Che dire di noi? Partirei dal nome. Quello
effettivamente sì, può sembrare strano. In realtà deriva da un’idea
geniale di una persona a noi molto cara, di cui parlerò tra poco.
VAMAC è l’acronimo di Valerio, Alberto, Matteo, Andrea e Chiara, i cinque
componenti, neanche a farlo apposta presi in ordine di età, dal più
grande alla più giovane. Ne vien fuori una parola sentita più di qualche
volta dalle nostre parti, “va mach”, come per dire “vai, per favore”
o “sparisci dalla mia vista”. Per fortuna su un palco non ce l’ha detto
ancora nessuno, ma capiterà qualche volta. Almeno che qualcuno lo pensi.
Abitiamo tutti a Candiolo, poco fuori città, e siamo nati quasi per
scommessa. Nati come band, si intende. A qualcuno della parrocchia era
venuto in mente di sostituire il vecchio coro con qualcuno di più fresco,
per ravvivare la Santa Messa della domenica. Questo qualcuno sarà stato
particolarmente fanatico del film “The Blues Brothers”. Ha affidato
tutto a Diego, per farla breve, la persona a noi cara che citavo nelle
prime battute, ideatore del nome del gruppo e della nostra identità.
Mi piace definirlo nostro “manager”, anche se penso che non sia mai
esistito un manager più sottopagato nella storia della musica. Solo
tanta buona volontà, sano svago e divertimento, quello che tira avanti
il carro. Ora è subentrata la voglia di metterci in gioco. Con la nostra
musica. Con la nostra passione.
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