L'interfaccia digitale come opera/soglia

Incontro sulla nuova creatività multimediale.

 
Come lo specchio varcato da Alice per entrare nel paese delle meraviglie, l'interfaccia grafica svolge la funzione di soglia per entrare nell'ambiente ipermediale del computer.

Il fatto che questa soglia possa essere concepita come un vero e proprio artefatto, sia cognitivo che estetico, deve far riflettere su come arte e comunicazione si possano coniugare nella produzione multimediale.

Un'interfaccia per intenderci, è quella che rappresenta ormai uno dei luoghi comuni della nostra quotidianità: il desktop, la scrivania virtuale del personal computer con cui operiamo tutti i giorni.

La risoluzione piena dell'idea più articolata di interfaccia grafica la si ha però quando si entra in relazione con alcuni web o cd-rom che aprono a mondi virtuali in cui la navigazione diventa un'avventura sensoriale a tutti gli effetti. Questo "entrare" negli ambienti digitali comporta delle indicazioni contemplate nell'interfaccia grafica che induce il percorso, sia su principi immersivi (vivendo cioè la navigazione in una sorta di "soggettiva") che simbolici (quando s'interagisce con icone e segni dalla forte codificazione grafica o alfabetica).

L'invenzione d'interfacce tende quindi ad esprimere, da una parte, un forte impulso di creatività artistica di nuova generazione ma allo stesso tempo sperimenta le possibilità d'interazione con i sistemi digitali su un campo che nei prossimi tempi troverà sempre maggiore sviluppo economico. E' attraverso l'uso dell'interfaccia grafica, nella ricerca di un approccio sempre più amichevole e seduttivo con i computer, che la società entrerà in relazione con i mercati  della cosiddetta "new economy". Pensate all' "e-commerce" e ai tanti "portali" telematici che  stanno reinventando il concetto di sistema editoriale, oltre il libro e la tv.

Il fatto che una nuova generazione di autori mediali possa confrontarsi con chi sta progettando le interfacce per questi nuovi mercati è sicuramente uno degli aspetti più interessanti sul quale impostare un lavoro d'integrazione tra cultura e impresa.

E' quest'ultimo un cardine per una riflessione aperta alle diverse esperienze, sia degli autori (da quelli che hanno presentato i loro artefatti per la selezione di Big Off ai professionisti più stabilizzati) che dei potenziali produttori, protagonisti di una Società dell'Informazione in cui è sempre più necessario trasmettere "nuova sensibilità"  nei sistemi di comunicazione.

 Carlo Infante (carlo@teatron.org)