[pubblicato il 6.11.2017]
Intitolazione a "Felicita Ferrero", del giardino attrezzato a verde pubblico, compreso tra il corso Unione Sovietica e la via Monteponi, di mq. 3.015 circa - Circoscrizione 2 (ex 10) - Cap.10153
Deliberazione Giunta Comunale del G.C. G.C. 28/07/2015.
FELICITA FERRERO
Nata a Torino il 31 dicembre 1889, figlia di un operaio e di una pantalonaia a domicilio, si distinse presto per vivacità e intelligenza. Giovane impiegata torinese, fortemente impegnata nelle lotte sociali e per l'emancipazione della donna, aderì al Partito Socialista e nel 1921 fu tra i fondatori del Partito Comunista. Partecipò, tra gli altri, anche al III Congresso della Terza Internazionale a Mosca. Rientrata in Italia, continuò l'attività antifascista fino all'arresto nel 1927 e alla successiva condanna del Tribunale Speciale a sei anni di reclusione. Scarcerata alla fine del 1932, emigrò prima in Francia e alla fine del 1933 in Unione Sovietica, dove lavorò per lungo tempo in vari apparati del regime, fra cui il Glavlit, l'Ufficio censura della stampa estera e poi la sezione italiana di Radio Mosca. Fu quindi testimone degli anni più terribili della repressione staliniana e delle vicende tragiche che toccarono anche la colonia degli emigrati politici italiani in Russia, scampando al cerchio infernale del Gulag, per mera fatalità. Ritornò, infine, in Italia nel 1946, fedele ancora al partito ma profondamente turbata dalla sconvolgente esperienza vissuta. Giornalista a l'Unità, dopo la repressione della rivolta ungherese del 1956 abbandonò il partito e visse gli anni successivi in dignitosa riservatezza, nonostante il tentativo di isolamento che il Partito Comunista riservava a chi ne usciva. Decise di ricordare quelle vicende su cui persisteva da parte di molti un caparbio silenzio, in forma romanzata: nel 1967 pubblicò infatti "Il grande gelo". dopo il 1970, si avvicinò al movimento delle donne e ne condivise con lo slancio e la generosità di sempre, ormai settantenne, gli ideali e le lotte. Pubblicò quindi "Un nocciolo di verità", che raccoglieva le memorie della sua vita. Si spense il 9 febbraio 1984, nella nostra città, dopo aver vissuto gli ultimi decenni in dignitosa povertà.