Caffarel&Prochet,
la fabbrica a fine '800
Una scatola di cacao
Talmone "Due Vecchi"
L'involucro delle
famose Pastiglie Leone
L’Ecomuseo
siamo noi!
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QUI la schedina di adesione
e partecipazione all'Ecomuseo
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Un’emozione
di vita e di memoria: tutti
sono invitati a partecipare
portando fotografie, scritti,
manifesti, stampe, diari,
manoscritti, lettere, interviste,
filmati... sulla storia
della Circoscrizione e del
suo territorio.
I materiali consegnati verranno
acquisiti in copia e restituiti
al proprietario.
Inoltre, chi lo desidera,
potrà essere intervistato
per raccontare particolari
momenti storici o aspetti
peculiari delle diverse
realtà che riguardano
la Circoscrizione. |
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4.1.
- Cioccolato, gianduiotti
e pastiglie...
via Balbis ang.
via Pinelli, c. Regina Margherita 242
A San Donato sono
nate le più importanti fabbriche
di cioccolato torinesi. In via Avet, nel
1818, quella dello svizzero Pierre Paul
Caffarel, dal 1826 Caffarel
e Prochet. Qui
iniziò la produzione europea di cioccolato
solido in quantità, grazie a macchinari
avveniristici per l’epoca: mulini
per macinare il cacao e impastatrici azionate
da una grande ruota ad acqua, capaci di
produrre oltre 300 kg di cioccolato al giorno.
Gli edifici furono distrutti nel bombardamento
del 1942.
Nel 1852 Michele Prochet cominciò
a miscelare cacao con la tipica nocciola
tonda gentile delle Langhe, tritata e tostata:
inventò il Gianduiotto,
presentato al pubblico nel carnevale del
1865 dalla maschera torinese Gianduja.
Le sue origini si riconducono a motivazioni
storiche ben precise: con il blocco napoleonico,
le quantità di cacao che giungevano
in Europa erano ridotte e con prezzi esorbitanti,
ma ormai la richiesta di cioccolato continuava
ad aumentare. Michele Prochet decise allora
di sostituire in parte il cacao con un prodotto
molto presente nel territorio: la Nocciola
tonda gentile delle Langhe, una nocciola
con gusto deciso e delicato. L'impasto è
dunque composto da nocciole in polvere (pressate
in pezzi finissimi), cacao, burro di cacao
e zucchero.
A sua volta Michele Talmone
aprì nel 1850 il suo stabilimento
per la lavorazione del cacao in via Balbis
19. Allora il cioccolato era venduto in
scatole di latta ermeticamente chiuse presso
i più rinomati droghieri, confettieri
e anche farmacisti. Talmone fu uno dei primi
industriali a credere nella pubblicità
e fu proprio lui a commissionare il manifesto
pubblicitario dei "due vecchietti",
creato nel 1890 dal tedesco Ochsner, che
apparve sui muri di mezzo mondo, entrando
così a far parte della vita quotidiana
di almeno tre generazioni.
Probabilmente è ad uno di questi
due cioccolatai che si deve il famoso detto
piemontese "fe 'na figura da ciocolatè".
Si tramanda, infatti, che il re Carlo Felice
fosse solito uscire da Palazzo Reale a bordo
di una carrozza trainata da quattro cavalli
di pura razza, per fare un giro attraverso
piazza Castello, suscitando l'ammirazione
generale dei suoi sudditi. Un fabbricante
di cioccolato, di cui purtroppo la storia
non ha tramandato il nome, che si era arricchito
grazie alla nuova moda, si permise di imitare
il suo sovrano, aggirandosi per la stessa
piazza con quattro cavalli attaccati alla
sua vettura. Si narra che il re, notevolmente
indispettito dal comportamento del cioccolataio,
per non fare più na figura da
ciocolatè, da quel giorno decise
di maggiorare le spese di scuderia e pretese
di avere un attacco a sei cavalli
La Pastiglie
Leone è
nata come confetteria nel 1857 ad Alba,
già per produrre le famose piccole
e delicate pastiglie multicolori, fabbricate
a freddo. Nel 1934 la produzione si trasferisce
nell’edificio liberty di
Corso Regina Margherita, e più recentemente
a Savonera.
da vedere
e da fare:
-
riscoprire le vecchie facciate della
Talmone (via Balbis) e della Pastiglie
Leone (corso Regina), così come
la ruota in ferro che dava energia alla
Caffarel (nuova sede di Luserna).
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