deciso dopo una serie di indagini sociali presso le famiglie d'origine il loro reinserimento in famiglia.
Il programma ha visto per ognuno di loro la formulazione di un progetto personalizzato, che a partire dal sostegno alla ripresa degli studi del minore ha previsto anche il miglioramento della situazione abitativa delle famiglie ed il sostegno al reddito familiare, sia attraverso l'acquisto di bestiame da allevamento, sia attraverso l'erogazione di buoni mensili destinati all'acquisto di derrate alimentari.
Nel Paese la diffidenza per le azioni di rimpatrio è tangibile, tuttavia un ampio e intenso lavoro di relazione - approfondimento della presa di contatto preliminare alla presentazione del progetto - ha consentito di impiantare a Casablanca e a Khouribga una rete operativa efficace.
Si è provveduto ad attivare i contatti con una serie di associazioni che hanno collaborato alla buona riuscita del progetto.
A Khouribga, l'Associazione di Promozione della Scolarizzazione nella Provincia di Khouribga e l'AFVIC in collaborazione con il CICSENE, partner del progetto hanno attivato un programma di sensibilizzazione che comprende interventi nelle scuole dei villaggi a maggiore afferenza migratoria presso gli insegnanti, le classi e - laddove possibile - presso le madri.
Il locale Centro di documentazione pedagogica ha realizzato incontri di formazione per gli insegnanti e molti colloqui individuali sono stati attivati con personale di alcune scuole elementari considerabili a forte rischio emigratorio.
Per rafforzare il progetto sia localmente, sia da un punto di vista del confronto internazionale, si sono parallelamente attivati momenti di riflessione comuni con alcune associazioni spagnole e marocchine attente all'emigrazione clandestina dei minori: sta nascendo una rete euromediterranea che vedrà nella presenza del Cicsene a Khouribga una significativa sede di collaborazione, interscambio di buone pratiche, occasione di rilancio di alternative all'espatrio.
Sul piano del rapporto diretto italo-marocchino, l'impegno di dialogo e sensibilizzazione ha ottenuto una disponibilità relativamente ampia alla collaborazione dall'esterno, coinvolgendo molte istituzioni e associazioni locali in progettualità che prevedono un sostegno indiretto a ragazzi rimpatriati e alle loro famiglie.
Il Cicsene si è fatto promotore e partner di due progetti con queste caratteristiche, finanziati della Regione Piemonte.
I progetti, complementari tra loro e al presente "Ricominciare a crescere", si propongono la creazione di condizioni di sostegno all'imprenditorialità giovanile nella regione della Chaouia-Ourdigha, in modo tale da poter appoggiare le azioni di formazione professionalizzante che si porranno in essere per i rimpatriati, dopo il ciclo della scolarizzazione di base.
Una Convenzione di partenariato, recentemente rivisitata tra Cicsene e la Delegazione provinciale di Khouribga del Ministero dell'Educazione consente di riconoscere il lavoro comune per l'educazione, l'istruzione e la formazione come fatto positivo e accertato.
Da ultimo, occorre segnalare che le autorità locali faticano ad impegnarsi in progetti che riguardino ministeri diversi, quali quello dell'Educazione o dei Marocchini all'estero: la secca ripartizione delle competenze crea un forte disagio, sia perché tende a centralizzare ogni azione, azzerando la fantasia e la creatività che privato sociale e singoli cittadini potrebbero attivare, sia perché abbassa di molto la resa degli impegni pubblicamente assunti.
Il lavoro di rete trasversale alle differenti istituzioni resta per il Marocco oggi solo una speranza nutrita dagli attori più illuminati e difficilmente consente sinergie che sicuramente potrebbero risultare vincenti.