Diario di Bordo:
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27 Apr-3 Mag
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<<settimana precedente- settimana successiva >> Superata indenne la prima settimana ricca di avvenimenti, colpi di scena ed immancabili polemiche (ma tutto fa gioco, anzi "Big social game"), il Diario di Bordo continua la sua avventura tra le "pagine" della Biennale. Come per la prima settimana (ed anche in seguito, probabilmente) ogni commento, consiglio, critica, curiosità sarà ben accetto. Scrivete a diariodibordo@feem.it |
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Mag-XV° Giorno Ore 23.30 The Beach, Murazzi del Po "Plastic Flowers in concerto" SEX LIBRE ON THE (CUBA) BEACH…. Stre-pi-to-si! Finalmente BIG ha trovato i suoi migliori esponenti. Forse è stato il miglior concerto dell'anno visto fino a questo momento. Commoventi. Travolgenti. The Beach si riempie e tributa il giusto applauso ai cinque (più due bellezze a dire poco imbarazzanti) eroi della serata. I Plastic Flowers regalano una performance di alta classe e buona musica. Quaranta minuti di campionamenti martellanti; Alessandro ci guida col suo basso; Simone lo accompagna egregiamente alla chitarra. Michele è già diventato il mio "diggei" preferito. Un capo totale. Paolo, voce e anima del gruppo , è straripante. I pezzi sono accattivanti e fanno subito ballare. Non è facile creare immediatamente l'atmosfera. Inoltre l'acustica è pessima. Ma è la coreografia che fa esplodere la spiaggia dei Murazzi. I Nostri (i Miei ormai…) si agitano, si spogliano, recitano in modo esemplare senza risultare mai noiosi o eccessivi. Il Quinto dei quattro che non suona si comporta da consumato attore di cabaret. Le ragazze, oltre ad essere meraviglia per gli occhi, si dimostrano capaci e perfettamente a loro agio in un contesto non proprio agevole. E' difficile tenere il pubblico sempre attento in questi casi. I Fiori dimostrano capacità interpretative fuori dalla norma. Spaziali. La loro hit, che gira nel mio lettore ininterrottamente da tre giorni, chiude il concerto. Bravi ragazzi. L'unico problema è che, quando i Subsonica (discreta band cittadina con buone sonorità , per chi non la conoscesse…) faranno da gruppo spalla ai Plastic Flowers si dovrà trovare un posto un poco più spazioso per esibirsi tutti insieme. Ma a quello ci penserà il loro poeta ispiratore Supermarcociari… Mr Pier (FEEM) |
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03 Mag-XV° Giorno Ore 22 ex stabilimento Ceat "A being here full" - Vera Mantero (Portogallo) IL GIROTONDO DELL'IO CONTRO LE ATROCITA' BELLICHE Cosa dire di uno spettacolo come questo? Forse penserete che è la solita frasetta retorica per districarsi dall'impasse di non aver capito nulla della rappresentazione del momento! Un modo carino per dire che forse sarebbe stato meglio starsene al calduccio a casa (all'ex-Ceat tirava per l'occasione un'aria siberiana) davanti ad un bel film? Invece no! Commentare uno spettacolo così poliedrico (concerto, conferenza, coreografia) sarebbe un'impresa ardua anche per gli stessi artisti che, infatti, si limitano a suggerirci il leit motiv dello spettacolo all'inizio. Condanna al fascismo e ad ogni forma d'estremismo, libertà e desiderio tra apertura e nascita del movimento. Brevi monologhi, intervallati da danze e da suoni penetranti (talmente potenti da far vibrare i sedili degli spettatori, effetto lavatrice nel pieno della centrifuga) alternati a significativi silenzi, hanno simboleggiato le risposte che Vera Mantero e gli altri artisti hanno dato alle domande riguardanti cosa mette in moto l'essere umano e, cosa cattura e muove la curiosità e l'energia nella vita. Forse, forse il livello era un po' troppo astratto, il freddo troppo pungente (acutizzato da effetti speciali: vedi fumogeni. Alcuni spettatori erano forse più impegnati a soffiare contro la cortina di nebbia che si stava diffondendo) e la presenza di un non atteso pipistrello, ha fatto calare l'attenzione generale. Ma l'originalità e l'imprevedibilità degli interpreti hanno fatto si che, alla fine, un applauso spontaneo ricompensasse gli sforzi di questi, senza dubbio, coraggiosi artisti. Ad esser onesti non si è capito se lo spettacolo fosse veramente terminato, ma tale è stato il pathos che ha suscitato, da provocare l'interazione del pubblico attraverso l'applauso...e questo già da sé conta più di qualsiasi commento… Monica (FEEM)
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03 Mag-XV° Giorno Ore 16 Ritrovo alla Cavallerizza "E' severamente vietato gettare oggetti fuori dal finestrino" Raffaella Spagna. Performance sulle linee tram 15/16/18 PIAZZA LA BOMBA E SCAPPA Curioso ed ignaro di quel che sarebbe successo, il Diario di Bordo si
divide per assistere alla performance tramviaria di Raffaella Spagna ed
il suo entourage: "E' severamente vietato gettare oggetti fuori dal finestrino".
A noi tocca in sorte la linea n° 13. Saliamo al volo sul tram dove ci
aspettano, sornione e sorridenti, Daniela Paci e Paola Colonna. In una
frazione di secondi si scatena una "vera e propria guerriglia urbana":
Daniela e Paola, in apparenza docili e tranquille, estraggono inaspettatamente
fionda e cerbottana (avete letto bene FIONDA e CERBOTTANA). Appostatesi
ai finestrini iniziano a sparare vere e proprie "bombette" verso tutto
ciò che di verde (aiuole, giardini, erba agli angoli dei marciapiedi)
appare al loro vigile e guardingo occhio. Il 13 intanto prosegue la sua
corsa: Via Cernaia, Piazza Solferino, Piazza la bomba e scappa... Al secondo
contuso (più un probabile passante gambizzato), le nostre tiratrici scelte
ci tranquillizzano spiegando che le tondeggianti munizioni non sono altro
che semi di fiori selvatici (42 specie diverse in una sola bomba!!), che
le armi sono tutte "home made" (laccio emostatico + legno+ cuoio) e che
la performance ha questo triplice obiettivo: P.S. Per il quarto obiettivo stiamo ancora aspettando il responso degli infortunati dal C.T.O…. Vale (FEEM) Venerdì pomeriggio ha avuto luogo, con i consueti minuti di ritardo che ormai non ci turbano più, la performance di Raffaella Spagna, artista torinese. Noi del Diario di Bordo abbiamo avuto la fortuna di parlare con i collaboratori dell'artista qualche minuto prima della partenza sul tram e di poter quindi interpretare quello che sarebbe successo in seguito...per fortuna!! L'idea di base era quella di "far fuoco" dai finestrini del tram, muniti di cerbottana e fionda, sulle aree verdi torinesi, viali, parchi giardini, aiuole, usando come munizioni delle palline fatte di semi di ben 42 specie vegetali non modificate dall'uomo e con la caratteristica di poter crescere spontaneamente! Un'idea sicuramente originale, una polemica contro tutto ciò che è più o meno direttamente modificato dall'uomo (per ulteriori approfondimenti andate a vedere l'installazione dell'artista alla Cavallerizza) , una provocazione che "poteva" dar voce a opinioni diverse proprio sulle linee del tram, luogo di incontro quotidiano. Dico "poteva" perchè, se mi è concesso, la performance non ha avuto i risultati attesi, complice la scarsa visibilità dei due "lanciatori di semi"...forse sarebbero bastati un po' di colori di rumore e di sorrisi in più, forse quelle graziose bustine ricche di semi potevano essere un gradevole omaggio ai passanti e il pretesto per dire qualcosa in più sull'opera dell'artista...invece studenti, pensionati, bambini e lavoratori hanno continuato, tra uno sguardo stupito e una pacifica indifferenza, la loro corsa per la città. Giulia (FEEM)
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02 Mag-XIV° Giorno Ore 17 Arena (Cavallerizza) Dibattito "La via creativa al futuro digitale" moderatore Carlo Infante LA DIMENSIONE CREATIVA È DETERMINANTE NELLA PROGETTAZIONE MULTIMEDIALE
In ritardo sulla tabella di marcia, a causa della pioggia sfrenata, il DdB non poteva perdersi
l'incontro/dibattito con colui che ha ideato queste pagine: Carlo Infante, titolo del forum "La via
creativa al futuro digitale". L'incontro è stato pensato per evidenziare alcuni percorsi creativi
verso il futuro digitale, un confronto aperto tra protagonisti della ricerca artistica italiana e gli
artisti internazionali presenti. Davanti ad una platea attenta e curiosa, il moderatore ed i suoi
ospiti hanno mostrato a livello pratico alcune proposte. Di seguito gli ospiti, che ci sembra
giusto citare: http://www.teatron.org DdB |
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02 Mag-XIV° Giorno Teatro Gobetti - WASLA/Solo di Hela Fattoumi LUCI, OMBRE, MUSICHE ED ALLA FINE APPLAUSI Facce note, altre assolutamente inedite, affezionati delle serate BIG (gli e-Xplo vincono, as usual, il gettone per la presenza) temporeggiano all'ingresso del Gobetti, i più incalliti per assicurarsi una dose di nicotina pre spettacolo (ahimè..tra questi anche noi del Diario). Dopo il solito quarto d'ora accademico ci si accalca verso i propri posti. In una scenografia volutamente scarna (il minimalismo spopola tra gli artisti) Hela Fattoumi interpreta il trittico Wasla, inestricabile intreccio di luci, ombre e musiche incalzanti che, senza cadere nell'esotismo, riecheggiano percorsi, sogni e realtà lontane. Bravissima l'interprete che, dopo un incipit forse eccessivamente criptico, ci regala un assolo finale nel quale la fragilità dell'uomo si scontra, traendone forza e nutrimento, con la grandiosità della natura. Il breve spettacolo (solo 35 minuti) termina tra ripetuti applausi e qualche ovazione (seduto dietro di noi un vero e proprio fans club). Usciamo da teatro sicuramente contenti ma con la segreta (ormai non più) speranza che tra i giovani artisti ci sia ancora qualche superstite (trincerato chissadove) magari dal gusto un po' più barocco e ridondante, sicuramente naive, ma almeno un tantino più gratificante per la vista. Vale (FEEM) GRINTA A PASSO DI DANZA Quando pensavo di aver capito tutto… Lo spettacolo di Hela Fattoumi mi è parso da subito gradevole e, soprattutto, più accessibile di altre performances. La protagonista intreccia storie diverse scavando nella propria memoria. Danza in modo grintoso e convincente coinvolgendoci e ipnotizzandoci. Il suo corpo è magnifico come alcuni suoi gesti. Si lamenta e si dispera agitandosi sul palco. Dura soltanto mezz'ora il balletto e questo dispiace. Esco da teatro finalmente felice di avere compreso lo spettacolo e lo spirito di BIG, a volte non facile, a tratti quasi inaccessibile. Subito m'imbatto in due mie conoscenti. Avvicinatomi col sorriso di chi ha capito e ha apprezzato lo spettacolo sono finalmente pronto a sciogliermi in complimenti verso la ballerina e la colonna sonora. "Non mi è piaciuto!", mi apostrofa una delle due ragazze. "Proprio bruttino!" rincara l'altra. Incasso, non ribatto, e scompaio. Ma felice. Mr Pier (FEEM) [torna al menu] |
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02 Mag-XIV° Giorno Spazio espositivo della Cavallerizza LES ASSEMBLEURS DU VIDE E' davvero molto interessante l'opera di questo gruppo di artisti francesi . Si sono proposti di "riempire" uno spazio vuoto di venti metri per trenta, il prato dietro la Cavallerizza, all'interno dei Giardini Reali utilizzando solo dei piccoli pezzi di legno 2x10 cm. A che cosa hanno pensato? Hanno deciso di creare una sorta di città: ci sono castelli, torri, anfiteatri, case, ponti chiaramente tutti in miniatura. Una sorta di città fuori dal tempo in cui si mischiano tradizioni di diverse culture. E' bellissimo! Sembra impossibile che, solo servendosi di "mattoncini" così sottili, sovrapponendoli e incastrandoli si ottengano costruzioni simili!! E' anche possibile partecipare alla realizzazione dell'iniziativa infatti ognuno è libero di contribuire lasciando il proprio segno. Luisa (FEEM) |
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01 Mag-XIII° Giorno IL TEMPO DEL LAVORO NEL TEMPIO DEL LAVORO "La differenza tra gli uomini e le bestie è un fiammifero. Quello che gli uomini accendono per farsi luce quando si trovano a 400 metri di profondità nel ventre della terra a lavorare nelle miniere. Mentre i topi, per esempio, quelli sono animali che vivono, proliferano nel buio". Lo spettacolo "Il tempo del lavoro" di Ascanio Celestini per Big 2002 è stato un grande evento. In una cornice simbolica ed affascinante come lo stabilimento Ceat (ex tempio del lavoro). Il migliore evento possibile per celebrare una giornata come il primo Maggio. Ascanio Celestini è uno straordinario narratore che insieme ai suoi musicisti racconta personaggi, storie, aneddoti insieme drammatici (il massacro dei manifestanti) ed ironici (Assunta dalle tre zinne) di una "storia del lavoro" che parte dal Regno d'Italia fino all'avvento della Repubblica nel dopoguerra. Centocinquanta anni di fabbrica: un'entità capace di gestire i tempi e di modificare i rapporti sociali di intere comunità. Gmk (FEEM) |
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29 Apr-XI° Giorno Ore 21.00 Teatro Gobetti "Product of circumstances" Xavier Le Roy (Francia/Germania) ARTE O SCIENZA? Cosa pensereste se un biologo cellulare e molecolare, impegnato nella ricerca sui tumori al seno, vi raccontasse come, quando e perché ha deciso di mollare tutto e dedicarsi alla danza? Questa è la performance del francese Xavier Le Roy che, in un racconto autobiografico, comunica la sua innovativa concezione del ruolo del corpo nella rappresentazione artistica, attraverso un mezzo propriamente scientifico: la conferenza. Quella che emerge dal racconto è una teoria critica che tenta di mettere in discussione e, contemporaneamente, di trovare nuove risposte alle "canoniche" produzioni teatrali….(direi con successo!). Attraverso un'alternanza di brani letti dall'artista e illustrati con diapositive - la parte più scientifica che accompagna il racconto biografico - e rappresentazioni teatrali, siamo giunti al termine quando,….come è buon uso nelle "vere" conferenze…, il protagonista è sceso dal palco per rispondere alle domande del pubblico, dimostrando un'accesa volontà di confronto, ma anche un acuto senso di ironia. Elena (FEEM) |
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28 Apr-X° Giorno Spazio espositivo della Cavallerizza Massimo Di Nonno e Annamaria Ferrero (Welcome) "WELCOME" TO THE BIG In rottura con l'evanescenza dell'arte e l'eccessiva astrattezza che a volte caratterizza l'arte, l'ingresso alla Cavallerizza è contraddistinto da un rituale, quasi un rito di iniziazione che ci coinvolge necessariamente tutti: calpestare più o meno distrattamente il mega zerbino posizionato all'entrata dell'Arena. Per quelli che, impegnati in conversazioni dual band dai molteplici scatti o semplicemente sprovvisti del manuale del buon osservatore, non se ne fossero accorti, il meticoloso lavoro di cucitura che unisce tra loro circa una quarantina di zerbini e dove, con ogni probabilità, avete appoggiato le scarpette (tolgano il vezzeggiativo dal n° 40 in su), è una delle opere esposte, più precisamente è l'installazione dei giovani artisti italiani Annamaria Ferrero e Massimo Di Nonno. Simbolo di ospitalità, intriso di memoria e passaggi, il mega zerbino (2x4m) è stato realizzato anche grazie alla collaborazione di chi abita (in pianta stabile) la Cavallerizza e, di buon grado, ha accettato di cedere il proprio tappetino entrando a far parte di un accorato "Welcome". Vale (FEEM) |
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27 Apr-IX° Giorno Ore 21.00 ex stabilimento CEAT "$Shot" Lacey/Lauro/Parkins/Cornell (Francia-USA) TRA VOYEURISMO E CONTEMPLAZIONE…ALL'EX CEAT In una scenografia scarna ed essenziale, un pavimento di tasche in PVC
contenenti "un liquido lattiginoso" e un muro bianco con applicata una
fascia adesiva in simil-legno, due ballerine, vestite con slip e maglietta,
si esibiscono in una "danza pornografica", scandita da una musica fatta
di suoni dal vivo, generati dalla percussione di oggetti comuni, estratti
dal quotidiano (sacchetti di nylon, tessuto elastico, cinture di cuoio,
bacchette di plastica…). Pochi particolari arricchiscono la scena: alcune
paia di zoccoli, che vengono infilati, sfilati, lanciati, toccati, in
continuazione, e molti materassini gonfiabili (quelli da aereo), di ogni
foggia e dimensione, usati per giochi pseudo-erotici. Elena (FEEM)
SONO NATO LO STESSO GIORNO DI KURT COBAIN Nulla di realmente pornografico. E questo un poco ci ha deluso. Scherzi a parte, veramente poco seducente o trasgressivo. La colonna sonora essenziale, quasi fastidiosa. Mi arrendo dopo venti minuti a tanto minimalismo. Il dubbio che mi assale è sempre lo stesso: uno può scrivere ciò che vuole ma se non si capisce, non si capisce. Dopo possiamo attribuire qualunque significato ma così vale tutto. La performance di sabato 27 aprile all'ex stabilimento CEAT è stata abbastanza spiazzante. E, forse, voleva raggiungere proprio questo obiettivo. Non era uno spettacolo facile. Non è arte popolare, lo so. Non tutti possiamo fruirne con semplicità. Giuro: non ero il solo, appena uscito dal teatro, abbastanza perplesso. Di tanto minimalismo si muore e molti di noi sembravano realmente dei sopravvissuti. Incomprensibile. Mi viene in mente quel mio amico (?!) che, per giustificare le proprie malefatte, ricorda a tutti di essere nato lo stesso giorno di Kurt Cobain, quasi fosse un predestinato al quale bisogna perdonare qualunque licenza. Anche, soprattutto direi, se sei un "eletto", devi trovare il modo di farti capire e regalare agli altri un poco del tuo genio. A meno che tu non stia bluffando. Mr Pier (FEEM) |
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27 apr. Arena - Cavallerizza ARTE O POLITICA ? Every one is an expert (ognuno è un esperto) abbandona BIG al termine
del forum che si è tenuto mercoledì 24/4 negli spazi della Cavallerizza.
L'incontro per la presentazione del progetto è iniziato circa alle 19
e si è concluso dopo le 21, fra gruppetti di persone che ancora parlavano
e sentivano il bisogno di esprimere il proprio punto di vista. Il gruppo
tedesco Every one is an expert torna a casa perché non ha potuto realizzare
le performance e le installazioni previste e perché non ha potuto distribuire
il materiale che aveva preparato. ddb |
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