Terminati
i lavori edili sulla struttura portante il solaio della Sala, è
stato possibile avviare l'opera di restauro del soffitto cassettonato.
La stabilità degli elementi decorativi di legno intagliato
e dorati era molto precaria: alcuni fregi a ghirlanda che circondavano
i rosoni erano quasi completamente staccati e aderivano all'assito
soprastante per mezzo di chiodi ormai quasi del tutto sfilati. Le
condizioni delle dorature e delle laccature erano gravi, e i danni
più evidenti erano stati causati dalla concentrazione in
volta di aria molto secca e calda; la pellicola cromatica era in
molte zone sollevata ed erano presenti numerose cadute che lasciavano
a vista il legno o la preparazione a gesso e colla; diffuse erano
le rotture, con perdita di numerosi piccoli frammenti di modellato.
In
seguito al cedimento del soffitto cassettonato, vistosamente "spanciato"
nella zona centrale, e al naturale ritiro del legno avvenuto con
la stagionatura, si erano creati vistosi dissesti: ampie fenditure
si erano aperte lungo le linee di assemblaggio tra i vari elementi
della decorazione (cornici, ghirlande, rosoni), alcuni dei quali
si trovavano in equilibrio precario. Non meno gravi erano i danni
provocati da interventi di restauro e di modifica eseguiti in passato,
durante i lavori effettuati negli anni '60 per l'impianto di climatizzazione
della Sala.
Viste
le gravi condizioni della doratura, dopo una prima delicata spolveratura
superficiale, si è provveduto al bloccaggio dei numerosi
sollevamenti di doratura e laccatura: le scaglie di colore erano,
in molti casi, deformate a ricciolo (larghe circa un centimetro
ma lunghe fino a 18-20 centimetri), poiché la colla data
come fissativo aveva provocato, con il forte calore, una violenta
trazione sulla superficie.
È
stata poi eseguita la verifica degli assemblaggi tra i vari elementi
lignei del cassettonato. Sono state ricollocate le ghirlande che,
per precauzione, erano state staccate durante i lavori sulla struttura,
e ripristinata la funzionalità degli innesti a farfalla originali
che trattengono sul retro le due parti che compongono ogni ghirlanda,
scolpiti in legno di tiglio. Le fessure presenti tra le tavole dei
fondi e, in alcuni casi, quelle tra le cornici, sono state chiuse
mediante l'inserimento di sottili listelli in legno frakè.
La
disinfestazione con antitarlo non è stata necessaria: soltanto
alcuni settori mostravano, infatti, danni provocati dagli insetti,
comunque non più attivi, e si è intervenuti localmente.
La pulitura, sia delle dorature sia delle laccature, è stata
condotta per gradi e ripetuta più volte: i depositi di sporco
erano penetrati in profondità e l'alterazione della colla
usata come fissativo conferiva alle parti laccate un tono marrone
scuro che è risultato poi, dopo la pulitura, un bel giallo
dorato.
Per
la rimozione dei ritocchi a olio si è dovuti ricorrere a
un delicato intervento con bisturi; i numerosi frammenti di fregio
mancanti sono stati ricostruiti riprendendo a calco l'impronta dall'originale;
le cadute sono state stuccate a livello.
Le parti mancanti della laccatura sono state reintegrate con colori
a vernice in tono mimetico; sulle dorature, una volta ripristinato
lo strato preparatorio, è stato steso il bolo e applicata
la foglia d'oro zecchino, brunita con pietra d'agata e patinata,
in accordo con i toni originali; le mancanze più piccole
e le abrasioni sono state velate con colori per restauro.
I
quattro pannelli di fondo dietro ai rosoni, rifatti negli anni Sessanta,
sono stati gessati, preparati a bolo e dorati con oro a foglia trattato
secondo la tecnica originaria.
|