Woyzek e lo scemo
Il
soffio delle fisarmoniche apre la scena: é quel respiro del mantice
di uno strrumento di cui non si usa solo la tastiera, ad introdurre
l'idea forte e chiara che sta alla base del teatro dello State academic
lensoviet di Pietroburgo: saper usare tutte le potenzialità dello
strumento-attore. Il loro Woyzek, capolavoro del drammaturgo rivoluzionario
tedesco del primo Ottocento, Georg
Buchner ( scrisse quel testo a 23 anni e a 24 mori), é uno spettacolo
di energia fisica controllata, drammaturgica direi. Vanno sin tropposopra
le righe, il loro corpo in azione si sovrappone al testo (che comunque
non capiremmo, recitano in russo), caricano troppo. Sono bravissimi,
lo Scemo karl (Konstantin Khabenski), il folletto dal sapore sciespiriano
che introduce ogni quadro, immette leggerezza nel dramma del povero
Woyzek, sconfitto dal peso del mondo.(cain)
La scomodità del mondo
Ieri
sera, all'interno dello spazio allestito nel cantiere Big e presuntuosamente
denominato "Teatro Pechino", l'Academic
Lensoviet Theatre di San Pietroburgo, ha presentato la tormentata
storia del soldato Woyzek, costretto a cibarsi di soli piselli,
umiliato dai superiori e tradito dalla passionale moglie Marie.
Bella la soluzione scenografica, con un piano inclinato su cui gli
attori sono costretti a muoversi con un certo sforzo che richiama
chiaramente la difficoltà di vivere e la "scomodità" del mondo in
cui si muovono i personaggi di Georg Buchner; coinvolgenti e velati
di romanticismo-noir e certa malinconia, i movimenti coreografici
di gruppo, accompagnati dal vivo, dal suono di quella che potrebbe
essere una mini-orchestra da balera, composta da tre fisarmoniche.
Che dire? Fin quì tutto bene, il problema è che la compagnia, giustamente,
recita in russo e, causa la mancanza di sottotitoli, il pubblico
ha defezionato una rappresentazione che meritava più attenzione...e
magari qualche sottotitolo. (Bkay)
I soldi sono polvere
"Perchè non vi ribellate, si, si il mondo è bellissimo,
ma tutto quello che è terreno è precario, persino i soldi. Sono
solo polvere." (da "Woyzek" di Georg Buchner)
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