Diario di Bordo:
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03 Mag-XV° Giorno
Ore 23.30 The Beach, Murazzi del Po
"Plastic Flowers in concerto"

SEX LIBRE ON THE (CUBA) BEACH….

Stre-pi-to-si! Finalmente BIG ha trovato i suoi migliori esponenti. Forse è stato il miglior concerto dell'anno visto fino a questo momento. Commoventi. Travolgenti. The Beach si riempie e tributa il giusto applauso ai cinque (più due bellezze a dire poco imbarazzanti) eroi della serata. I Plastic Flowers regalano una performance di alta classe e buona musica. Quaranta minuti di campionamenti martellanti; Alessandro ci guida col suo basso; Simone lo accompagna egregiamente alla chitarra. Michele è già diventato il mio "diggei" preferito. Un capo totale. Paolo, voce e anima del gruppo , è straripante. I pezzi sono accattivanti e fanno subito ballare. Non è facile creare immediatamente l'atmosfera. Inoltre l'acustica è pessima. Ma è la coreografia che fa esplodere la spiaggia dei Murazzi. I Nostri (i Miei ormai…) si agitano, si spogliano, recitano in modo esemplare senza risultare mai noiosi o eccessivi. Il Quinto dei quattro che non suona si comporta da consumato attore di cabaret. Le ragazze, oltre ad essere meraviglia per gli occhi, si dimostrano capaci e perfettamente a loro agio in un contesto non proprio agevole. E' difficile tenere il pubblico sempre attento in questi casi. I Fiori dimostrano capacità interpretative fuori dalla norma. Spaziali. La loro hit, che gira nel mio lettore ininterrottamente da tre giorni, chiude il concerto. Bravi ragazzi. L'unico problema è che, quando i Subsonica (discreta band cittadina con buone sonorità , per chi non la conoscesse…) faranno da gruppo spalla ai Plastic Flowers si dovrà trovare un posto un poco più spazioso per esibirsi tutti insieme. Ma a quello ci penserà il loro poeta ispiratore Supermarcociari…

Mr Pier (FEEM)

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03 Mag-XV° Giorno
Ore 22 ex stabilimento Ceat
"A being here full" - Vera Mantero (Portogallo)

IL GIROTONDO DELL'IO CONTRO LE ATROCITA' BELLICHE

Cosa dire di uno spettacolo come questo? Forse penserete che è la solita frasetta retorica per districarsi dall'impasse di non aver capito nulla della rappresentazione del momento! Un modo carino per dire che forse sarebbe stato meglio starsene al calduccio a casa (all'ex-Ceat tirava per l'occasione un'aria siberiana) davanti ad un bel film? Invece no! Commentare uno spettacolo così poliedrico (concerto, conferenza, coreografia) sarebbe un'impresa ardua anche per gli stessi artisti che, infatti, si limitano a suggerirci il leit motiv dello spettacolo all'inizio. Condanna al fascismo e ad ogni forma d'estremismo, libertà e desiderio tra apertura e nascita del movimento. Brevi monologhi, intervallati da danze e da suoni penetranti (talmente potenti da far vibrare i sedili degli spettatori, effetto lavatrice nel pieno della centrifuga) alternati a significativi silenzi, hanno simboleggiato le risposte che Vera Mantero e gli altri artisti hanno dato alle domande riguardanti cosa mette in moto l'essere umano e, cosa cattura e muove la curiosità e l'energia nella vita. Forse, forse il livello era un po' troppo astratto, il freddo troppo pungente (acutizzato da effetti speciali: vedi fumogeni. Alcuni spettatori erano forse più impegnati a soffiare contro la cortina di nebbia che si stava diffondendo) e la presenza di un non atteso pipistrello, ha fatto calare l'attenzione generale. Ma l'originalità e l'imprevedibilità degli interpreti hanno fatto si che, alla fine, un applauso spontaneo ricompensasse gli sforzi di questi, senza dubbio, coraggiosi artisti. Ad esser onesti non si è capito se lo spettacolo fosse veramente terminato, ma tale è stato il pathos che ha suscitato, da provocare l'interazione del pubblico attraverso l'applauso...e questo già da sé conta più di qualsiasi commento…

Monica (FEEM)

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03 Mag-XV° Giorno
Ore 16 Ritrovo alla Cavallerizza "E' severamente vietato gettare oggetti fuori dal finestrino" Raffaella Spagna. Performance sulle linee tram 15/16/18

PIAZZA LA BOMBA E SCAPPA

Curioso ed ignaro di quel che sarebbe successo, il Diario di Bordo si divide per assistere alla performance tramviaria di Raffaella Spagna ed il suo entourage: "E' severamente vietato gettare oggetti fuori dal finestrino". A noi tocca in sorte la linea n° 13. Saliamo al volo sul tram dove ci aspettano, sornione e sorridenti, Daniela Paci e Paola Colonna. In una frazione di secondi si scatena una "vera e propria guerriglia urbana": Daniela e Paola, in apparenza docili e tranquille, estraggono inaspettatamente fionda e cerbottana (avete letto bene FIONDA e CERBOTTANA). Appostatesi ai finestrini iniziano a sparare vere e proprie "bombette" verso tutto ciò che di verde (aiuole, giardini, erba agli angoli dei marciapiedi) appare al loro vigile e guardingo occhio. Il 13 intanto prosegue la sua corsa: Via Cernaia, Piazza Solferino, Piazza la bomba e scappa... Al secondo contuso (più un probabile passante gambizzato), le nostre tiratrici scelte ci tranquillizzano spiegando che le tondeggianti munizioni non sono altro che semi di fiori selvatici (42 specie diverse in una sola bomba!!), che le armi sono tutte "home made" (laccio emostatico + legno+ cuoio) e che la performance ha questo triplice obiettivo:
1. Rendere più verde la nostra (ahimè) grigia città.
2. Rinvigorire la flora selvatica (poca simpatia verso i giardini troppo curati, quasi "finti ").
3. Stimolare la comprensione e la curiosità dei passeggeri verso l'arte.
4. Collezionare il minor numero possibile di contusi (quest'ultimo suggerito da noi del D.d.B).
Primi due punti sicuramente raggiunti, purtroppo il terzo è risultato decisamente arduo: ai pochi curiosi presenti sul tram che muniti di coraggio hanno chiesto spiegazioni in merito, sono stati regalati dei semi da piantare in un luogo a scelta. Si arriva al capolinea in P.za Campanella (per i meno ferrati in filosofia, un filosofo naturalista del XVI° sec). Breve pausa e si riparte, ovviamente con semi ed armi al seguito.

P.S. Per il quarto obiettivo stiamo ancora aspettando il responso degli infortunati dal C.T.O….

Vale (FEEM)


INDIFFERENZA GIUSTIFICATA!

Venerdì pomeriggio ha avuto luogo, con i consueti minuti di ritardo che ormai non ci turbano più, la performance di Raffaella Spagna, artista torinese. Noi del Diario di Bordo abbiamo avuto la fortuna di parlare con i collaboratori dell'artista qualche minuto prima della partenza sul tram e di poter quindi interpretare quello che sarebbe successo in seguito...per fortuna!! L'idea di base era quella di "far fuoco" dai finestrini del tram, muniti di cerbottana e fionda, sulle aree verdi torinesi, viali, parchi giardini, aiuole, usando come munizioni delle palline fatte di semi di ben 42 specie vegetali non modificate dall'uomo e con la caratteristica di poter crescere spontaneamente! Un'idea sicuramente originale, una polemica contro tutto ciò che è più o meno direttamente modificato dall'uomo (per ulteriori approfondimenti andate a vedere l'installazione dell'artista alla Cavallerizza) , una provocazione che "poteva" dar voce a opinioni diverse proprio sulle linee del tram, luogo di incontro quotidiano. Dico "poteva" perchè, se mi è concesso, la performance non ha avuto i risultati attesi, complice la scarsa visibilità dei due "lanciatori di semi"...forse sarebbero bastati un po' di colori di rumore e di sorrisi in più, forse quelle graziose bustine ricche di semi potevano essere un gradevole omaggio ai passanti e il pretesto per dire qualcosa in più sull'opera dell'artista...invece studenti, pensionati, bambini e lavoratori hanno continuato, tra uno sguardo stupito e una pacifica indifferenza, la loro corsa per la città.

Giulia (FEEM)

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02 Mag-XIV° Giorno
Ore 17 Arena (Cavallerizza)
Dibattito "La via creativa al futuro digitale" moderatore Carlo Infante

LA DIMENSIONE CREATIVA È DETERMINANTE NELLA PROGETTAZIONE MULTIMEDIALE

In ritardo sulla tabella di marcia, a causa della pioggia sfrenata, il DdB non poteva perdersi l'incontro/dibattito con colui che ha ideato queste pagine: Carlo Infante, titolo del forum "La via creativa al futuro digitale". L'incontro è stato pensato per evidenziare alcuni percorsi creativi verso il futuro digitale, un confronto aperto tra protagonisti della ricerca artistica italiana e gli artisti internazionali presenti. Davanti ad una platea attenta e curiosa, il moderatore ed i suoi ospiti hanno mostrato a livello pratico alcune proposte. Di seguito gli ospiti, che ci sembra giusto citare:
Carlos Scolari, Ars Media, progetto www.id3online.net/
Tracce Design, IED (Istituto Europeo del Design)
Velia Papa, A_D_E_ (Art in Digital Era) - Inteatro ArtFactory di Polverigi
Lorenzo Taiuti, Accademia Albertina di Torino
Augusta Giovannoli, Osservatorio Scrittura Mutante -Biblioteca Multimediale Settimo Torinese
Angelo Motor Comino, scrittore, artista digitale già selezionato in BigTorino 2000
Franco Rolle, artista digitale, già selezionato in Big Torino 2000
Fabio Franchino, web designer, già selezionato in Big Torino 2000
"Nel futuro digitale crescerà la nuova generazione, misurandosi con la complessità e la reinvenzione di pratiche di scambio sociale che la creatività potrà contribuire ad individuare, esaltando il principio attivo dell'arte intesa sia come proiezione sul mondo che cambia sia come espressione stessa di quel cambiamento. Una sperimentazione che è necessario coniugare da subito con il processo formativo".

http://www.teatron.org

DdB

02 Mag-XIV° Giorno
Teatro Gobetti - WASLA/Solo di Hela Fattoumi

LUCI, OMBRE, MUSICHE ED ALLA FINE APPLAUSI

Facce note, altre assolutamente inedite, affezionati delle serate BIG (gli e-Xplo vincono, as usual, il gettone per la presenza) temporeggiano all'ingresso del Gobetti, i più incalliti per assicurarsi una dose di nicotina pre spettacolo (ahimè..tra questi anche noi del Diario). Dopo il solito quarto d'ora accademico ci si accalca verso i propri posti. In una scenografia volutamente scarna (il minimalismo spopola tra gli artisti) Hela Fattoumi interpreta il trittico Wasla, inestricabile intreccio di luci, ombre e musiche incalzanti che, senza cadere nell'esotismo, riecheggiano percorsi, sogni e realtà lontane. Bravissima l'interprete che, dopo un incipit forse eccessivamente criptico, ci regala un assolo finale nel quale la fragilità dell'uomo si scontra, traendone forza e nutrimento, con la grandiosità della natura. Il breve spettacolo (solo 35 minuti) termina tra ripetuti applausi e qualche ovazione (seduto dietro di noi un vero e proprio fans club). Usciamo da teatro sicuramente contenti ma con la segreta (ormai non più) speranza che tra i giovani artisti ci sia ancora qualche superstite (trincerato chissadove) magari dal gusto un po' più barocco e ridondante, sicuramente naive, ma almeno un tantino più gratificante per la vista.

Vale (FEEM)

GRINTA A PASSO DI DANZA

Quando pensavo di aver capito tutto… Lo spettacolo di Hela Fattoumi mi è parso da subito gradevole e, soprattutto, più accessibile di altre performances. La protagonista intreccia storie diverse scavando nella propria memoria. Danza in modo grintoso e convincente coinvolgendoci e ipnotizzandoci. Il suo corpo è magnifico come alcuni suoi gesti. Si lamenta e si dispera agitandosi sul palco. Dura soltanto mezz'ora il balletto e questo dispiace. Esco da teatro finalmente felice di avere compreso lo spettacolo e lo spirito di BIG, a volte non facile, a tratti quasi inaccessibile. Subito m'imbatto in due mie conoscenti. Avvicinatomi col sorriso di chi ha capito e ha apprezzato lo spettacolo sono finalmente pronto a sciogliermi in complimenti verso la ballerina e la colonna sonora. "Non mi è piaciuto!", mi apostrofa una delle due ragazze. "Proprio bruttino!" rincara l'altra. Incasso, non ribatto, e scompaio. Ma felice.

Mr Pier (FEEM) [torna al menu] 

02 Mag-XIV° Giorno
Spazio espositivo della Cavallerizza

LES ASSEMBLEURS DU VIDE

E' davvero molto interessante l'opera di questo gruppo di artisti francesi . Si sono proposti di "riempire" uno spazio vuoto di venti metri per trenta, il prato dietro la Cavallerizza, all'interno dei Giardini Reali utilizzando solo dei piccoli pezzi di legno 2x10 cm. A che cosa hanno pensato? Hanno deciso di creare una sorta di città: ci sono castelli, torri, anfiteatri, case, ponti chiaramente tutti in miniatura. Una sorta di città fuori dal tempo in cui si mischiano tradizioni di diverse culture. E' bellissimo! Sembra impossibile che, solo servendosi di "mattoncini" così sottili, sovrapponendoli e incastrandoli si ottengano costruzioni simili!! E' anche possibile partecipare alla realizzazione dell'iniziativa infatti ognuno è libero di contribuire lasciando il proprio segno.

Luisa (FEEM)

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01 Mag-XIII° Giorno
Ore 21 ex stabilimento Ceat
"Il tempo del lavoro" di e con Ascanio Celestini

IL TEMPO DEL LAVORO NEL TEMPIO DEL LAVORO

"La differenza tra gli uomini e le bestie è un fiammifero. Quello che gli uomini accendono per farsi luce quando si trovano a 400 metri di profondità nel ventre della terra a lavorare nelle miniere. Mentre i topi, per esempio, quelli sono animali che vivono, proliferano nel buio". Lo spettacolo "Il tempo del lavoro" di Ascanio Celestini per Big 2002 è stato un grande evento. In una cornice simbolica ed affascinante come lo stabilimento Ceat (ex tempio del lavoro). Il migliore evento possibile per celebrare una giornata come il primo Maggio. Ascanio Celestini è uno straordinario narratore che insieme ai suoi musicisti racconta personaggi, storie, aneddoti insieme drammatici (il massacro dei manifestanti) ed ironici (Assunta dalle tre zinne) di una "storia del lavoro" che parte dal Regno d'Italia fino all'avvento della Repubblica nel dopoguerra. Centocinquanta anni di fabbrica: un'entità capace di gestire i tempi e di modificare i rapporti sociali di intere comunità.

Gmk (FEEM)

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  29 Apr-XI° Giorno
Ore 21.00 Teatro Gobetti
"Product of circumstances" Xavier Le Roy (Francia/Germania)

ARTE O SCIENZA?

Cosa pensereste se un biologo cellulare e molecolare, impegnato nella ricerca sui tumori al seno, vi raccontasse come, quando e perché ha deciso di mollare tutto e dedicarsi alla danza? Questa è la performance del francese Xavier Le Roy che, in un racconto autobiografico, comunica la sua innovativa concezione del ruolo del corpo nella rappresentazione artistica, attraverso un mezzo propriamente scientifico: la conferenza. Quella che emerge dal racconto è una teoria critica che tenta di mettere in discussione e, contemporaneamente, di trovare nuove risposte alle "canoniche" produzioni teatrali….(direi con successo!). Attraverso un'alternanza di brani letti dall'artista e illustrati con diapositive - la parte più scientifica che accompagna il racconto biografico - e rappresentazioni teatrali, siamo giunti al termine quando,….come è buon uso nelle "vere" conferenze…, il protagonista è sceso dal palco per rispondere alle domande del pubblico, dimostrando un'accesa volontà di confronto, ma anche un acuto senso di ironia.

Elena (FEEM)

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28 Apr-X° Giorno
Spazio espositivo della Cavallerizza
Massimo Di Nonno e Annamaria Ferrero (Welcome)

"WELCOME" TO THE BIG

In rottura con l'evanescenza dell'arte e l'eccessiva astrattezza che a volte caratterizza l'arte, l'ingresso alla Cavallerizza è contraddistinto da un rituale, quasi un rito di iniziazione che ci coinvolge necessariamente tutti: calpestare più o meno distrattamente il mega zerbino posizionato all'entrata dell'Arena. Per quelli che, impegnati in conversazioni dual band dai molteplici scatti o semplicemente sprovvisti del manuale del buon osservatore, non se ne fossero accorti, il meticoloso lavoro di cucitura che unisce tra loro circa una quarantina di zerbini e dove, con ogni probabilità, avete appoggiato le scarpette (tolgano il vezzeggiativo dal n° 40 in su), è una delle opere esposte, più precisamente è l'installazione dei giovani artisti italiani Annamaria Ferrero e Massimo Di Nonno. Simbolo di ospitalità, intriso di memoria e passaggi, il mega zerbino (2x4m) è stato realizzato anche grazie alla collaborazione di chi abita (in pianta stabile) la Cavallerizza e, di buon grado, ha accettato di cedere il proprio tappetino entrando a far parte di un accorato "Welcome".

Vale (FEEM)

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27 Apr-IX° Giorno
Ore 21.00 ex stabilimento CEAT
"$Shot"
Lacey/Lauro/Parkins/Cornell (Francia-USA)

TRA VOYEURISMO E CONTEMPLAZIONE…ALL'EX CEAT

In una scenografia scarna ed essenziale, un pavimento di tasche in PVC contenenti "un liquido lattiginoso" e un muro bianco con applicata una fascia adesiva in simil-legno, due ballerine, vestite con slip e maglietta, si esibiscono in una "danza pornografica", scandita da una musica fatta di suoni dal vivo, generati dalla percussione di oggetti comuni, estratti dal quotidiano (sacchetti di nylon, tessuto elastico, cinture di cuoio, bacchette di plastica…). Pochi particolari arricchiscono la scena: alcune paia di zoccoli, che vengono infilati, sfilati, lanciati, toccati, in continuazione, e molti materassini gonfiabili (quelli da aereo), di ogni foggia e dimensione, usati per giochi pseudo-erotici.
…"ispirandosi al vocabolario del corpo pornografico e a quello del minimalismo, lo show esplora la relazione tra voyeurismo e contemplazione"…Gesti, movimenti, posizioni, richiamano un erotismo freddo privo di passionalità, però mai volgare…In questo modo, nello spettacolo, viene ricercata e perseguita l'idea di analogia tra danza e pornografia…: entrambe usano il corpo e lo mostrano come uno strumento, estraniandolo dalla normalità della vita. Alla provocazione di Jennifer Lacey, che tenta di stravolgere l'idea comune del balletto, mostrando un corpo senza espressività, né significato, qualcuno potrebbe rispondere che è difficile credere a una visione della danza così poco comunicativa…quasi asettica.

Elena (FEEM)

 

SONO NATO LO STESSO GIORNO DI KURT COBAIN

Nulla di realmente pornografico. E questo un poco ci ha deluso. Scherzi a parte, veramente poco seducente o trasgressivo. La colonna sonora essenziale, quasi fastidiosa. Mi arrendo dopo venti minuti a tanto minimalismo. Il dubbio che mi assale è sempre lo stesso: uno può scrivere ciò che vuole ma se non si capisce, non si capisce. Dopo possiamo attribuire qualunque significato ma così vale tutto. La performance di sabato 27 aprile all'ex stabilimento CEAT è stata abbastanza spiazzante. E, forse, voleva raggiungere proprio questo obiettivo. Non era uno spettacolo facile. Non è arte popolare, lo so. Non tutti possiamo fruirne con semplicità. Giuro: non ero il solo, appena uscito dal teatro, abbastanza perplesso. Di tanto minimalismo si muore e molti di noi sembravano realmente dei sopravvissuti. Incomprensibile. Mi viene in mente quel mio amico (?!) che, per giustificare le proprie malefatte, ricorda a tutti di essere nato lo stesso giorno di Kurt Cobain, quasi fosse un predestinato al quale bisogna perdonare qualunque licenza. Anche, soprattutto direi, se sei un "eletto", devi trovare il modo di farti capire e regalare agli altri un poco del tuo genio. A meno che tu non stia bluffando.

Mr Pier (FEEM)

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27 apr.
Arena - Cavallerizza

ARTE O POLITICA ?

Every one is an expert (ognuno è un esperto) abbandona BIG al termine del forum che si è tenuto mercoledì 24/4 negli spazi della Cavallerizza. L'incontro per la presentazione del progetto è iniziato circa alle 19 e si è concluso dopo le 21, fra gruppetti di persone che ancora parlavano e sentivano il bisogno di esprimere il proprio punto di vista. Il gruppo tedesco Every one is an expert torna a casa perché non ha potuto realizzare le performance e le installazioni previste e perché non ha potuto distribuire il materiale che aveva preparato.
La frase: "Basta con Berlusconi, Bossi e Fini! Benvenuti clandestini!" scritto sul materiale cartaceo, sempre per il gruppo di artisti "ha provocato la reazione del direttore artistico".
Per autorizzare di nuovo la distribuzione di giornali e adesivi la frase avrebbe dovuto essere tolta o cambiata. Non sarebbe potuta restare così offensiva e aggressiva nei confronti del governo.
La frase "è funzionale al discorso di non restrizione dei diritti di cittadinanza e di circolazione delle persone": il progetto artistico di comunicazione del gruppo è infatti un data base di domanda e offerta di lavoro nel quale ci si può inserire per quel che si è. In cui non ci sono confini e leggi che filtrano le persone. Si entra in una comunità aperta in cui ci si presenta con la propria storia e con la propria esperienza e competenza. Ognuno può spiegare quello che sa fare, il campo in cui è un esperto: cantante d'opera, pilota, professore, barbiere, cuoca, ballerina… Every one is an expert si è rifiutata di cambiare la frase in questione ed è uscita dalla manifestazione.
Ma Michelangelo Pistoletto, Direttore Artistico di BIG, non ha dubbi: "se gli artisti di Every One is an Expert hanno ritenuto fondamentale per il loro progetto l'attacco politico frontale, hanno fatto bene a non eliminarlo come è stato loro chiesto, e ad andarsene". Ma lui non la pensa così.
"...La frase che hanno inserito non era prevista nel progetto che ci avevano inviato: un progetto interessante, tra l'altro, destinato agli immigrati. Che si è trasformato in un gesto politico, non mediato e trasfigurato a livello artistico, incapace quindi di apporti sul piano creativo. ...Questo è un gioco dannoso per l'arte, che deve mantenere una zona autonoma senza lasciarsi invadere nè da destra nè da sinistra. Bisgona uscire dalla logica del conflitto tra gli opposti schieramenti, non vogliamo cadere nella solita trappola. In questo l'arte può essere d'aiuto, dando vita a una sorta di laboratorio per la trasformazione. L'arte insomma deve dire qualcosa di nuovo e di diverso. Le voglio citare un'esempio. L'artista Tal Adler ha portato a BIG un progetto politico, ma di tutt'altro segno: la creazione di una lista di candidati per le prossime elezioni del parlamento del suo paese che introducano in politica una dimensione dell'arte creativa e responsabile. Questo ci interessa, la provocazione politica proprio no.
...Quello dell'arte è un gioco senza regole, o meglio le regole esistono in base a quello che si pensa possa portare l'arte oggi nel mondo. Le specificità dell'arte non riguardano più il paesaggio, il nudo o la natura morta, come era nell'800: oggi esistono nuovi parametri, che hanno a che fare con la partecipazione creativa, scoprendo ciò che l'arte può apportare in una dimensione non di conflitto ma di creatività. In questo la Biennale è importante, devo dire anche che ho trovato grande attenzione e disponibilità da parte delle strutture pubbliche, né il sindaco Chiamparino, né l'assessore regionale Leo, che appartengono a opposti schieramenti politici, hanno mostrato alcuna paura di quello che sarebbe potuto accadere. Ben vengano comunque anche gli attacchi a BIG, se servono a spiegarci meglio.
...Sono molto soddisfatto: c'è una grande energia in giro, il livello è alto. Ci sono molte idee e punti di vista. Rispetto tutti, ognuno è padrone di esprimere quello che vuole: ma certe prese di posizione, lo ripeto, non sono produttive in campo artistico. Ci sono nel mondo globalizzato forti sintomi di disagio: credo che l'arte debba stare dalla parte della ricerca di una trasformazione responsabile."

ddb

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